Frida Kahlo, Autoritratti

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Autoritratti1p


Frida Kahlo, Autoritratti



Il 17 settembre 1925 l’autobus diretto a Coyoacán su cui era salita Frida Kahlo con Alejandro Gómez Arias per far ritorno a casa dopo la scuola, si scontrò con un tram. Diverse persone morirono sul colpo e Frida rimase gravemente ferita, tanto che i medici non poterono assicurare che sarebbe sopravvissuta.
L’incidente la costrinse a passare un mese in ospedale e tre a letto. Sebbene in un primo momento sembrasse completamente guarita, in seguito continuò a soffrire di dolori alla colonna vertebrale e al piede destro; inoltre si sentiva sempre spossata.
Circa un anno dopo l’incidente venne mandata nuovamente in ospedale. Fino ad allora non le era stata fatta alcuna radiografia per controllare lo stato della colonna vertebrale. Venne rilevata una frattura alla vertebra lombare, per cui dovette portare per nove mesi, diversi busti di gesso.

In questo periodo scrisse numerose lettere ad Alejandro Gómez Arias, descrivendogli le sue condizioni di semi o totale infermità. Proprio in quei mesi, per vincere la noia e il dolore, cominciò a dipingere. Raccontò un giorno allo storico dell’arte Antonio Rodriguez: “Ritenevo d’avere abbastanza energia per fare qualcos’altro che non fosse studiare per diventare medico. Senza darvi troppa importanza, cominciai a dipingere”.



autoritratti2p


“Da molti anni mio padre teneva in un angolo del suo piccolo studio fotografico, una scatola di colori a olio, un paio di pennelli in un vecchio bicchiere e una tavolozza. Gli piaceva dipingere e disegnare paesaggi vicino al fiume Coyoacán, e qualche volta eseguiva litografie al cromo. Già da bambina mi sentivo attratta dalla scatola dei colori, senza saper il perché. Nel periodo in cui dovetti rimanere a lungo a letto approfittai dell’occasione e chiesi a mio padre di darmela. Me la prestò, come un bambino a cui si porta via un giocattolo per darlo al fratello malato.

Mia madre fece preparare da un falegname un cavalletto, se così si può chiamare quell’arnese da applicare al letto, perché il busto di gesso non mi permetteva di stare dritta. Così comincia a dipingere il mio primo quadro, il ritratto di un’amica”.

frida-kahlo-interior-bedroom

Il letto venne ricoperto da un baldacchino, sul cui lato inferiore fu montato un grande specchio, in cui riflettersi e farsi da modello. Così ebbero inizio i numerosi ritratti, decisamente predominanti nell’opera di Frida Kahlo, presenti praticamente in tutti i suoi diversi periodi creativi. Un genere a proposito del quale più tardi avrebbe detto:” Dipingo me stessa perché trascorro molto tempo da sola e perché sono il soggetto che conosco meglio”.

Questa sua affermazione descrive l’elemento più evidente di quasi tutti i suoi autoritratti a figura intera: la pittrice riprende se stessa sullo sfondo, sia questo un misero paesaggio o stanze vuote e fredde, che riflettono la sua solitudine.
Anche gli autoritratti a mezzo busto o del solo volto indicano questa sua sensazione: quando si ritrae a fianco di uno dei suoi animali domestici, sembra una bambina che cerca protezione nell’orsacchiotto o nella bambola.

Questi ritratti a mezzo busto e del volto vengono spesso completati da attributi di significato simbolico. Invece i ritratti a figura intera, spesso integrati da una rappresentazione scenica, presentano soprattutto elementi tratti dalla vita dell’artista: il rapporto col marito Diego Rivera, le sue condizioni fisiche, l’incapacità di portare a termine una gravidanza, come pure la sua filosofia di vita e la sua concezione della natura e del mondo.

