Oscar Pistorius, si apre a Pretoria il processo contro l'atleta

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Oscar Pistorius, si apre
a Pretoria il processo contro l'atleta



La madre di Reeva: deve guardarmi. Ascoltati in aula a Pretoria i primi testimoni; l’atleta sudafricano è accusato di aver ucciso la fidanzata e ha sempre sostenuto che si trattò di un incidente


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Al processo contro Oscar Pistorius, iniziato nelle prime ore di stamane nell’aula del Tribunale Superiore di Pretoria, hanno cominciato a deporre i primi testimoni. L’imputato, accusato dell’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp nella notte di San Valentino del 2013, ha ascoltato le parole della vicina di casa Michelle Burger la quale ha raccontato di essere stata svegliata in tarda notte dalle «urla terribili di una donna che chiedeva aiuto». La testimone ha aggiunto che anche suo marito si è svegliato ed è corso al balcone e ha poi aggiunto di avere udito «quattro spari».

Nell’aula dove si tiene il processo ci sono almeno un centinaio di giornalisti arrivati da ogni angolo del pianeta. Nel tentativo di dimostrare che l’atleta paralimpico uccise la fidanzata, come ha sempre raccontato, perché la scambiò per un ladro entrato di notte nella sua villa, la difesa utilizzerà molto probabilmente un video in cui Pistorius e la modella si abbracciano e si baciano mentre fanno la spesa in un supermercato di Pretoria
Prima ancora della corte, Pistorius deve affrontare il giudizio della madre della modella, pronta a perdonare chi le ha ucciso la figlia se questi la «guarderà negli occhi», ha detto June Steenkamp, 67 anni, in un’intervista al britannico Mail on Sunday.


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Il Sudafrica si prepara a seguire una vicenda che ha già diviso il Paese, fra innocentisti e colpevolisti, e che ha una portata mediatica con pochi precedenti. Le televisioni di tutto il mondo sono «accampate» di fronte al tribunale per un processo che sarà seguito in diretta. La madre di Reeva è pronta a sfidare questo «circo» e a partecipare alla prima udienza, nonostante il dolore che ancora la lacera e l’incomprensione per quanto è successo. «Qualsiasi cosa deciderà la corte sono pronta a perdonarlo - ha detto - prima però voglio obbligarlo a guardarmi, e vedere il dolore e l’angoscia che mi ha inflitto».


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Secondo i media britannici, il processo dovrebbe durare circa tre settimane. Per Sky News saranno cruciali i rilevamenti fatti dalla polizia scientifica dopo la tragica notte in cui lui aprì il fuoco con la sua pistola da 9mm contro la ragazza attraverso la porta del bagno. «Blade Runner» - com’è soprannominato per le protesi in metallo delle gambe con cui corre - ha ammesso di aver sparato, ma per errore, pensando che nel bagno si nascondesse un ladro, entrato di soppiatto in casa in piena notte.
La perizia balistica mostrerebbe però che la mira fu precisa e i colpi non vennero sparati a caso, come quando si sentono rumori di un intruso o di un potenziale ladro. Secondo gli esperti, inoltre, le tracce di sangue lasciate dalla vittima potranno essere determinanti per far piena luce sulla vicenda.


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Processo Pistorius, testimone
denuncia minacce prima di deporre in aula


Il vicino di casa dell'atleta, che dichiarò di aver sentito grida e spari nella
notte in cui morì Reeva Steenkamp, ha detto di ever ricevuto telefonate minatorie




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Un testimone chiave dell'accusa al processo a Oscar Pistorius per l'omicidio della fidanzata, Reeva Steenkamp, ha affermato di aver subito minacce telefoniche poco prima di deporre in aula. Charl Johnson, un vicino di casa dell'atleta, la sua abitazione si trova a 200 metri da quella di Pistorius, ha testimoniato di aver sentito le urla della vittima e spari nella notte di San Valentino del 2013 quando Reeva fu uccisa. Johnson, che vive a Johannesburg in una casa a 200 metri da quella di Pistorius, ha detto in aula di aver ricevuto delle telefonate quando si trovava già in tribunale per essere ascoltato. "Questa persona mi ha detto che il mio numero di telefono era stato dato nel corso dell'udienza. Gli ho risposto che non ero consapevole di questo fatto e che non avevo (ancora) testimoniato", ha spiegato il testimone. L'uomo, finita la chiamata, ha poi aggiunto di aver notato sul suo telefono diverse chiamate senza risposta e un messaggio vocale registrato dall'estero. "Perchè mentire in tribunale, sappiamo che Oscar non ha ucciso Reeva", queste le parole indirizzate "con tono minatorio" a Johnson nel messaggio. Il giudice per ora non ha commentato l'accaduto.

