YACHT MARY: storia dello yacht olandese del XVII secolo, FOTO

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view post Posted on 17/3/2014, 18:08     +2   +1   -1
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YACHT MARY


Yacht_Mary

Yacht olandese del XVII secolo
Lunghezza 15,85 metri - larghezza 5,80



Lo Yacht Mary possiede la particolare distinzione, di essere il prototipo di tutti gli yacht inglesi e probabilmente in senso globale, anche di quelli attuali. Fu introdotto in Inghilterra dal principe Carlo Stuart; egli era esule a Breda, in Olanda, quando fu proclamato re d'Inghilterra, con il nome di Carlo II. Per il suo ritorno in patria il borgomastro di Amsterdam gli mise a disposizione lo yacht “Mary”, inizialmente costruito per la Compagnia delle Indie Orientali.


YachtMary5



Il re aveva espresso curiosità e ammirazione per questa caratteristica imbarcazione ( già proprietà di suo cugino il principe d’Orange) dalle forme molto piene, con derive laterali, minimo pescaggio e velocissima, tanto che il consiglio della città, con voto unanime, decise di fargliene dono.
Il Mary, forse già in servizio da 10 o 15 anni, fu così scelto e acquistato dal Borgomastro di Amsterdam ( Van Vlooswick) dall’Ammiragliato olandese; abbellito dovutamente, fu spedito in Inghilterra il 12 agosto 1660, quale espressione di dovuta lealtà ed ammirazione per Carlo II.




Fu chiamato “Mary” in onore della moglie di Carlo II, regina d'Inghilterra (che peraltro detestava il mare); meravigliosamente decorato aveva, a poppa, statue e fregi (molto ricorrenti nel barocco olandese), un’ enorme lanterna ed una cabina molto spaziosa.
Inoltre era armato: le aperture degli otto cannoni erano incorniciate, esternamente, da un ricco intreccio di ghirlande lignee. Stazzava 100 tonnellate, aveva 30 uomini di equipaggio; fu utilizzato principalmente per corte e veloci traversate ( Dawpool o Holyhead - Dublino) ad uso dei vip del tempo e, secondariamente, come deterrente delle attività dei corsari sulla medesima rotta.


YachtMary1



Gli olandesi furono praticamente i soli ad adoperare sui loro natanti le derive laterali; i veneziani - che avevano più o meno gli stessi problemi di navigazione in acque basse - usarono invece sulle loro imbarcazioni a fondo piatto, come deriva, la pala del timone.
Il suo destino fu segnato in una nebbiosa notte del 1675, il 12 maggio, quando in una rotta da Dublino a Chester, per il trasporto di alcuni notabili, urtò contro una roccia.
Nel momento in cui il natante si adagiava su un fianco ed il lungo albero toccava le rocce dello Sherry, 39 uomini poterono salvarsi, ma altri 35, incluso il capitano, persero la vita nel naufragio.
L’epopea dei sopravvissuti si concluse due giorni dopo quando furono avvistati da una nave proveniente da Wicklow.


YachtMary3



Il “Mary” ebbe grande successo in Inghilterra tanto che i nobili ne costruirono molti altri dello stesso tipo per diporto e regate.
Se per gli olandesi il vocabolo ”jacht” significava “ cacciatore”, per gli inglesi esso fu immediatamente reso sinonimo di “natante da diporto” e da esso derivò successivamente il gerundio “yachting” per indicare le regolari gare di velocità di queste imbarcazioni.(M@rt)




Edited by Milea - 14/8/2021, 10:27
 
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view post Posted on 14/8/2021, 10:31     +1   -1
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Yacht:
alle origini di una grande storia





Il termine “yacht” e conseguentemente “yachting” deriva dalla espressione olandese “jaght”, “iagd”,”iagden”,che significa correre, cacciare velocemente, inseguire: lo jaght vogel è un uccello predatore simile al falco, veloce come il fulmine,è ed è stato sempre anche in passato un tipo di imbarcazione rapida costruita quasi esclusivamente per il piacere del proprietario, pur mantenendo le stesse caratteristiche di altri battelli leggeri a vela che avevano compiti di esplorazione, di avviso, di mezzo rapido di comunicazione, di commercio.
“Jaght schips” erano quindi chiamati quei mezzi navali di dimensioni ridotte da utilizzarsi anche per piccolo cabottaggio tanto per diporto che per operazioni belliche.