Con queste rappresentazioni molto personali, ella infranse i tabù riguardanti soprattutto il corpo e a sessualità femminili. Già negli anni cinquanta Diego Rivera aveva dichiarato che ella era “la prima donna nella storia dell’arte ad aver affrontato con assolta e inesorabile schiettezza, si potrebbe dire in modo spietato me nel contempo pacato, quei temi generali e particolari che riguardano esclusivamente le donne”.


Autoritratti3p


Il lungo periodo che trascorse costretta a letto, le diede l’opportunità di confrontarsi con la sua immagine allo specchio. Questo tipo di autoanalisi si verificò in un momento in cui, sfuggita alla morte, cominciava a scoprire e vivere il suo mondo in modo nuovo e più consapevole:” Da quel momento fui ossessionata dall’idea di cominciare daccapo, di dipingere le cose proprio come le vedevo e nient’altro” dichiarò a Rodríguez.
E la fotografa Lola Alvarez Bravo osservò che, dipingendo, la pittrice aveva cominciato quasi una nuova vita e che l’incidente era stato una specie di rinascita in cui s’era rinnovato il suo amore per la natura, per gli animali, per i colori e per i fiori, per tutto ciò che era bello e positivo.

Gli autoritratti l’aiutarono a farsi un’immagine della propria persona e a ricrearla sia nell’arte sia nella vita, per trovare una nuova identità. Questa può forse spiegare perché gli autoritratti presentano solo piccole differenze. Con il volto sempre uguale, come una maschera che quasi non lascia trapelare alcun sentimento e stato d’animo, l’artista volge lo sguardo verso lo spettatore. I suoi occhi, sovrastati dalle sopracciglia scure, particolarmente marcate, che si uniscono alla radice del naso come ali d’uccello, sono di grande effetto. (M.@rt)







Edited by Milea - 13/7/2021, 14:28
 
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Autoritratto-1923

Frida Kahlo, Autoritratto
( Autorretratto)
(1923)
Affresco con cornice di metallo, 62.8 x 48.2 cm
Proprietà ignota






very-ugly
Autoritratto “very ugly”
( Autorretratto “very ugly” )
(1933)
Affresco montato su fibra dura, 7.4 x 22.2 cm
Collezione privata



La scritta è incompleta perchè l’affresco
è molto rovinato ai lati e agli angoli (M.@rt)






Edited by Milea - 13/7/2021, 14:30
 
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Self-portrait-in-a-Velvet-Dress
Frida Kahlo, Autoritratto con vestito di velluto
(Autorretrato con traje de terciupelo - Self-portrait in a Velvet Dress )
(1926)
olio su tela, 79.7 x 60 cm
Città del Messico, lascito di Alejandro Gómez Arias



Questo autoritratto è il primo vero dipinto di Frida Kahlo. Lo realizzò per regalarlo all’amato Alejandro Gómez Arias che l’aveva lasciata per cercare di convincerlo a tornare da lei.

Nello stesso periodo vennero realizzati altri ritratti di compagni di compagni di scuola, amiche e amici; alcuni vennero distrutti dalla pittrice stessa, altri sono andati perduti. Sono esempi dei suoi primi esperimenti pittorici. Fino al 1925 il suo talento in questo campo venne stimolato dalle lezioni di disegno di Fernando Fernández, un amico del padre e noto grafico pubblicitario, il cui studio si trovava vicino alla scuola della Kahlo che le offrì un posto di apprendista per aiutarla economicamente. Lo stesso Fernández fu sorpreso dal suo talento. Nonostante il suo interesse per le arti figurative, fino al settembre del 1925 Frida non aveva ancora pensato d’intraprendere la carriera artistica. Ma presto avrebbe cambiato idea.