Durante il processo ha recentemente testimoniato anche sua moglie, Michelle Burger, attaccata durante la deposizione dall'avvocato del corridore sudafricano; Barry Roux ha infatti tentato di smontare il racconto della donna.


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Pistorius in tribunale stringe il rosario tra le mani


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La disperazione di Oscar Pistorius durante il processo per l'omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp. L'atleta paralimpico porta le mani alla testa, come se non volesse ascoltare le testimonianze, e stringe un rosario tra i banchi del tribunale.


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Pistorius vomita davanti alle
immagini dell’autopsia di Reeva


Il campione paralimpico si sente male in aula,
il giudice fa appoggiare un secchio ai suoi piedi



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Oscar Pistorius si è sentito male in aula, arrivando anche al vomito, durante l’udienza sull’omicidio della sua fidanzata Reeva Steenkamp durante la quale sono state proiettate le immagini dell’autopsia. La testimonianza del patologo Gert Saayman non è stata trasmessa né in diretta televisiva né via Twitter per ordine esplicito del giudice, Thokozile Masipa, vista la crudezza delle immagini.


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Un secchio ai piedi dell’atleta. Il campione paralimpico sudafricano deve rispondere dell’accusa di omicidio premeditato per aver, nella notte di San Valentino 2013, sparato più volte contro la donna. Secondo la difesa Pistorius ha agito nel timore che ci fossero dei ladri nella sua casa, per l’accusa si è trattato di omicidio premeditato. La reazione di Pistorius ha fatto sì che il giudice sospendesse brevemente l’udienza e chiedesse al legale dell’atleta di badare al suo assistito. Ai piedi di Pistorius è stato piazzato un secchio e l’udienza è ripresa.

Le ferite di Reeva.Tra le ferite da pallottola descritte da Saayman ci sono quella al lato destro della testa, quella al braccio destro e quella all’anca destra, tutte accompagnate da abrasioni compatibili con l’impatto con una pallottola passata attraverso un oggetto di legno come la porta.



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Edited by Milea - 11/3/2014, 11:17
 
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"Pistorius Non indossava le protesi quando ha
ucciso Reeva": la perizia contraddice l'atleta




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Quando ha sfondato la porta del bagno di casa per raggiungere la sua fidanzata dopo averle sparato Oscar Pistorius non indossava le protesi: è quanto emerge dalla perizia eseguita sulla porta stessa, che contraddice la versione dell'imputato, secondo cui in quel momento portava le protesi.

GUARDA IL VIDEO


La porta, riferisce la Bbc online, era oggi in aula per essere esaminata durante il processo, che vede Pistorius sul banco degli imputati per l'uccisione della sua fidanzata, Reeva Steenkamp, nel febbraio 2013. Pistorius nega l'omicidio doloso, sostenendo di avere scambiato la donna per un ladro. Nell'aula del tribunale, oltre alla porta è stata installata una replica del bagno in cui è stata uccisa la donna.


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Pistorius, mostrate in aula
le foto scattate dopo il delitto



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Alcune foto di Oscar Pistorius insanguinato subito dopo l’omicidio della sua fidanzata Reeva Steenkamp sono state mostrate oggi nell’aula del tribunale di Pretoria dove si svolge il processo. Lo scrive Sky news nel suo sito. In un’immagine l’atleta sudafricano appare a torso nudo con le protesi insanguinate, mentre in un altra si stringe le mani e la mano sinistra è macchiata di sangue.


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Reeva Steenkamp, la fidanzata massacrata da Oscar Pistorius nel 2013, si trovava in piedi in bagno quando è stata colpita all'anca dal primo colpo, prima di cadere a terra e proteggersi la testa con le mani. E' quanto ha spiegato un esperto balistico, al tredicesimo giorno di processo a Pretoria contro l'atleta paralimpico sudafricano.

"Molto probabilmente, la ferita all'anca è stata fatta quando era in piedi davanti alla porta", ha spiegato il capitano della polizia Chris Mangena. "Il colpo le ha spezzato l'anca, l'ha fatta cadere indietro sul porta-riviste", ha aggiunto. E' in questa seconda posizione, che la giovane modella è stata colpita altre due volte: "Era probabilmente seduta in una posizione difensiva", ha dichiarato Mangena, descrivendo come Reeva si era coperta il viso con le braccia.

