La colonna rotta (La columna rota), Frida Kahlo, 1944

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view post Posted on 7/8/2014, 11:36     +6   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Frida-Kahlo-the-broken-column-1944

Frida Kahlo, La colonna rotta
(La columna rota - The broken column )
(1944)
Olio su tela montato su fibra dura, 40 x 30.7 cm.
Città del Messico Collezione Dolores Olmedo



Nel 1942 l’allora scuola di scultura, dipendente dal ministero della pubblica istruzione, venne trasformata in un’accademia d’arte per la pittura e la scultura, gli studenti la chiamavano “La Esmeralda”, dal nome della via in cui si trovava.
Le lezioni d’arte andavano trasformate; a tal fine vennero assunti ventidue artisti per il personale docente, tra cui, nel 1943, anche Frida Kahlo, che insegnava dodici ore alla settimana in una classe di pittura. Per le convinzioni politiche degli insegnanti, tutti fautori del nazionalismo messicano, le lezioni si differenziavano molto dalle altre. Invece di lavorare in aula, davanti a modelli di gesso o di copiare dei modelli europei, gli studenti venivano mandati per le strade e le campagne, per trarre ispirazione dalla realtà messicana. Accanto a un insegnamento pratico, ai giovani artisti venivano impartite lezioni di matematica, spagnolo, francese, storia e storia dell’arte.
Dato che la maggior parte degli iscritti proveniva da famiglie disagiate, le lezioni e il materiale erano gratuiti. I metodi di insegnamento di Frida Kahlo sorprendeva molti dei suoi studenti; proponeva fin dall’inizio di darsi del tu e cercava d’instaurare un rapporto cameratesco. Non faceva da tutore, ma cercava di favorire lo sviluppo personale degli studenti e una certa autocritica. Cercava di insegnare loro alcuni elementi tecnici di base e la necessaria autodisciplina, commentava le loro opera, evitando però d’intervenire direttamente sul processo creativo.

“L’unico aiuto che ci dava era quello di stimolarci, nient’altro” dicevano i suoi alunni, “non diceva niente sul modo in cui dovevamo dipingere o sullo stile, come faceva invece il Maestro Diego. […] Ci insegnò soprattutto l’amore per la gente, ci faceva amare l’arte popolare”. Diceva loro:” Muchacos, chiusi qui dentro, a scuola, non possiamo fare niente. Andiamo fuori, in strada, dipingiamo la vita della strada.”

La-colonna-rotta

Busto La colonna rotta ( Corsé La columna rota)
(1944 circa)
Olio su busto di gesso
Città del Messico, Museo Frida Kahlo



Dopo alcuni mesi però, per problemi di salute, Frida Kahlo fu costretta a insegnare nella sua casa di Coyoacán. Continui dolori alla schiena e al piede destro le rendevano impossibile recarsi a scuola, tanto più che le venne prescritto il riposo assoluto. Dovette indossare busti di acciaio, che ritroviamo in questo autoritratto del 1944: il suo busto è aperto verticalmente nel mezzo e sembra tenuto unito e dritto solo dalle fasce del corsetto.

Al posto della malandata colonna vertebrale della pittrice si vede una colonna ionica rotta in diversi punti. Il motivo della ferita aperta, della carne lacerata, viene ripreso sullo sfondo dalle spaccature del desolato paesaggio, che in un certo qual modo diventa simbolo della sua sofferenza e della sua solitudine. Il suo volto immobile e impassibile è rigato dalle lacrime. Ma ancor di più rappresentano le sue sofferenze gli innumerevoli chiodi conficcati nel viso e nel corpo, che ricordano il martirio di san Sebastiano, trafitto dalle frecce. Il telo bianco avvolto intorno ai fianchi si richiama all’iconografia cristiana.

Nei suoi dipinti ella si riferisce alle raffigurazioni di Cristo, dei santi e dei martiri che si possono trovare in quasi tutte le chiese messicane e in molti altari domestici. La pittrice cercava di esprimere in modo drastico la sofferenza e il dolore raffigurando corone di spine, frecce, coltelli, cuori e ferite aperte. Questo ricorrere a elementi dell’iconografia cristiana, come l’imitazione degli ex voto, non va interpretato come manifestazione della sua fede cattolica.
Frida Kahlo condivideva l’atteggiamento anticlericale degli intellettuali messicani e della politica messicana postrivoluzionaria. Le chiese erano state chiuse per distruggere l’eccessivo potere del clero. La pittrice interpretava piuttosto queste raffigurazioni da lei prese a modello come espressione della fede popolare, conservata anche indipendentemente dalla chiesa cattolica. In tal modo poteva utilizzare il linguaggio figurativo cristiano per i suoi scopi e presentarsi nel ruolo della martire. (M.@rt)





Edited by Milea - 13/7/2021, 14:18
 
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