Il ritratto dignitoso e aristocratico riflette l’interesse di Frida per la pittura rinascimentale italiana: il collo manieristicamente allungato ricorda i dipinti del Parmigianino e di Amedeo Modigliani. (M.@rt)





Edited by Milea - 13/7/2021, 14:33
 
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Autorretratto-El-tiempo-vuela

Frida Kahlo, Autoritratto “Il tempo vola”
(Autorretratto el tiempo vuela )
(1929)
Olio su fibra dura, 86 x 68 cm.
Collezione privata



Nel suo secondo autoritratto ella si raffigurò in modo completamente diverso rispetto all’ Autoritratto con vestito di velluto, dipinto nel settembre 1926, che aveva regalato al suo compagno di allora Alejandro Gómez Arias: è evidente come il suo stile si sia trasformato. In questo dipinto si riflette il suo interesse per la pittura rinascimentale italiana. Al posto del ritratto dignitoso e aristocratico, un po’ malinconico e dal collo manieristicamente allungato, che ricorda i dipinti di Modigliani, ora frontalmente rivolto verso lo spettatore c’è un volto fresco, dalle guance rosse, con un’espressione simpatica, positiva, che rivela una certa sicurezza.

L’abbigliamento elegante con preziosi ricami in broccato viene sostituito da una semplice camicetta di cotone, un capo di vestiario ancora oggi molto in uso in Messico. Lo sfondo stile Art Nouveau che si ritrova anche nel dipinto Ritratto di Alicia Galant è stato squarciato: una tenda mezza aperta nel mezzo e trattenuta lateralmente da due grossi cordoni, ci lascia vedere sopra la ringhiera di un balcone il cielo, dove volteggia un piccolo aereo a elica.
A destra, dietro la spalla di Frida Kahlo, si può scorgere una colonna tortile sulla quale, inaspettatamente, è appoggiata una profana sveglia di metallo, invece dell’atteso gioiello o oggetto di valore. Raffigurando l’aeroplano e l’orologio ella illustra il detto popolare “il tempo vola”. (M.@rt)




Edited by Milea - 13/7/2021, 14:41
 
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autoitratto1930

Frida Kahlo, Autoritratto
(1930)
Olio su tela, 65 x 54 cm.
Boston (MA),per gentile concessione del Museum of Fine Arts, prestito anonimo






Edited by Milea - 13/7/2021, 15:58
 
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Autoritratto-con-collana

Frida Kahlo, Autoritratto con collana
( Autorretratto con collar)
(1933)
Olio su metallo, 34.5 x 29.5 cm
Città del Messico, Collezione Jacques & Natasha Gelman



A Detroit Frida Kahlo riuscì lentamente a superare il drama dell’aborto e ritrovò la gioia di vivere. In questo autoritratto indossa una collana di giada precolumbiana. E’ giovane e bella e appare più sicura di sè che negli autoritratti del 1929 e del 1930. All’inizio del 1938 il quadro venne acquistato dall’attore Americano Edward G. Robinson. (M.@rt)




Edited by Milea - 13/7/2021, 15:59
 
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Frida-Kahlo-self-portrait-with-curly-hair

Frida Kahlo, Autoritratto con capelli ricci
(Autorretrato con Pelo Rizado - Self Portrait with Curly Hair)
(1935)
Olio su latta, 19.3 x 14.7 cm

Private Collection California, USA




Frida-Kahlo-fulang-chang-and-i-1937

Frida Kahlo, Fulang Chang e io
(1937)
Olio su fibra dura, 40 x 28 cm
New York, MoMa Museum of Modern Art, USA






Edited by Milea - 13/7/2021, 16:01
 
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recuerdo

Frida Kahlo, Ricordo o il cuore
(Recuerdo o el Corazón - Memory or The Heart)
(1937)
Olio su metallo, 40 x 28 cm
Parigi, Collezione Michel Petitjean



In quest’opera Frida Hahlo esprime, attraverso la pittura, la sua sofferenza interiore provocata dalla relazione amorosa tra il marito e la sorella, nel 1934. Ai suoi piedi c’è il cuore spezzato; le dimensioni esagerate simbolizzano la violenza del suo dolore. La mancanza delle mani esprime il suo semso di abbandono e di disperazion. Frida Kahlo regalò questo dipinto a Michel Petitjean, il direttore della Galerie Renou et Colle di Parigi. (M.@rt)