Un secondo colpo (Pistorius ne ha sparati 4 in totale) le ha perforato da dietro il braccio sinistro, provocandole una contusione al petto: "Le braccia erano tese in alto, all'altezza del petto", ha chiarito l'esperto. Un terzo proiettile ha raggiunto la bellissima 26enne sul lato destro del cranio, mentre teneva le due mani sulla testa e "dopo questa ferita è caduta immediatamente, il busto tra il wc e il porta-riviste". Pistorius era davanti alla porta del bagno quando ha sparato: "Chi ha sparato non indossava probabilmente le protesi alle gambe e ha sparato da una distanza superiore ai 60 centimetri", ha affermato l'esperto balistico.

La distanza da cui il campione paralimpico ha esploso i colpi potrebbe essere cruciale per dimostrare o meno la legittima difesa, con Pistorius che ha dichiarato fin dall'inizio di avere scambiato la fidanzata con un ladro nel bagno. Allo stesso modo è essenziale la sequenza dei colpi, per capire se la vittima è riuscita a gridare e a chiedere aiuto, come affermano i vicini, risvegliati nel cuore della notte.


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Edited by Milea - 11/4/2014, 17:36
 
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Processo Pistorius,
svelato sms di Reeva: “Ho paura di te”




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Alla quarta settimana dall’inizio del processo a Oscar Pistorius è stato letto oggi in aula un sms inviato da Reeva Steenkamp all’atleta paralimpico.
A volte mi fai paura, per come scatti contro di me, per come reagisci con me... Da quando sei rientrato da Città del Capo, mi aggredisci continuamente. Io capisco che sei malato, ma questo è crudele». « Sono due messaggini di Whatsapp che Reeva Steenkamp, la fidanzata di Oscar Pistorius, ha mandato all'atleta sudafricano il 27 gennaio 2013. Neanche 20 giorni dopo, il 14 febbraio, Pistorius ha ucciso Reeva a colpi di pistola nel bagno di casa. A suo dire, perchè l'aveva scambiata per un ladro.

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Per l'accusa, che sostiene che Oscar ha ucciso la fidanzata durante una lite, è stato un altro punto a favore, dopo le testimonianze di due vicini. Questi nei giorni scorsi avevano parlato di un litigio e di grida di un uomo e una donna nella casa dell'atleta a Pretoria, prima dei colpi. Il perito Francois Moller ha testimoniato oggi in aula di aver estratto 34.654 pagine dall'iPhone della modella e star televisiva 29enne. «Il 90% dei messaggi della coppia sono d'amore», ha detto, ma con alcune eccezioni. Il 27 gennaio, Oscar e Reeva erano andati alla festa di fidanzamento di un'amica di lei. Pistorius però le aveva fatto una scenata, pensando che lei flirtasse con altri, e i due erano andati via prima della fine. «Avrei voluto restare, mi divertivo, ma ora non più - gli scrive lei su Whatsapp -. Da quando sei tornato da Città del Capo, tu mi aggredisci costantemente. Capisco che sei malato, ma è crudele... Io non ho flirtato con nessuno oggi. Quello che mi fa stare male è che tu abbia insinuato questo e che abbia fatto una scenata a tavola che ci ha costretti ad andarcene prima».

E poi, la frase più inquietante: «A volte mi fai paura, per come scatti contro di me, per come reagisci con me... Tu mi rendi felice al 90% del tempo, ed è super stare insieme, ma io non sono un'altra di queste sgallettate rompipalle... Io faccio di tutto per renderti felice e per non dire nulla che possa turbare le cose fra noi».

Per la modella «la nostra è una relazione squilibrata», dove lui ha il diritto di andare «in collera», lei noi. Qualche giorno dopo, l'8 febbraio, Reeva torna a lamentarsi col fidanzato della sua aggressività: «Non posso essere attaccata dagli estranei perchè mi vedo con te ed essere attaccata da te, l'unica persona dalla quale merito protezione». Dall'iPhone della vittima è uscito un altro elemento imbarazzante per l'imputato. I primi giorni del 2013, Pistorius avrebbe sparato con la pistola di un amico dentro un ristorante, fatto che lui ha sempre negato. Ma l'11 gennaio, l'atleta scrive alla fidanzata su Whatsapp: «Angelo, per favore non dire niente a nessuno... Darren (l'amico, n.d.r.) ha detto a tutti che è stata colpa sua. Non posso permettermi che la cosa esca fuori».



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Davanti alla Corte, una vicina di casa dell'atleta, Anette Stipp, ha raccontato di aver sentito quella notte tre spari, poi le "urla terrificanti" di una donna, seguite da altri colpi d'arma da fuoco. La procura accusa Pistorius di omicidio volontario, mentre l'atleta sostiene di aver sparato contro la porta chiusa del bagno di casa, pensando che dentro ci fosse un rapinatore. La vicina di casa di Pistorius è uno degli ultimi testimoni dell'accusa che dovrebbe presentare ai giudici anche i tabulati delle telefonate effettuate con due iPhone e due Blackberry, sequestrati nella casa dell'atleta.

