Le origini del Palio di Siena

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Milea
view post Posted on 6/7/2014, 00:22 by: Milea     +11   +1   -1
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La contrada

Nella Siena di oggi, la patria non è la città, ma la contrada

William Heywwod The Palio of Siena



Le_contrade


Il termine "Contrada" deriva da con-strata, cioè unione di strade. Anticamente le Contrade erano circoscrizioni cittadine, con una via principale, un Oratorio, nuclei familiari. Vi appartenevano uomini che pagavano le tasse, provvedevano al mantenimento di strade e servizi, fornivano uomini alle Compagnie Militari. Ogni contrada aveva Sindaco e consiglieri (che più tardi vennero chiamati collettivamente "il seggio"), con sede presso una Chiesa o Oratorio, e il Sindaco dipendeva direttamente dal Podestà.
E' comunque difficile stabilire il momento esatto in cui le contrade emergono come unità socio-politiche. Una delle più antiche divisioni territoriali di Siena è infatti quella dei Terzi o Terzieri, basata probabilmente sul fatto che Siena è costruita su tre colli. I Terzieri sono:
Terzo di Città (stendardo rosso con croce bianca);
Terzo di San Martino (stendardo rosso-vinato con, al centro, le figure di S.Martino a cavallo e del povero);
Terzo di Camollia (stendardo bianco con una K nera al centro).

Neppure la data esatta di questi terzi si conosce con esattezza, ma sembra che alla fine del '200 esistessero già. Antichi resoconti riportano che alcune gare venivano disputate tra squadre rappresentanti dei terzi: per esempio, sappiamo di una battaglia di elmora che si giocò alla fine del '200 tra i Terzi di San Martino e di Camollia alleati contro il Terzo di Città. E' abbastanza probabile che la suddivisione in terzi fosse parte semplicemente di un'espressione della predilezione medievale per le divisioni tripartite. Non solo lo spazio ma anche il tempo era diviso in tre parti: fino a non molto tempo fa, infatti, terzo voleva dire "venti minuti" - un terzo di ora.

Comunque appare fin da subito che ciascuno dei tre terzi consisteva di un raggruppamento di Contrade. A un certo punto sembra quasi che ciascun terzo ne contenesse circa una ventina, ma con il calo della popolazione dovuto a guerre e epidemie, diminuì il loro numero. Alcune contrade si fusero, altre vennero soppresse. Dopo gli effetti della disastrosa Peste Nera nel 1348, pare che il numero delle contrade fosse ridotto a 42. Questa cifra è confermata dal titolo di un documento del 1723: Relazione distinta delle quarantadue Contrade..., Siena, 1723. La ragion d'essere di queste suddivisioni cittadine era almeno in parte di natura militare. Ogni contrada aveva il compito di fornire soldati all'esercito senese, e di contribuire alla difesa della città. Alla fine, comparvero svariate piccole compagnie militari, anche se il rapporto fra queste compagnie militari e le contrade moderne non è del tutto chiaro. Al giorno d'oggi la più ovvia sopravvivenza di queste antiche compagnie militari sono le squadre di giovani che rappresentano la contrada nel corteo storico che precede il Palio.


contrade_di_siena


In ogni caso, le quarantadue contrade di un tempo si ridussero sempre più, fino a che il 13 settembre 1729 ne erano riamaste solo diciassette. In quell'anno, per dirimere tutta una serie di dispute sui confini territoriali, (nel 1726 ci fu una lite di confini fra l'Aquila, la Selva, l'Onda, l'Oca, la Tartuca e la Pantera) la Principessa Violante di Baviera emise un decreto che fissava il loro numero in diciassette, "tolta la facoltà di ritrovarne o riassumerne delle nuove", e stabiliva con esattezza i loro confini. L'assetto del 1729 volle dividere, col territorio, anche la popolazione "acciò avendo tutte un ugual numero di abitatori possano fare decorosa ed ugual comparsa, nell'occasione delle pubbliche feste".