Edited by Milea - 13/7/2021, 16:02
 
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frida-kahlo-Autorretrato-con--Mono

Frida Kahlo, Autoritratto con scimmia
(Autorretrato con Mono - Self Portrait with a Monkey )
(1938)
Olio su fibra dura, 40.6 x 30.5 cm
Buffalo, NY, Albright Knox Art Gallery, USA



Nella mitologia messicana la scimmia è il protettore delle danze, ma nel contempo anche un simbolo di concupiscenza. In questa raffigurazione però l’animale è solo un essere vivente, tenero e dotato di un’anima che abbraccia la pittrice con fare protettivo. Il quadro venne commissionato da A. Conger Goodyear, allora president del Museum of Modern Art di New York dopo aver visto una sua esposizione presso la galleria di Julien Levy nell’ottobre del 1938. In un primo momento avrebbe voluto comprare il dipinto Fulang Chang e io, già di proprietà di Mary Shapiro Sklar. (M.@rt)





Edited by Milea - 13/7/2021, 16:03
 
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Frida-Kahlo-the-frame

Frida Kahlo, Autoritratto “The frame”
(Autorretratto “The frame” )
(1938 circa)
Olio su alluminio e vetro, 29 x 22 cm.
Parigi, Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou



Nel 1939 a Parigi venne allestita la mostra “Mexique”, organizzata da André Breton, in cui vennero esposti dipinti messicani, sculture, fotografie e oggetti d’arte popolare. Venne presentato anche questo suo autoritratto, acquistato poi dal Louvre, prima opera di un artista messicano del Novecento presente nel museo. Il ritratto e lo sfondo azzurro sono dipinti su lastra di alluminio; gli ornamenti floreali e i due uccelli sono dipinti su vetro e poi applicati al dipinto. (M.@rt)




Edited by Milea - 13/7/2021, 16:04
 
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Itzcuintli-Dog-with-Me

Frida Kahlo, Autoritratto con cane itzcuintli
(Perro itzcuintli conmigo - Itzcuintli Dog with Me)
(1938 circa)
Olio su tela, 71 x 52 cm
Dallas, Collezione privata, Texas, USA



Il dipinto mostra una donna giovane e seducente, dal viso pieno e dalle labbra sensuali; tuttavia nel quadro regna una sensazione di solitudine. Solo il cagnolino itzcuintli le dà quel senso di protezione e quella tenerezza che lei spesso cercava nei suoi animali domestici, di cui amava circondarsi per compensare la mancanza del figlio da lei tanto desiderato. Una radiografia di questo dipinto, fatta in occasione di un restauro, ha rivelato la presenza di un’opera precedente, con piccoli uccelli e piante intorno a uno stagno. (M.@rt)





Edited by Milea - 13/7/2021, 16:06
 
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the-two-frida

Frida Kahlo, Le due Frida
(Las dos Fridas - The Two Fridas)
(1939)
Olio su tela, 173.5 x 173 cm
Città del Messico, Museo de Arte Moderno



Sempre più lontana da Diego Rivera, nell’estate del 1939, l’artista lasciò la loro casa comune di San Angel e si trasferì nella casa dei genitori a Coyoacán. Nell’autunno seguente i due chiesero il divorzio, che ebbe luogo il 6 novembre 1039. L’autoritratto Le due Frida, che mostra le due personalità di Frida Kahlo, venne terminato poco dopo il divorzio; con questo dipinto ella affronta la separazione e il divorzio.

La parte di se stessa ammirata e amata da Rivera, la Frida messicana con il costume Tehuana, tiene in mano un amuleto con il ritratto del marito da bambino, che faceva parte della sua eredità e che ancor oggi è conservato nel museo Frida Kahlo. Accanto a questa è seduto il suo alter ego, una Frida che con un vestito di pizzo appare più europea.
La pittrice mostra i cuori delle due donne collegati da una vena. Gli altri due capi della vena sono staccati. Con la perdita dell’amato, alla Frida europea è stata strappata una parte di se stessa: dal taglio sgorga del sangue che viene fermato a fatica da una pinza chirurgica. La Frida respinta rischia di morire dissanguata.