Nei prossimi giorni, sarà il turno dei legali di Pistorius che contesteranno il racconto della donna, sottolineando che la modella 29enne non avrebbe potuto urlare, poichè morì immediatatamente e che le grida disperate, sentite dalla testimone, erano in realtà di Pistorius che, secondo gli avvocati, "urla come una donna" quando è in stato di agitazione.

Ma Anette Stipp, nel corso della testimonianza davanti ai giudici, ha insistito ribadendo di aver sentito "senza alcun dubbio, dopo la prima raffica di colpi, una donna che urlava" e "appena prima degli altri colpi, le grida di un uomo", poi il silenzio. Secondo la testimone, le luci della casa di Pistorius erano accese e la finestra del bagno era aperta. Il marito di Stipp, Johan, ha raccontato ai giudici di aver visto l'atleta mentre tentava di rianimare la fidanzata.



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Aimee Pistorius embraces an unidentified woman before the court proceedings






Edited by Milea - 24/3/2014, 21:21
 
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Soffia un bacio alla telecamera:
selfie di Reeva Steenkamp a Pistorius


Poche settimane prima che lui le sparasse:
rivelazione al processo per omicidio



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Reeva Steenkamp aveva inviato a Oscar Pistorius una foto di lei mentre soffiava un bacio per l'atleta appena un mese prima della sua morte: la rivelazione all'udienza odierna del processo per omicidio.
Il messaggio - foto è stata presentato come prova da un sudafricano esperto di polizia che ha avuto accesso ai messaggi tra la coppia.
Nell'immagine la modella bionda indossa un maglione con cappucio, che era presumibilmente un dono dell'atleta . Dopo aver inviato l' immagine ha risposto : ' Ti piace? E in risposta ha scritto : ' I love it . Thank u . Xxx ' .
Sia Pistorius sia la madre della Steenkamp sembravano visibilmente in difficoltà e piangevano appena i messaggi tra la coppia sono stati letti ad alta voce alla corte di Pretoria.
L'accusa ha finito di presentare il caso oggi e il giudice ha rinviato l'udienza a venerdì quando inizierà la difesa. Pistorius ha rotto il suo silenzio: lasciando il tribunale ha dichiarato ai giornalisti : ' E' un momento difficile . Abbiamo un sacco di cose davanti a noi ' .


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Oscar Pistorius durante il processo:
"Mi scuso con la famiglia di Reeva"


Il 28 marzo il processo era stato sospeso per permettere
alla difesa di preparare la testimonianza di Pistorius.



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Un tragico errore. Ribadisce la 'sua verità' Oscar Pistorius riguardo quella maledetta notte di San Valentino dell'anno scorso, quando uccise la fidanzata Reeva Steenkamp. Nell'aula del tribunale di Pretoria dove si sta svolgendo il processo a suo carico per omicidio, giunto al diciassettesimo giorno, ha preso la parola proprio l'ex atleta, per una testimonianza rotta dall'emozione, a tratti bloccata dalle lacrime, per raccontare ai giudici che cosa accadde dentro la sua villa. Il sudafricano, che ha sparato quattro proiettili con un calibro 9 sulla porta chiusa a chiave del bagno, ha sempre dichiarato di aver avuto paura credendo che un ladro si fosse introdotto in casa sua.


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PISTORIUS SI SCUSA:"VOLEVO SOLO PROTEGGERE REEVA" - "Voglio cominciare con le scuse alla famiglia - ha esordito il sudafricano rivolgendosi verso la madre dell'allora fidanzata, presente in aula -. Non c'è un momento da allora in cui non penso alla sua famiglia. Mi sveglio ogni mattina e siete le prime persone a cui penso, le prime per cui prego. Non riesco nemmeno a immaginare il dolore e la sofferenza e il vuoto che ho causato alla vostra famiglia. Stavo semplicemente cercando di proteggere Reeva. Posso assicurarvi che quella notte andò a letto sentendosi amata. Ho cercato di mettere queste parole su un foglio molte volte e scrivervi una lettera ma le parole non sono sufficienti".