Il Bando è rimasto in vigore sotto il Granducato di Toscana, il Regno d'Italia e poi la Repubblica, spesso invocato a dirimere controversie sorte tra Contrade confinanti sull'appartenenza di un edificio costruito o ristrutturato in epoca successiva. Da allora anche i nomi e i simboli delle Contrade sono rimasti immutati. Va comunque notato che al tempo del Bando, la popolazione urbana di Siena, cioè entro le mura, assommava a circa 15.000 abitanti; nel 1833 ne furono censiti 18.860, nel 1971 18.161 e nel 1981 soltanto 14.984; ma a quest'ultima data risultarono anche 46.990 abitanti fuori dalle mura.

Altra questione che fu risolta nel 1745 fu quella della partecipazione alle corse, che era dapprima libera e illimitata. Venne introdotto l'uso del sorteggio e da allora si tirarono a sorte soltanto dieci contrade; poi si ammisero, al Palio successivo le sette rimaste escluse, con altre tre estratte a sorte. Fino al 1699 cavalli e fantini furono scelti direttamente dalle Contrade. Successivamente furono assegnati per "tratta", cioè per sorteggio.

Ciascuna contrada ha un nome basato su un suo simbolo o gruppo di simboli: la maggior parte di questi simboli sono animali, veri o immaginari. In occasione delle bufalate e delle cacce che si tenevano sul Campo nel '500, i rappresentanti della Contrada costruivano un grande carro allegorico o un modello del loro animale simbolico, e spesso facevano il loro ingresso in campo proprio sopra o sotto questi marchingegni a forma di oca, elefante, giraffa, pantera, etc. Questi carri avevano una funzione estetica, ma servivano anche da riparo per i cacciatori dalla furia delle bestie (vedi Origini del Palio).

Ogni contrada ha dei colori suoi propri


I colori e i costumi di contrada hanno subito dei cambiamenti attraverso i secoli. Talvolta le reazioni della folla a certe combinazioni di colori sono state influenzate dalle vicissitudini politiche. Per esempio, nel 1850, la folla fischiava l'Aquila perchè il giallo e il simbolo dell'Aquila venivano identificati con l'odiato governo austriaco di quell'epoca. Nel 1859 invece la bandiera aveva un'aquila naturale, e la corona imperiale fu sostituita da una stella a cinque punte.
La Tartuca invece, sull'ondata degli entusiasmi per le riforme concesse da Pio IX, il 26 settembre 1847 sostituì nero con bianco nel suo vessillo giallonero, e adottò un'insegna bianca e gialla uguale a quella papale. Due anni dopo, svanite le speranze che i patrioti tartuchini avevano riposto in Pio IX, la loro bandiera tornò puntualmente gialla e nera. Così i colori erano gli stessi dell'Impero, e la bandiera divenne invisa a molti per questa coincidenza. Il Palio del 2 luglio 1851. Fu infine nel 1858 che mutò il nero con il turchino.

Al contrario l'Oca veniva applaudita perchè i suoi colori, bianco rosso e verde erano associati all'ascesa del nuovo stato italiano libero. Nella tradizione orale è rimasta la storia dell'Alfiere e patriota Daradi, ocaiolo, che scagliò con precisione la propria insegna davanti a Leopoldo II di Lorena, il quale assisteva alla parata dal Casino dei Nobili. Per seguirne la parabola, il Granduca prima alzò e poi abbassò il capo in un involontario inchino, che in Piazza fu salutato da applausi, lazzi e risate. E come conseguenza si ordinò che il rosso della bandiera venisse sostituito con il rosa. L'Oca riprese le proprie insegne solo nel 1859, dopo la dipartita del Granduca. Oltre a questi simbolismi-storico politici, la tradizione ha sempre attribuito simbolismi più astratti e meno contingenti: la gloria e la pace al bianco, la forza e la potenza al rosso, la pace all'azzurro, la nobiltà al giallo. Fonte



Stemmi_contrade





Edited by Milea - 11/6/2017, 18:41
 
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