Mito, Cesare Pavese, Parafrasi

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view post Posted on 7/10/2013, 21:23     +5   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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MITO


Verrà il giorno che il giovane dio sarà un uomo,
senza pena, col morto sorriso dell'uomo
che ha compreso. Anche il sole trascorre remoto
arrossando le spiagge. Verrà il giorno che il dio
non saprà più dov'erano le spiagge d'un tempo.
Ci si sveglia un mattino che è morta l'estate,
e negli occhi tumultuano ancora splendori
come ieri, e all'orecchio i fragori del sole
fatto sangue. È mutato il colore del mondo.
La montagna non tocca più il cielo; le nubi
non s'ammassano più come frutti; nell'acqua
non traspare più un ciottolo. Il corpo di un uomo
pensieroso si piega, dove un dio respirava.
Il gran sole è finito, e l'odore di terra,
e la libera strada, colorata di gente
che ignorava la morte. Non si muore d'estate.
Se qualcuno spariva, c'era il giovane dio
che viveva per tutti e ignorava la morte.
Su di lui la tristezza era un'ombra di nube.
Il suo passo stupiva la terra.

Ora pesa
la stanchezza su tutte le membra dell'uomo,
senza pena, la calma stanchezza dell'alba
che apre un giorno di pioggia. Le spiagge oscurate
non conoscono il giovane, che un tempo bastava
le guardasse. Né il mare dell'aria rivive
al respiro. Si piegano le labbra dell'uomo
rassegnate, a sorridere davanti alla terra.


( Lavorare stanca, 1936 - 1943)



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Da giovane dio a uomo: questo è l'itinerario di ogni umana creatura; cioè: dalle illusioni e dai sogni - che proiettati sulla realtà la mitizzano - alla consapevolezza, al morto sorriso che chi ha compreso. Dalla smisurata fiducia che ci fa sentire giovani dei, alla stanchezza che pesa su tutte le membra. E' un tema presente nella poesia di tutti i tempi, ma da Pavese rivissuto in questi versi con mirabile novità di accenti, con una straordinaria capacità di trasformare il tessuto logico-meditativo in immagini di stagioni e di sole e di nubi e di acque. Come gli antichi miti con le vicende di dei ed eroi fornivano una spiegazione dei fenomeni naturali, così fa Pavese: e così la dolorosa scoperta della realtà cioè il passaggio dal mito alla storia, dalle fiducie illimitate del giovane dio al morto sorriso dell'uomo, è descritto in una dimensione da mito naturale, diventa la montagna che non tocca più il cielo, il gran sole finito, le spiagge oscurate.

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METRICA E STILE. Versi liberi. (Milea)


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Edited by Milea - 14/7/2021, 20:40
 
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