|
|
|
Johannes Vermeer, Ragazza con cappello rosso (Meisje met de rode hoed) olio su tavola, 23,2x 18,1 cm.(1665-1667 circa) Washington D.C., National Gallery of Art
Questo e il successivo tronie (Ragazza con il flauto) presentano caratteristiche che li distaccano con evidenza dalla produzione di Vermeer: sono dipinti su tavola, probabilmente quercia, in questo caso abrasa da un precedente dipinto: presentano un volto disomogeneo rispetto alle donne di Vermeer, con caratteri più androgini; mancano assolutamente di respiro prospettico e infine sembrano concentrarsi soprattutto sui curiosi cappelli. Questi elementi rendono alcuni studiosi fortemente dubbiosi sull’attribuzione a partire da Swillers più di mezzo secolo fa. Albert Blankert nel 1975 ha elencato dettagliatamente tutte le argomentazioni per rifiutarne la paternità che, in ogni caso, non offrirebbe nulla per meglio comprendere e apprezzare il pittore di Delft.
Il dipinto non è assolutamente un ritratto, ovvero una immagine da lasciare ai posteri, proiezione sociale di ruolo e insieme attenta ricostruzione di personalità: è appunto un tronie, un volto immaginato dal pittore: il cappello rosso non convenzionale, la mancanza di definizione delle caratteristiche del viso, la luce ambigua e la bocca semiaperta fanno parte del genere, così come il vestito bizzarro. Un’invenzione pittorica, una dimostrazione di bravura che, propone Blankert, potrebbe essere stata concepita fra il XVIII e l’inizio del XIX secolo, quando si moltiplicano I quadri “Ispirati a Vermeer”. Se è difficile, anzi impossibile, ricostruire il disegno dell’arazzo sul muro, l’eccentrico cappello rosso non ha alcun prototipo nella pittura olandese, né nella moda.
Così Walter Liedtke conclude che Vermeer avrebbe potuto “inventarlo per l’occasione”: caso più unico che raro in un pittore che segue con molta attenzione mode e acconciature. Difficile poi dire di che materiale sia fatto, se stoffa, piume o velluto. Molta attenzione da parte degli studiosi è stata poi data alle due teste di leone in primo piano: per alcuni derivano dall’uso diretto della camera oscura, mentre Albert Blankert, che ne contesta la paternità, sottolinea come la rappresentazione della sedia sia errata, con le teste rivolte allo spettatore, ovvero al contrario, e in generale manchi di senso prospettico.
La riflettografia ha rivelato che sotto l’immagine di Vermeer si trova un ritratto d’uomo con un cappello a tesa larga, capovolto rispetto al volto dipinto: Arthur Wheelock lo ritiene di Carel Fabritius, al che Walter Liedtke osserva che sarebbe illogico che Vermeer avesse distrutto un dipinto di un autore molto ammirato. Infine, è stato usato un pigmento verde come component delle ombre più scure degli incarnate, un uso obsoleto nel Seicento olandese.
Iscrizioni : sigla posta al centro in alto a sinistra sull’arazzo (M.@rt)
Edited by Milea - 6/8/2021, 08:48
|
| |