2 luglio 2012, Palio di Siena: il trionfo dell'Onda, Il fantino Trecciolino, 13 vittorie all'attivo, ha dominato per quasi tutta la sfida

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Milea
view post Posted on 2/7/2012, 22:07 by: Milea     +1   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Claudio Carli ha dipinto il Drappellone
per il Palio del 2 luglio 2012


Il lavoro dell’artista umbro è stato scelto tra i 132 bozzetti presentati. La Carriera dedicata alla Madonna di Provenzano celebra la venuta a Siena di S. Francesco d’Assisi


paliomadonna



Il drappellone con richiami a S. Francesco di Assisi, a ricordo dell’ottavo centenario della sua prima venuta a Siena (1212), è stato realizzato da Claudio Carli, nato nella stessa terra che dette i natali a questo grande personaggio della Chiesa cattolica e dell’umanità tutta.

paliocontrade

L’opera realizzata da Carli richiama la vita del “poverello”. Essenziale e, al contempo, ricca. In primo piano la riproposizione del saio del religioso. "Un cencio sul cencio – come ha spiegato l’artista – ". Una trama di lana grigia. Grezza. Povera. In contrapposizione alle ricchezze terrene che aveva rifiutato.

Sulla destra un bastone, quello che la tradizione vuole che Francesco abbia piantato in terra, nei pressi di un eremo fuori Porta Ovile, durante la sua prima visita a Siena, per sedare una serie di sanguinosi scontri tra nobili e popolani, nel 1212 .
E da quel bastone ecco nascere un leccio carico di ghiande, realizzate, nella parte alta (la cupola), in rame e con il frutto dipinto con i colori delle 10 Contrade che prenderanno parte al Palio del 2 luglio.

Cantico.Il retro del Palio (raramente dipinto) propone la vicinanza tra i rami e i versi del Cantico delle Creature dedicati alla lode per la “madre terra”. L’allusione è ovvia: la terra ha permesso che il bastone diventasse “Alberino” e ha continuato a nutrirlo.
Ma i versi sono riportati in un colore che si chiama “terra di Siena bruciata”. Una preghiera, al tempo stesso inno alla vita, che suggella la fratellanza tra l’uomo e la natura. E da qui ha origine una sequenza di rimandi tra il colore e la terra e la città, e continua nel tufo che si stende in Piazza per la carriera.

drappellonepalioluglio2


Bastone e Ghiande. Alla presenza di Francesco a Siena è legata la pia leggenda dell’ “Alberino”, cioè del bastone o bordone che il Santo piantò e da cui nella notte nacque per miracolo un leccio (dalla Cronica sanese, attribuita a Andrea Dei). Il bastone propone la continuità del tempo e dello spazio del miracolo perché, germogliando, le fronde si aprono nella superficie del pennone e lo avvolgono anche sulla faccia retrostante.
L’ “Alberino” produce delle ghiande. Esse portano una nota forte di colore: sono i colori delle divise delle contrade.
I rami del leccio continuano anche sul retro del drappellone. Lo avviluppano in un abbraccio di continuità. Qui trovano spazio le Contrade che non partecipano al Palio.

drappellonemadonna

Nell’estremità superiore del drappo di seta, sulla sinistra, l’immagine della Madonna, con il simbolo del Santo di Assisi riportato nella corona. La Vergine, ritratta in età giovanile, ha lineamenti dolci, come una fanciulla. Il suo viso traspira e richiama la pace, la stessa professata dal Santo.
Nella iconografia tradizionale la Madonna, in questo caso la Madonna di Provenzano, “assiste” e “protegge” dall’alto tra le nuvole.

Ma la vicinanza con le fronde e le ghiande dà l’impressione che ella appaia nel mezzo dell’albero, proponendo così un riferimento alle tavolette dipinte chiamate Ex-voto. Come a sottolineare ancora una volta i valori della semplicità e della povertà attraverso una intenzionale “regressione” verso le forme dell’arte popolare.