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"PAURA DI DORMIRE: MI SVEGLIO LA NOTTE CON L'ODORE DEL SANGUE" - Il 27enne ex campione olimpico e paralimpico ha raccontato che, dal giorno della morte della giovane, soffre di "terribili incubi" ed è "sotto antidepressivi". "Mi sveglio la notte con l'odore del sangue e sono terrorizzato - ha detto con la voce rotta dal pianto, rispondendo alle domande della difesa come riporta la Bbc - Ho paura di dormire e ho una guardia del corpo fuori della mia camera". Per poi aggiungere anche: "non voglio più avere un'arma da fuoco". Pistorius deve spiegare perché sparò quattro colpi contro la bellissima modella attraverso la porta del bagno chiusa a chiave e deve convincere i giudici che il suo rapporto era davvero d'amore e che la morte della giovane fu solo un incidente, smantellando la tesi dell'accusa di omicidio premeditato. E' la prima volta che il sudafricano parla in pubblico dal 14 febbraio 2013: finora si è limitato a rivolgersi al giudice, la signora Thokozile Masipa, con qualche scarna battuta tipo "non colpevole, signora", oppure "si', signora".


VIDEO

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Edited by Milea - 7/4/2014, 17:15
 
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Pistorius, udienza shock
Si toglie le protesi in aula e simula sparo



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Prima di rendermene conto, ho sparato quattro colpi. Mi sono reso conto che poteva essere lei. Pistorius geme, mentre descrive il momento in cui ha ucciso la sua fidanzata. Urlando sul banco dei testimoni, in bilico sui suoi moncherini, Oscar Pistorius ha parlato per la prima volta oggi del momento in cui ha sparato i colpi mortali a Reeva Steenkamp attraverso la porta della toilette.

Nelle scene drammatiche, l' amputato si è tolto le protesi alle gambe per deporre piangendo incontrollabilmente mentre descriveva come ha ucciso la sua ragazza, temendo ci fosse un intruso in casa sua.
Ha raccontato di aver sentito una finestra scorrevole aperta nel suo bagno nel bel mezzo della notte di San Valentino dell'anno scorso. Condizionato da anni di vita in ambienti ad alta criminalità in Sud Africa, ha detto che i rumori lo convinsero che qualcuno stava irrompendo nella sua lussuosa casa di Pretoria.


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“ Questo è il momento in cui tutto è cambiato “, ha detto alla corte, con voce tesa per l'emozione. Afferrai la pistola da sotto il letto e dissi alla signorina Steenkamp di mettersi al riparo, pensando che fosse anche in camera da letto." Poi è andato a studiare il rumore. “ A questo punto ero certo che gli intrusi fossero in bagno. “ Avevo la mia pistola nella mano destra e guardavo la porta del bagno. Ho notato che la finestra del bagno era aperta. Ero con la schiena contro il muro. Non ero sicuro se gli intrusi fossero in bagno o dietro l'angolo, in quel punto. Poi ho sentito un rumore da dentro la toilette come se qualcuno ne stesse uscendo. Prima di rendermene conto, avevo sparato quattro colpi alla porta. Le mie orecchie erano ancora frastornate dal rumore. Non riuscivo a sentire niente, quindi ho continuato a gridare a Reeva di telefonare alla polizia. Avevo ancora paura a ritirarmi perché non ero sicuro se ci fosse qualcuno sulla scala o qualcuno nella toilette.


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Ha detto che poi, tornando in camera da letto, si è reso conto che Reeva Steenkamp non c'era.“Non volevo credere che potesse essere Reeva all'interno del gabinetto. Non sapevo cosa fare. Ho preso a calci la porta. Io gridavo, stavo urlando. Non ho mai urlato così”.
Quando lei non rispose, Pistorius ha detto di essersi reso conto che poteva aver fatto un terribile errore e si è precipitato di nuovo in bagno per abbattere la porta. Dopo aver colpito la porta, vide la chiave all'interno, aprì la porta e la spalancò.
Lì la trovò ferita a morte. ' Ho detto " Oh , Reeva ". Mi sono seduto su di lei e ho pianto, ' l'atleta ha testimoniato singhiozzando forte e mettendo la testa tra le mani e prima di lasciare il grido appena udibile: “Lei non respirava “.
Dopo un breve rinvio, il suo avvocato Barry Roux è tornato a dire che il suo cliente era in condizione di continuare. La causa è stata rinviata a domani .


