L’amoroso abbraccio dell’universo, la terra (Messico) io, Diego e il signor Xólotl, Frida Kahlo, 1949

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view post Posted on 8/8/2014, 14:11     +2   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Frida Kahlo, L’amoroso abbraccio dell’universo, la terra (Messico) io, Diego e il signor Xólotl
(El Abrazo de Amor de el Universo, la Tierra (México), Yo, Diego y el Señor Xólotl )
(The Love Embrace of the Universe, the Earth (Mexico), Myself, Diego and Señor Xólotl)
(1949)
Olio su tela, 70 x 60.5 cm.
Città del Messico, Collezione Jacques & Natasha Gelman



Nel dipinto "L’amoroso abbraccio dell’universo, la terra (Messico, io, Diego e il signor Xólotl" viene rappresentata in modo particolare l’antica mitologia messicana. Come in nessun altro quadro, qui la pittrice ha espresso il principio dualistico che trova paralleli nella filosofia cinese Yin e Yang. Il giorno e la notte si compenetrano. La spiritualità luminosa e la materia oscura, il sole e la luna, costituiscono il nucleo dell’universo, che tiene tra le sue gigantesche braccia la Terra scura. La dea della Terra Cihuacoatl, madre che dà la vita, dal cui grembo, secondo la mitologia, sarebbero spuntate tutte le piante, tiene la pittrice sul suo grembo fertile, in modo simile alla balia india della Mia balia e io.

La balia è la copia più piccola della madre terra; ma mentre a questa cola dal petto una goccia di latte che rinvigorisce, da lei sgorga una fontana di sangue. L’impossibilità di avere un figlio, vissuta in modo così doloroso, la fa assumere un ruolo materno nei confronti di Diego Rivera. In posa da Madonna lo tiene tra le braccia, mentre la figura di lui ricorda quella di un budda. Come già nell’autoritratto Diego e io egli ha tre occhi, il terzo è quello della saggezza; inoltre qui regge in mano la fiamma purificatrice, segno di rinnovamento e di rinascita.

In un saggio redatto nel 1949, in occasione di una mostra del marito, la pittrice lo descrisse in modo corrispondente a questo ritratto:” Con la sua testa di tipo asiatico, su cui i capelli scuri crescono tanto fini e sottili da sembrar sospesi nell’aria, Diego è un enorme bambino, dal viso simpatico e dallo sguardo un po’ triste. I suoi occhi sporgenti, grandi, scuri e molto intelligenti sono sempre inquieti.[…] Tra questi occhi così distanti tra loro si può scorgere l’invisibile della saggezza orientale e solo di rado scompare un sorriso ironico e tenero dalla sua bocca da budda, con le labbra carnose, la parte migliore del suo ritratto. Se lo si vede nudo, si pensa subito a un ranocchio, appoggiato sulle zampe posteriori. La sua pelle è bianco-verdastra, come quella di un animale acquatico. Solo le mani e il volto sono più scuri, per via del sole. Le sue spalle infantili, piccole e tonde, proseguono senza stacco nelle braccia femminili, per terminare in mani meravigliose, piccole, dai contorni delicati, che comunicano con l’intero universo con sensibilità, come antenne,”

Sottolineò che le donne in generale e ”tra tutte - IO - lo vorremmo tra le braccia, come un neonato”. Questo rapporto tipo madre-figlio venne rappresentato anche da Rivera nel suo dipinto murale Sogno di una domenica pomeriggio nel parco Alameda: Frida Kahlo è in piedi dietro il giovane Diego e tiene nella mano sinistra il simbolo Yin-Yang, mentre la destra è appoggiata sulla spalla di lui, in modo protettivo.



Sogno-di-una-domenica-pomeriggio-ad-Alameda
Diego Rivera, Sogno di una domenica pomeriggio nel parco Alameda (part.)
(1947/48)
Affresco su tavola trasportabile, superficie complessiva 72 mq.
Hotel del Prado, oggi esposto al Pabellon Diego Rivera a Città del Messico





Il marito non rappresentava per lei però solo il bambino mai nato, ma molto di più:
«Diego. inizio
Diego. costruttore
Diego. mio fidanzato
Diego. mio ragazzo
Diego. pittore
Diego. mio amante
Diego. “mio marito”
Diego. mio amico
Diego. mia madre
Diego. io
Diego. Universo
Diversità nell’unità
Perché lo chiamo il Mio Diego? Non è mai stato e non sarà mai mio. Diego appartiene a se stesso.»

Nel dipinto il cane Itzcuintli, “il signor Xólotl”, accovacciato ai piedi della coppia, veglia sul loro rapporto amoroso. Egli non rappresenta solo uno degli animali della pittrice, che aveva questo nome, ma bensì anche una figura dell’antica mitologia messicana. Xólotl appunto, dall’aspetto di cane, che vigila sul regno dei morti. Sul suo dorso, come ogni sera, il sole, i morti vengono trasportati nel regno degli inferi, attraversando il fiume, per poter di nuovo rinascere. Con lui si completa il ciclo dualistico dell’antica mitologia messicana: la vita e la morte vengono inserite nella concezione armonica del mondo della pittrice. (M.@rt)


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Edited by Milea - 14/7/2021, 14:03
 
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