| Processo Pistorius, svelato sms di Reeva: “Ho paura di te”
Alla quarta settimana dall’inizio del processo a Oscar Pistorius è stato letto oggi in aula un sms inviato da Reeva Steenkamp all’atleta paralimpico. A volte mi fai paura, per come scatti contro di me, per come reagisci con me... Da quando sei rientrato da Città del Capo, mi aggredisci continuamente. Io capisco che sei malato, ma questo è crudele». « Sono due messaggini di Whatsapp che Reeva Steenkamp, la fidanzata di Oscar Pistorius, ha mandato all'atleta sudafricano il 27 gennaio 2013. Neanche 20 giorni dopo, il 14 febbraio, Pistorius ha ucciso Reeva a colpi di pistola nel bagno di casa. A suo dire, perchè l'aveva scambiata per un ladro.
Per l'accusa, che sostiene che Oscar ha ucciso la fidanzata durante una lite, è stato un altro punto a favore, dopo le testimonianze di due vicini. Questi nei giorni scorsi avevano parlato di un litigio e di grida di un uomo e una donna nella casa dell'atleta a Pretoria, prima dei colpi. Il perito Francois Moller ha testimoniato oggi in aula di aver estratto 34.654 pagine dall'iPhone della modella e star televisiva 29enne. «Il 90% dei messaggi della coppia sono d'amore», ha detto, ma con alcune eccezioni. Il 27 gennaio, Oscar e Reeva erano andati alla festa di fidanzamento di un'amica di lei. Pistorius però le aveva fatto una scenata, pensando che lei flirtasse con altri, e i due erano andati via prima della fine. «Avrei voluto restare, mi divertivo, ma ora non più - gli scrive lei su Whatsapp -. Da quando sei tornato da Città del Capo, tu mi aggredisci costantemente. Capisco che sei malato, ma è crudele... Io non ho flirtato con nessuno oggi. Quello che mi fa stare male è che tu abbia insinuato questo e che abbia fatto una scenata a tavola che ci ha costretti ad andarcene prima».
E poi, la frase più inquietante: «A volte mi fai paura, per come scatti contro di me, per come reagisci con me... Tu mi rendi felice al 90% del tempo, ed è super stare insieme, ma io non sono un'altra di queste sgallettate rompipalle... Io faccio di tutto per renderti felice e per non dire nulla che possa turbare le cose fra noi».
Per la modella «la nostra è una relazione squilibrata», dove lui ha il diritto di andare «in collera», lei noi. Qualche giorno dopo, l'8 febbraio, Reeva torna a lamentarsi col fidanzato della sua aggressività: «Non posso essere attaccata dagli estranei perchè mi vedo con te ed essere attaccata da te, l'unica persona dalla quale merito protezione». Dall'iPhone della vittima è uscito un altro elemento imbarazzante per l'imputato. I primi giorni del 2013, Pistorius avrebbe sparato con la pistola di un amico dentro un ristorante, fatto che lui ha sempre negato. Ma l'11 gennaio, l'atleta scrive alla fidanzata su Whatsapp: «Angelo, per favore non dire niente a nessuno... Darren (l'amico, n.d.r.) ha detto a tutti che è stata colpa sua. Non posso permettermi che la cosa esca fuori».
Davanti alla Corte, una vicina di casa dell'atleta, Anette Stipp, ha raccontato di aver sentito quella notte tre spari, poi le "urla terrificanti" di una donna, seguite da altri colpi d'arma da fuoco. La procura accusa Pistorius di omicidio volontario, mentre l'atleta sostiene di aver sparato contro la porta chiusa del bagno di casa, pensando che dentro ci fosse un rapinatore. La vicina di casa di Pistorius è uno degli ultimi testimoni dell'accusa che dovrebbe presentare ai giudici anche i tabulati delle telefonate effettuate con due iPhone e due Blackberry, sequestrati nella casa dell'atleta.
Nei prossimi giorni, sarà il turno dei legali di Pistorius che contesteranno il racconto della donna, sottolineando che la modella 29enne non avrebbe potuto urlare, poichè morì immediatatamente e che le grida disperate, sentite dalla testimone, erano in realtà di Pistorius che, secondo gli avvocati, "urla come una donna" quando è in stato di agitazione.
Ma Anette Stipp, nel corso della testimonianza davanti ai giudici, ha insistito ribadendo di aver sentito "senza alcun dubbio, dopo la prima raffica di colpi, una donna che urlava" e "appena prima degli altri colpi, le grida di un uomo", poi il silenzio. Secondo la testimone, le luci della casa di Pistorius erano accese e la finestra del bagno era aperta. Il marito di Stipp, Johan, ha raccontato ai giudici di aver visto l'atleta mentre tentava di rianimare la fidanzata.
Aimee Pistorius embraces an unidentified woman before the court proceedings
Edited by Milea - 24/3/2014, 21:21
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