“Quel giorno di dicembre dell’anno 1939” raccontò il critico d’arte MacKinley Helm, “in cui arrivò una pila di documenti che convalidavano la separazione di Rivera, bevvi un tè con Frida Kahlo de Rivera nell’atelier della sua casa natale. […] Frida era molto malinconica. Disse di non essere stata lei a chiedere la separazione, bensì Rivera. Egli aveva cercato di farle capire che un distacco sarebbe stato per entrambi la cosa migliore e l’aveva convinta a lasciarlo. Non era tuttavia a convincerla che sarebbe stata più felice e che sarebbe andata avanti con la sua carriera non appena si fosse divisa da lui”.


Two-fridas


La separazione le creò gravi difficoltà. “Per disperazione bevve molto alcool”, scrisse Henriette Begun nel suo rapporto medico. In questo periodo di solitudine, Frida Kahlo lavorò in modo molto intense. Dato che non voleva accettare alcun aiuto finanziario da Rivera, cercò di guadagnarsi da vivere con la pittura. “Finché vivo, non accetterò più denaro da un uomo”, affermò con sicurezza. Negli anni seguenti realizzò una serie di autoritratti che colpiscono per la loro notevole somiglianza, per le loro concordanze. Si distinguono tuttavia per gli attributi che fanno da cornice, i diversi sfondi e i colori diversi, ispirati all’arte messicana. Con queste variazioni la pittrice riuscì ad esprimere diversi stati d’animo e al tempo stesso a dissimulare il fatto che si trattasse di una produzione quasi in serie, destinata alla vendita.

Il contrasto tra la ricca messa in scena, le decorazioni del vestito, l’acconciatura e il volto chiuso in sé, serio e immobile, crea nelle opera una particolare tensione, come se il viso rappresentato fosse una maschera dietro a cui si nascondono i veri sentimenti della pittrice. Nell’autoritratto La maschera si trova infine l’opposto di questo principio: la maschera di cartapesta raffigurata mostra i sentimenti che il volto non rivela. Il volto diventa maschera e la maschera volto. (M.@rt)



Frida-Kahlo-mascara

Frida Kahlo, La maschera
(La máscara - The Mask)
(1945)
Olio su tela, 40 x 30.5 cm.
Città del Messico, Collezione Dolores Olmedo






Edited by Milea - 13/7/2021, 16:09
 
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Autoritratto-con-scimmia-1940

Frida Kahlo, Autoritratto con scimmia
(Autorretrato con mono - Self Portrait with monkey )
(1940)
Olio su fibra dura, 55.2 x 43.5 cm
Caracas, Collezione Otto Atencio Troconis








Autoritratto-con-corona-di-spine

Frida Kahlo, Autoritratto con corona di spine
(Autorretrato con collar de espinas - Self Portrait with necklace of thorns)
(1940)
Olio su fibra dura, 65 x 54 cm
Austin, Harry Ransom Humanities Research Center Art Collection, The University of Texas, USA








Edited by Milea - 13/7/2021, 16:10
 
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Autoritratto-con-i-capelli-tagliati_0

Frida Kahlo, Autoritratto con i capelli tagliati
(Autorretrato con Pelo Cortado - Self Portrait with Cropped Hair )
(1940)
Olio su tela, 40 x 27.9 cm
New York, MoMa, Museum of Modern Art, USA



Dopo il divorzio, la nuova indipendenza viene tematizzata anche nel dipinto Autoritratto coi capelli tagliati, in cui, al posto dell’abito femminile degli altri autoritratti, indossa un vestito da uomo, ampio e scuro.
Si è appena tagliata i capelli con le forbici che tiene ancora in mano; una delle ciocche è appoggiata alla coscia, le altre sembrano serpeggiare per la stanza, sul pavimento, sulle gambe e sulle traverse delle sedie.
Il verso di una canzone sul margine superiore suggerisce il motivo dell’azione:” Vedi se t’amavo era per i tuoi capelli; adesso che sei rapata non t’amo più”. Il testo è tratto da una canzone messicana, molto in voga nei primi anni quaranta, che viene illustrate dal dipinto in modo scherzoso.

