2 luglio 2012, Palio di Siena: il trionfo dell'Onda, Il fantino Trecciolino, 13 vittorie all'attivo, ha dominato per quasi tutta la sfida

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view post Posted on 2/7/2012, 20:18     +1   +1   -1
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Palio di Siena,
il trionfo dell'Onda


Il fantino Trecciolino, 13 vittorie all'attivo, ha dominato per quasi tutta la sfida. Tentativo di rimonta del Nicchio che non è andato a buon fine


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Vince l'Onda, un nuovo trionfo sul tufo per il fantino Trecciolino, alla tredicesima vittoria. Il tentativo di rimonta del Nicchio non è riuscito. Il Leocorno è caduto. Otto i cavalli in gara a causa degli infortuni subiti nella prova da due partecipanti. L'Onda non vinceva dal 1995. E' rimasta in testa per tutto il tempo, respingendo i vari cavalli che si sono alternati nel tentativo di raggiungerla. Alla fine è festa per i contradaioli, che vanno a prendersi il palio e celebrano la vittoria in piazza del Campo, tra lacrime, abbracci e cori.

Il Palio del poverello d'Assisi e della Siena condannata a tirare la cinghia, è tutto nel segno dell'austerity. Anche per la partecipazione delle contrade. Corrono in otto invece di dieci. Alla vigilia danno forfait il cavallo della Tartuca e della Chiocciola, entrambi malconci dopo le prove (guariranno in 3-5 mesi assicurano i veterinari). In attesa della corsa alle 19.30, la notizia sferza l'afa di Piazza del Campo, mentre gli idranti che annaffiano la pista in tufo rinfrescano generosamente anche gli spettatori che incominciano ad affollare la medievale conchiglia urbana.


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Nelle stanze del comune, dalle cui finestre assistono al Palio anche Veronica Lario e Rosy Bindi, c'è il wi-fi, per la prima volta perfetto. Non il ricco buffet che accompagnava le ore lente di avvicinamento alla corsa. Poche cerimonie, attenzione alla sostanza. E' il nuovo corso dell'austerity francescana di Siena, rappresentata bene dal drappellone destinato al vincitore e che quest'anno celebra l'esperienza di servizio per i poveri di San Francesco d'Assisi, realizzato da Claudio Carli, nell'ottavo centenario della venuta del santo a Siena nel 1210. Nel "cencio", che sfila sul carro trainato dai buoi ed è applaudito dalla folla, campeggia un saio realizzato con una lana grigia grezza.


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E' anche il Palio del commissario prefettizio Enrico Laudanna, chiamato al posto del sindaco a gestire una macchina complessa, che impone al regista di tenere le briglie ai capitani, captare gli umori, smussare i contrasti. E anche fare il parafulmine e beccarsi in silenzio le denunce degli animalisti. Nella vigilia, Laudanna mostra l'intenzione di non volersi sottrarre al ruolo. "Si va avanti nel segno della tradizione, questa Festa mi ha subito messo in contatto con l'anima della città" dice il prefettto prima della corsa. Ne approfitta anche per precisare che, l'aver stoppato l'iniziativa del 26 giugno di presentazione del logo, non significa voler sospendere la procedura per candidare Siena a capitale mondiale delle cultura nel 2019.

"Non ho mai pensato di togliere qualcosa a priori a Siena - sostiene Laudanna - si tratterebbe di un tradimento che io non intendo fare. Se Siena ha un'ambizione io non tradisco il suo mandato". Queste le contrade attese al canape alle 19.30: i favoriti l'Onda con il cavallo Ivanov montato dal più vittorioso (12 Palii) dei fantini in carriera, Luigi Bruschelli detto Trecciolino, il Bruco con Mississippi e Giuseppe Zedde detto Gingillo e il Drago con Lampante e Jonatan Bartoletti detto Scompiglio, e poi Giraffa, Aquila, Selva, Nicchio e Leocorno e Tartuca.

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Edited by *stellinat* - 12/8/2015, 19:06
 
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view post Posted on 2/7/2012, 22:07     +1   +1   -1
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Claudio Carli ha dipinto il Drappellone
per il Palio del 2 luglio 2012


Il lavoro dell’artista umbro è stato scelto tra i 132 bozzetti presentati. La Carriera dedicata alla Madonna di Provenzano celebra la venuta a Siena di S. Francesco d’Assisi


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Il drappellone con richiami a S. Francesco di Assisi, a ricordo dell’ottavo centenario della sua prima venuta a Siena (1212), è stato realizzato da Claudio Carli, nato nella stessa terra che dette i natali a questo grande personaggio della Chiesa cattolica e dell’umanità tutta.

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L’opera realizzata da Carli richiama la vita del “poverello”. Essenziale e, al contempo, ricca. In primo piano la riproposizione del saio del religioso. "Un cencio sul cencio – come ha spiegato l’artista – ". Una trama di lana grigia. Grezza. Povera. In contrapposizione alle ricchezze terrene che aveva rifiutato.

Sulla destra un bastone, quello che la tradizione vuole che Francesco abbia piantato in terra, nei pressi di un eremo fuori Porta Ovile, durante la sua prima visita a Siena, per sedare una serie di sanguinosi scontri tra nobili e popolani, nel 1212 .
E da quel bastone ecco nascere un leccio carico di ghiande, realizzate, nella parte alta (la cupola), in rame e con il frutto dipinto con i colori delle 10 Contrade che prenderanno parte al Palio del 2 luglio.

