Fin d’arabesque (Ballerina con bouquet), Edgar Degas (1877 circa)

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 13/8/2014, 20:50     +1   +1   -1
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
34,024
Reputation:
+25,047
Location:
Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

Status:





Fin-d-arabesque

Edgar Degas, Fin d’arabesque (Ballerina con bouquet)
(1877 circa)
Pittura a essenza ripresa a pastello, 65 x 36 cm
Parigi, Musée d'Orsay




L’opera Fin d’arabesque è una delle molte tele con ballerina che Degas realizza negli anni settanta, dove è vivo l’interesse per lo studio delle attitudini del corpo umano. Per comprendere quale fosse la maniera di Degas di studiare I corpi in movimento è utile riportare una serie di annotazioni che l’artista trascrive, quasi come promemoria, prima di attendere all’esecuzione.

Degas appunta nei suoi taccuini: “Fare operazioni semplici, come disegnare un profilo che si muova, muovendo noi stessi, salendo e scendendo per tutta una figura, un mobile, un salotto, al completo. […] Fare una serie di movimenti di braccia nel ballo, o di gambe che non si muovano, girandogli intorno… ecc. Infine, studiare una figura in scorcio, o un oggetto o qualsiasi cosa […]. Escludere molto: di una ballerina fare le braccia o le gambe, o le reni, fare le scarpette, le mani della pettinatrice, la pettinatura tagliuzzata, piedi nudi in atto di danzare…ecc”.

Queste osservazioni ci consentono di avvicinarci al processo di “analisi” a cui Degas sottopone il soggetto. Tuttavia il risultato che si compie nell’opera, non lascia trapelare nulla di questo stillicidio operato sulla forma attraverso il disegno.
L’effetto è quello di una operazione visiva riuscita d’istinto, realizzata dal genio che, ispirato, realizza d’acchito l’opera. Una lettura di questo tipo non è però applicabile all’opera di un pittore la cui disposizione scientista era stata perfettamente colta dai contemporanei, che talvolta si dimostrarono perfino disturbati dalle sue riflessioni sul corpo umano; dicevano, infatti, che parevano formulare più di uno zoologo che da un’artista.

Non a caso Valéry osserva: “Talvolta [Degas] inquadra una ballerina da molto in alto, e tutta la forma si proietta sul piano del palcoscenico, come quando vediamo un granchio sulla spiaggia. Questo gli consente nuove prospettive e interessanti combinazioni”. Degas utilizza spesso questo tipo di visuale nelle tele con ballerine. (M.@rt)






Edited by Milea - 25/8/2021, 22:28
 
Web  Top
0 replies since 13/8/2014, 20:50   716 views
  Share