Le condizioni ambientali locali e l'acqua bassa richiedevano l'uso di imbarcazioni con poco pescaggio; lo yacht fu la più diffusa di queste imbarcazioni.
Sembra che, come tale, lo yacht sia nato verso il 1580, pressapoco nello stesso periodo della costituzione della Repubblica dei Paesi Bassi. Era armato a tarchia (Vela di forma quadrilatera, col vertice superiore poppiero molto acuminato e disteso da un'asta disposta diagonalmente alla vela, che poggia al piede dell'albero, presso la mura) con scafo basso, e dotato di due caratteristiche derive laterali.



Vela a tarchia



Riscosse favore anche fuori dell'Olanda. La Marina Francese ne incorporò un certo numero ed uno fu addirittura portato, attraverso la Senna e poi per via terra, a Versailles dove, varato nel Gran Canale, servì per gli svaghi del re e della sua corte.
In Inghilterra fu introdotto nel 1660 dal principe Carlo Stuart. Egli era esule a Breda, in Olanda , quando fu proclamato re d'Inghilterra con il nome di Carlo II.
Per il suo ritorno in patria il borgomastro di Amsterdam gli mise a disposizione lo yacht “Mary”, inizialmente costruito per la Compagnia delle Indie Orientali.

Il re manifestò tanto interesse ed entusiasmo per questa caratteristica imbarcazione di forme molto piene, con derive laterali, con minimo pescaggio e velocissima che il consiglio della città, con voto unanime, decise di fargliene dono.
Il “Mary” (il nome era quello della moglie di Carlo II, regina d'Inghilterra, che peraltro detestava il mare) era meravigliosamente decorato; aveva, a poppa, statue e fregi (molto ricorrenti nel barocco olandese), una enorme lanterna ed una cabina molto spaziosa. Era lungo 15,85 metri e largo 5,80.

Il “Mary” ebbe grande successo in Inghilterra tanto che i nobili ne costruirono molti altri dello stesso tipo per diporto e regate.
In inglese il nome “yaght” divenne “yacht” e da esso derivò successivamente il termine “yachting” per indicare le regolari gare di velocità di queste imbarcazioni. Gli olandesi furono praticamente i soli ad adoperare sui loro natanti le derive laterali.

Gli olandesi peraltro primeggiarono tra tutti anche introducendo nello yacht le vele auriche e sostituendo successivamente l'originale attrezzatura a tarchia con la randa a picco senza boma in un'epoca in cui regnavano incontrastate solo vele quadre e latine.



Vela latina


Vela triangolare. Quella per l'albero di maestra si distingueva, a seconda della forza del vento, in: bastarda (la maggiore), borda (la mediana), marabutto (la minore). Nella tempesta si usava una vela quadra (trevo), inferita sopra una verga di fortuna.

E' curiosa l'origine del nome di questa vela, che non deriva dal popolo dei Latini, ma piuttosto dalla corruzione della definizione di "vela alla trina", cioè triangolare, in contrapposizione alla classica vela quadrangolare, cioè "alla quadra".

Randa


Vela aurica, a forma di trapezio irregolare, allacciata con il lato superiore a una verga inclinata (picco) e con il lato prodiero all'albero, cui s'appoggia il picco. In generale il lato inferiore della randa si distende lungo quella trave orizzontale chiamata Boma, nella cui estremità poppiera passa la corda destinata ad aprire e distendere la vela (scotta).

Randa di maestra


I fiocchi apparvero sugli yacht olandesi alla fine del XVI secolo, ma furono adottati dalle altre marine nella prima metà del '700. (M@rt)

randa_di_maestra
randa di maestra


vela_latina
vela latina



 
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