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Pistorius, la ricostruzione dell'omicidio

Ecco la ricostruzione grafica di quanto accaduto nella serata del
13 febbraio 2013 e nella notte del 14, secondo la deposizione di Oscar Pistorius




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La sera del 13 febbraio Reeva avrebbe dovuto uscire con le sue amiche ed io con i miei, Poi mi ha chiamato e mi ha chiesto di restare a casa insieme. Io ero d'accordo a trascorrere una serata tranquilla. Abbiamo cenato tranquillamente e intorno alle 10 eravamo già in camera


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“Lei faceva i suoi esercizi yoga e io guardavo la Tv, senza protesi. Reeva mi ha dato un regalo per San Valentino, chiedendomi di aprirlo il giorno dopo. Quando ha finito gli esercizio yoga, ci siamo entrambi addormentati. “…


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Ho creduto che qualcuno fosse entrato in casa. Ero troppo spaventato per accendere la luce e quindi ho afferrato la pistola calibro 9 che avevo sotto il letto

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Andando verso il bagno, urlavo per convincere l'intruso ad andarsene e perché Reeva chiamasse la polizia. Era molto buio nella camera e pensavo Reeva fosse nel letto. Ho notato che la finestra della camera era aperta e ho capito che chi si era introdotto in casa era ancora nel bagno

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Ho sentito dei movimenti nella toilette, che è all'interno del bagno, ma separata da una porta. Sapevo di dover proteggere Reeva e me stesso. Credevo che se l'intruso fosse uscito io sarei stato in pericolo. Ho sparato alla porta della toilette e gridato a Reeva di chiamare la polizia. Lei non rispondeva, così sono arretrato fuori dal bagno, tenendo gli occhi fissi sull'ingresso del bagno

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Era tutto molto scuro in camera ed ero sempre troppo spaventato per accendere la luce. Reeva non mi rispondeva. Quando ho raggiunto il letto, ho capito che leri non era lì. a quel punto ho realizzato che forse c'era Reeva nella toilette

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Sono tornato al bagno chiamandola. Ho provato ad aprire la porta, ma era chiusa a chiave

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“Sono tornato in camera, ho aperto le finestre gridando per chiamare aiuto

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Ho indossato le protesi

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Sono corso al bagno e ho provato ad aprire la porta a calci. Penso di aver acceso la luce a quel punto

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Sono tornato in camera, ho afferrato la mia mazza da cricket per riuscire ad aprire la porta del bagno

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Ho rotto il pannello e ho preso la chiave sul pavimento per aprire la porta. Reeva era stesa a terra, ma viva. L'ho trascinata fuori dalla toilette, nel bagno ed ho telefonato a Johan Stander, l'amministratore del condominio, chiedendogli di chiamare un'ambulanza”

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Sono sceso per aprire la porta d'ingresso

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“Sono tornato in bagno, ho preso Reeva perché mi avevano detto di non aspettare i paramedici ma di portarla subito in ospedale

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L'ho portata di sotto e mentre scendevo è arrivato Stander con un dottore che abita lì. Sotto, ho provato a dargli tutta l'assistenza che potevo, ma è morta tra le mie braccia

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Fonte






Edited by Milea - 15/4/2014, 11:37
 
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“Pistorius? Una persona egoista
Umiliava sempre la compagna”


Le accuse del pm al processo all’ex atleta: «Lei faceva di tutto
per renderlo felice, ma lui era ossessionato solo da se stesso»




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Oscar Pistorius avrebbe fatto «esplodere» la testa di Reeva «come un’anguria». È l’affermazione fatta oggi in aula dal procuratore Gerrie Nel nel suo controinterrogatorio al campione paralimpico sudafricano, sotto processo per l’omicidio della sua fidanzata Reeva Steenkamp la notte di San Valentino dello scorso anno, omicidio che l’accusa sostiene essere stato volontario.
Dopo la proiezione in aula di un video che mostra il campione mentre fa pratica con un fucile al poligono di tiro e poi fa esplodere un’anguria con un colpo di pistola, Nel, che rappresenta l’accusa, si è rivolto a Pistorius: «Vede l’impatto che il colpo sparato ha avuto sull’anguria? È esplosa, giusto?», Pistorius ha annuito. «Lo sa che è la stessa cosa è successa alla testa di Reeva? È esplosa».
Il campione sudafricano ha iniziato a piangere e a balbettare, a quel punto il pm lo ha incalzato, intimandogli di guardare l’immagine proiettata della testa bionda della sua vittima e di prendersi le sue responsabilità. Singhiozzando Pistorius ha risposto al pm Nel di non voler più vedere quella immagine che lo tormenta, in quanto lui era presente, era lì quella notte. L’udienza è stata poi brevemente sospesa.


Pistorius spara al poligono,
il video choc in tribunale



«Non ho mai avuto l’occasione di dire a Reeva che l’amavo»: nel quarto giorno della sua testimonianza davanti a un tribunale di Pretoria, Oscar Pistorius ha risposto così al pm Gerrie Nel che gli chiedeva perché nei messaggi che inviava alla sua fidanzata Reeva Steenkamp non parlasse mai d’amore. «Sono terribilmente desolato di averle tolto la vita», ha proseguito l’atleta olimpico, che conosceva la giovane top model da quattro mesi.