Con il suo lavoro artistico Claudio Carli, ha saputo, in maniera tutt’altro che semplice, rendere omaggio a S. Francesco, che sul concetto di povertà aveva impostato la sua regola; e sulla Festa di Siena, dove la bellezza, veicolata dalla magnificenza dei costumi, sfila nel Corteo storico che precede la corsa.
Alternanza di contrapposti, per tecniche e materiali, all’interno di un’ambientazione fortemente significante e ricca di memorie, dove la creatività sollecita una riflessione sul tema della committenza.

Sulla seta, volutamente lasciata grezza
, per esaltarne ancor di più la preziosa consistenza, la tavolozza di Carli ha lavorato con le sole tonalità del grigio. Colore non colore, in grado di sprigionare i richiami ed i rimandi simbolici che solo l’arte riesce a trasmettere, ma con una profondità ed uno spessore concettuale che il cromatismo, talvolta, annulla.

Un richiamo alla terra senese e al suo Palio. All’unicità di una ripetizione da secoli rivissuta, e da secoli in grado di proporre, ogni volta, squarci temporali in bilico tra il passato e il presente.
"L’ho realizzato con amore, gioia e felicità, perché sono innamorato di Siena, delle sue Contrade e del suo Palio". Questo il commento dell’artista che vede in questa città "una comunità straordinaria, un modello per altre realtà". Roberta Ferri


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presentazionedrappellon

Claudio Carli è nato nel 1947 in Assisi dove vive e lavora. Curiosa assonanza con il fatto che il drappellone sia dedicato proprio all'VIII Centenario della prima venuta a Siena di S.Francesco d'Assisi. Dopo studi artistici a Perugia e a Firenze, apprende la pittura da Maestri che gravitano nella città di Assisi come William Congdon, Riccardo Francalancia, Eugenio Dragutescu e in seguito Luigi Frappi con il quale mantiene ancora oggi uno stretto rapporto di amicizia.

Si dedica per alcuni anni all’insegnamento, in Assisi e a Firenze, dove frequenta la facoltà di architettura. Contemporaneamente non trascura la pittura realizzando importanti mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Da citare tra le altre le installazioni: Ad caelum, Paesaggi di una facciata, Scrap Delivery, la città delle lettere e Natività, nel prato antistante la Basilica di S. Francesco di Assisi e Not in my back Yard, in occasione dello scoppio della guerra in Iraq.

Gli anni che vanno dal 1980 ad oggi lo vedono impegnato in diverse esposizioni in gallerie d’arte in varie parti del mondo: dalla Francia, alla Germania, agli Stati Uniti, e ancora in Spagna, Inghilterra, Polonia, Romania. E’ presente alla Biennale di Venezia Mostra Internazionale di architettura nel 1985 e alla Biennale di arte Sacra nel 2002. Va sottolineato in particolare il work in progress Neburose condiviso con Bruna Esposito nel reparto di oncologia dell’ospedale di Carrara nel 2006.

Significativa l’esperienza Istintismi, in collaborazione con F. Passalacqua, C. Dell’Amico e L. Virili, protrattasi per due anni dal 1995 al 1997 in varie sedi dell’Umbria.

In questo ultimo periodo il suo interesse si sposta verso immagini della natura e del labirinto con realizzazioni di opere di grande formato di boschi monocromatici e composizioni di labirinti su carta e su tela, oltre a numerose installazioni. Da segnalare inoltre due mostre personali realizzate nel 2009, rispettivamente la prima, La belle au bois, a Siena nei Magazzini del Sale del Palazzo Pubblico e la seconda, Quasi come vie d’uscita, a Villa Fidelia a Spello.

Per ultimo, la mostra installazione La casa dove..., un tributo ad Adriana Zarri per la quale aveva eseguito una grande pittura murale nella sua casa di Strambino (Ivrea) nel 1996. Fonte




Edited by Milea - 15/8/2014, 20:13
 
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