Frida, che come dice la canzone si sentiva amata solo per le sue qualità femminili, decise di rinunciare ad esse e a quell’immagine di donna che le veniva richiesta. Si sbarazzò dei suoi capelli, simbolo di bellezza femminile e di sensualità, come aveva già fatto nel 1934/35 durante la separazione da Rivera.
Inoltre rinunciò all’abito Tehuana, che piaceva tanto al suo ex marito, indossando in sua vece, un abito maschile talmente ampio che avrebbe potuto essere del corpulento Rivera. Come unico attributo esclusivamente femminile le rimasero gli orecchini. (M.@rt)





Edited by Milea - 13/7/2021, 16:14
 
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Autoritratto-dedicato-al-dottor-Eloesser
Frida Kahlo, Autoritratto dedicato al dottor Eloesser
(Autorretrato Dedicado al Dr. Eloesser - Self Portrait Dedicated to Dr Eloesser)
(1940)
Olio su fibra dura, 59.5 x 40 cm.
Collezione privata



Alla fine del 1939 ripresero i dolori alla colonna vertebrale a cui si aggiunse il fastidio provocato da dei funghi sulla mano destra. Seguendo il consiglio del dottor Eloesser nel settembre del 1940 Frida Kahlo si recò a San Francisco, per farsi curare da lui. Per ringraziarlo delle cure che avevano stabilizzato il suo stato di salute, dipinse per lui “con tanto affetto” l’ Autoritratto dedicato al dottor Eloesser.
La dedica all’amico si trova sul margine inferiore del dipinto, su uno striscione bianco tenuto da una mano. La forma della mano si ripete nell’orecchino della pittrice. Ricorda i “milagros” messicani, le offerte votive in metallo, cera o avorio con cui si ringraziano i santi per il soccorso prestato in un momento di bisogno.

Qui mostra la causa della sua sofferenza, la mano infestata dai funghi. Il dottore la liberò da questo martirio, ricordato dalle tracce di sangue lasciate intorno al collo dalla corona di spine di Cristo. Le spine sono anche un simbolo precolombiano per la resurrezione e la rinascita e, come i dettagli sullo sfondo, per la liberazione dal dolore. Dalle foglie sullo sfondo, accanto ai rami secchi e morti, se ne ergono, sporadici, alcuni con dei boccioli freschi e bianchi, che indicano la sua ritrovata energia vitale.

In quel periodo Diego Rivera si trovava a San Francisco; aveva ricevuto l’incarico di dipingere un affresco murale per la “golden Gate International Exposition”. Quando in dicembre propose alla pittrice di risposarlo, lei fu subito d’accordo. “La separazione” disse il pittore “non aveva avuto su nessuno di noi un buon effetto.” Tuttavia Frida Kahlo accettò il matrimonio ponendo alcune condizioni “lei voleva mantenersi da sola, con i proventi del suo stesso lavoro; io dovevo sostenere la metà delle spese di casa, nient’altro; e non avremmo avuto più alcun rapporto sessuale. […]Ero così felice di riavere Frida per me, che accettai tutto.

L’8 dicembre 1940, il giorno del compleanno del pittore, fu celebrato il matrimonio a San Francisco. Poco tempo dopo la pittrice fece ritorno in Messico. Rivera la seguì nel febbraio 1941, dopo aver portato a termine il suo incarico e si trasferì nella sua casa di Coyoacán, mentre continuò a utilizzare come atelier la casa di San Angel. Il loro rapporto era cambiato. Frida Kahlo aveva più fiducia in se stessa, era diventata indipendente dal punto di vista economico e sessuale ed era una famosa pittrice. (M.@rt)





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