Ieri Nel aveva scioccato l’aula mostrando una foto della testa di Reeva da morta, con sangue e materia cerebrale sparsi attorno: «Dillo, “ho sparato e ucciso Reeva Steenkamp”, forza, dillo!», la sua testa è esplosa «come un cocomero», aveva detto il pm rivolgendosi a Pistorius - un appassionato di armi da fuoco - con un diretto riferimento ai cocomeri che l’atleta usava come bersaglio durante le sue sessioni al poligono di tiro.

Malgrado le sue dichiarazioni di amore in aula, Oscar Pistorius nel rapporto con Reeva Steenkamp emerge come un «egoista» che non faceva che «umiliare» la sua compagna: è quanto fatto emergere oggi al processo da Gerrie Nel. «In una relazione che durava da quattro mesi, quando il rapporto diventava più intenso, ecco cosa accadeva: lui la trattava male, poi scuse, sorrisi». Secondo il procuratore Nel, lui non faceva altro che umiliarla, che pensare a sé: la rimproverava continuamente, «non fare questo, non fare quello». «Lei ne soffriva, lui si scusava, poi nuovi rimproveri, perfino in pubblico: non doveva masticare la gomma, non doveva toccarlo sul collo, fare attenzione al suo accento...», ha dichiarato Nel. «Lei faceva di tutto per renderlo felice», ma lui «pensava solo a se stesso», ha aggiunto. «Non è vero», ha risposto Pistorius.


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Pistorius sotto i colpi del Pm:
«Stai mentendo, tu volevi uccidere Reeva»




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«Vorrei tanto che l’avesse fatto». Così Oscar Pistorius ha risposto al pubblico ministero che gli ha chiesto se Reeva Steenkamp avesse urlato quando lui sparò. Sotto pressione in aula a Pretoria, nel terzo giorno di sferzante controinterrogatorio da parte dell’accusatore, Gerrie Nel, nel processo per l’omicidio della sua fidanzata, Reeva Steenkamp, l’atleta ha risposto così alla domanda diretta del suo accusatore, secondo il quale l’omicidio fu intenzionale.
Il pm, detto «pitbull» per la sua lunga esperienza forense e i suoi modi bruschi e aggressivi, ha cercato di colpire tutti gli snodi contraddittori della versione dei fatti fornita dall’atleta: dalla presunta paura del crimine alle incongruenze logiche del suo comportamento nei concitati istanti che hanno preceduto i quattro fatali colpi di pistola che uccisero la ragazza, chiusa nel bagno, e che lui pensava essere un ladro.

«Lei sapeva che dietro la porta c’era Reeva e ha tirato su di lei. È la sola cosa plausibile». Quindi la domanda: «È sicuro, signor Pistorius, che Reeva non avesse gridato dopo il primo colpo di pistola?», ha domandato Nel. Secondo i periti, infatti, il primo proiettile avrebbe colpito la ragazza all’anca, lasciandole quindi ipoteticamente la possibilità di urlare prima di quello letale alla testa.

L’imputato è rimasto in silenzio alcuni secondi poi, guardando la giudice Thokozile Masipa, ha detto con voce tremante: «Vorrei tanto che avesse urlato o pianto». «L’avrebbe sentita?» Risposta: «Non credo che l’avrei sentita. Dopo il colpo di pistola le mie orecchie ronzavano». Ma per l’accusatore, tutta la storia raccontata da Pistorius «non sta in piedi»: dice di essersi svegliato con un rumore in bagno, di essersi alzato di soprassalto, di aver detto a Reeva di chiamare la polizia senza ottenere risposta e senza verificare dove fosse, di aver preso la pistola.


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Era nel panico, anche perché era senza le protesi delle gambe, ma si è lo stesso avventurato verso il bagno: «Non poteva sentirsi vulnerabile e allo stesso tempo andare verso il pericolo». Inoltre, ha rilevato Nel, dopo aver rimarcato ripetutamente nella sua deposizione il suo terrore di essere aggredito e della criminalità, Pistorius quella tragica notte di San Valentino non verificò neanche se l’antifurto funzionasse correttamente.
Anzi, di fronte alla corte aveva dichiarato che era «spento». Se fosse stato funzionante, ha rilevato Nel, nessuno avrebbe potuto intrufolarsi in casa. «Sul momento non ci avevo pensato», ha risposto lo sportivo. Quindi le conclusioni del pm: «Non mi ha affatto convinto, si sta arrabattando. È il problema di quando uno aggiusta la sua testimonianza. Lei si è aggiustato la deposizione perché viene contraddetto».

A quel punto la giudice ha richiamato Nel all’ordine, ricordando come «non si può dare del mentitore a un testimone quando è sul banco». Due giorni fa Nel ha esordito col suo «trattamento» mostrando una foto di Reeva morta con il cervello sparso sul pavimento: «Dillo, ”ho sparato e ucciso Reeva Steenkamp”, forza, dillo!», la sua testa è esplosa «come un cocomero», gli aveva urlato. Ieri poi lo ha «lavorato ai fianchi» cercando di smontare l’ «autoritratto» di Pistorius come di un ragazzo innamorato, premuroso, dipingendolo invece come un «egoista» che non perdeva occasione per «umiliarla», come emergerebbe dai messaggini scambiati dalla coppia.


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Pistorius si contraddice in aula
L’accusa: “Stai inventando tutto”


Il pm mette l’atleta sotto torchio: «L’anno scorso hai detto che hai sentito
un rumore proveniente dal bagno, non una finestra aprirsi nello specifico»




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Si fa dura per Oscar Pistorius, la cui versione dei fatti è stata definita «sempre più improbabile» dal pm Gerrie Nel. Il magistrato sudafricano ha continuato a interrogare il campione paralimpico che, anche oggi, al momento di descrivere il momento degli spari con cui ha ucciso la fidanzata, non ha retto all’emozione. «Non ho sparato a Reeva» - ha detto scoppiando in lacrime. Ripresa l’udienza, Pistorius ha affermato «mi rimprovero per aver tolto la vita a Reeva». Una contraddizione dietro l’altra che sta minando la credibilità de 27enne sudafricano agli occhi del giudice Masipa.

Il pm Gerrie Nel sta puntando il dito sulle diversità della versione presentata da Pistorius subito dopo l’omicidio l’anno scorso e quella presentata in corte questi giorni. «L’anno scorso hai detto che hai sentito un rumore proveniente dal bagno, non una finestra aprirsi nello specifico. Perché adesso sei così certo di quel rumore?» - ha chiesto il pm «Ero traumatizzato, sotto farmaci, è stata una dichiarazione di un uomo distrutto fatta ai suoi legali» - ha risposto Pistorius. Scosso, visibilmente provato, il campione paralimpico si è contraddetto nuovamente, tralasciando un particolare che era emerso la scorsa settimana. Ossia che, dopo aver sentito il rumore della finestra dal bagno aprirsi avrebbe avvertito anche la porta del bagno sbattere, motivo per cui avrebbe sparato.

Un altro elemento assente dalla testimonianza fatta da Pistorius l’anno passato. «Stai inventando tutto» - lo ha accusato Nel, che è poi tornato al momento del delitto, accusando il corridore sudafricano di sapere che Reeva era dietro la porta, «era lì perché stava parlando con te, era impaurita, supplicava per la sua vita. Altrimenti perché era lì?». Come spesso avvenuto nel corso dell’udienza, il campione paralimpico ha risposto con un «non lo so». Intanto, fuori dall’Alta Corte di Pretoria, aumentano i sostenitori di Pistorius, i cosiddetti Pistorians. Alcuni hanno rilasciato in cielo decine di palloncini bianchi con la scritta Oscar, altri hanno portato fiori e c’è chi ha tentato di abbracciarlo.


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Pistorius legge il biglietto
di San Valentino scritto da Reeva


'Roses are red, violets are blue.
Today is a good day to tell you that… I love you'



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Oscar Pistorius non ha trattenuto l'emozione leggendo in aula a Pretoria un biglietto di San Valentino che Reeva Steenkamp gli aveva dato poche ore prima di essere uccisa a colpi di arma da fuoco. "Credo che oggi sia un buon giorno per dirti...ti amo", scriveva la ragazza, che assieme al biglietto aveva preparato alcune fotografie della coppia fatte incorniciare per regalarle al fidanzato. Pistorius ha spiegato che Reeva gli aveva chiesto di aprire il regalo il giorno successivo, e di essere riuscito poi a farlo solo nel giorno del 30mo compleanno di lei, alcuni mesi dopo la morte della giovane.
L'atleta ha letto il contenuto del biglietto su richiesta del proprio legale, al termine di cinque giorni di interrogatorio serrato da parte del procuratore Gerrie Nel. L'imputato ha mantenuto la sua versione sostenendo di aver sparato attraverso la porta del bagno chiusa, convinto che un ladro si fosse introdotto nell'abitazione. L'accusa cerca invece di dimostrare che l'atleta ha colpito Reeva al termine di una violenta lite con lei.


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Edited by Milea - 16/4/2014, 09:42
 
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