Cantico.Il retro del Palio (raramente dipinto) propone la vicinanza tra i rami e i versi del Cantico delle Creature dedicati alla lode per la “madre terra”. L’allusione è ovvia: la terra ha permesso che il bastone diventasse “Alberino” e ha continuato a nutrirlo.
Ma i versi sono riportati in un colore che si chiama “terra di Siena bruciata”. Una preghiera, al tempo stesso inno alla vita, che suggella la fratellanza tra l’uomo e la natura. E da qui ha origine una sequenza di rimandi tra il colore e la terra e la città, e continua nel tufo che si stende in Piazza per la carriera.

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Bastone e Ghiande. Alla presenza di Francesco a Siena è legata la pia leggenda dell’ “Alberino”, cioè del bastone o bordone che il Santo piantò e da cui nella notte nacque per miracolo un leccio (dalla Cronica sanese, attribuita a Andrea Dei). Il bastone propone la continuità del tempo e dello spazio del miracolo perché, germogliando, le fronde si aprono nella superficie del pennone e lo avvolgono anche sulla faccia retrostante.
L’ “Alberino” produce delle ghiande. Esse portano una nota forte di colore: sono i colori delle divise delle contrade.
I rami del leccio continuano anche sul retro del drappellone. Lo avviluppano in un abbraccio di continuità. Qui trovano spazio le Contrade che non partecipano al Palio.

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Nell’estremità superiore del drappo di seta, sulla sinistra, l’immagine della Madonna, con il simbolo del Santo di Assisi riportato nella corona. La Vergine, ritratta in età giovanile, ha lineamenti dolci, come una fanciulla. Il suo viso traspira e richiama la pace, la stessa professata dal Santo.
Nella iconografia tradizionale la Madonna, in questo caso la Madonna di Provenzano, “assiste” e “protegge” dall’alto tra le nuvole.

Ma la vicinanza con le fronde e le ghiande dà l’impressione che ella appaia nel mezzo dell’albero, proponendo così un riferimento alle tavolette dipinte chiamate Ex-voto. Come a sottolineare ancora una volta i valori della semplicità e della povertà attraverso una intenzionale “regressione” verso le forme dell’arte popolare.

Con il suo lavoro artistico Claudio Carli, ha saputo, in maniera tutt’altro che semplice, rendere omaggio a S. Francesco, che sul concetto di povertà aveva impostato la sua regola; e sulla Festa di Siena, dove la bellezza, veicolata dalla magnificenza dei costumi, sfila nel Corteo storico che precede la corsa.
Alternanza di contrapposti, per tecniche e materiali, all’interno di un’ambientazione fortemente significante e ricca di memorie, dove la creatività sollecita una riflessione sul tema della committenza.

Sulla seta, volutamente lasciata grezza
, per esaltarne ancor di più la preziosa consistenza, la tavolozza di Carli ha lavorato con le sole tonalità del grigio. Colore non colore, in grado di sprigionare i richiami ed i rimandi simbolici che solo l’arte riesce a trasmettere, ma con una profondità ed uno spessore concettuale che il cromatismo, talvolta, annulla.

Un richiamo alla terra senese e al suo Palio. All’unicità di una ripetizione da secoli rivissuta, e da secoli in grado di proporre, ogni volta, squarci temporali in bilico tra il passato e il presente.
"L’ho realizzato con amore, gioia e felicità, perché sono innamorato di Siena, delle sue Contrade e del suo Palio". Questo il commento dell’artista che vede in questa città "una comunità straordinaria, un modello per altre realtà". Roberta Ferri


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Claudio Carli è nato nel 1947 in Assisi dove vive e lavora. Curiosa assonanza con il fatto che il drappellone sia dedicato proprio all'VIII Centenario della prima venuta a Siena di S.Francesco d'Assisi. Dopo studi artistici a Perugia e a Firenze, apprende la pittura da Maestri che gravitano nella città di Assisi come William Congdon, Riccardo Francalancia, Eugenio Dragutescu e in seguito Luigi Frappi con il quale mantiene ancora oggi uno stretto rapporto di amicizia.

Si dedica per alcuni anni all’insegnamento, in Assisi e a Firenze, dove frequenta la facoltà di architettura. Contemporaneamente non trascura la pittura realizzando importanti mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Da citare tra le altre le installazioni: Ad caelum, Paesaggi di una facciata, Scrap Delivery, la città delle lettere e Natività, nel prato antistante la Basilica di S. Francesco di Assisi e Not in my back Yard, in occasione dello scoppio della guerra in Iraq.

Gli anni che vanno dal 1980 ad oggi lo vedono impegnato in diverse esposizioni in gallerie d’arte in varie parti del mondo: dalla Francia, alla Germania, agli Stati Uniti, e ancora in Spagna, Inghilterra, Polonia, Romania. E’ presente alla Biennale di Venezia Mostra Internazionale di architettura nel 1985 e alla Biennale di arte Sacra nel 2002. Va sottolineato in particolare il work in progress Neburose condiviso con Bruna Esposito nel reparto di oncologia dell’ospedale di Carrara nel 2006.

Significativa l’esperienza Istintismi, in collaborazione con F. Passalacqua, C. Dell’Amico e L. Virili, protrattasi per due anni dal 1995 al 1997 in varie sedi dell’Umbria.

In questo ultimo periodo il suo interesse si sposta verso immagini della natura e del labirinto con realizzazioni di opere di grande formato di boschi monocromatici e composizioni di labirinti su carta e su tela, oltre a numerose installazioni. Da segnalare inoltre due mostre personali realizzate nel 2009, rispettivamente la prima, La belle au bois, a Siena nei Magazzini del Sale del Palazzo Pubblico e la seconda, Quasi come vie d’uscita, a Villa Fidelia a Spello.

Per ultimo, la mostra installazione La casa dove..., un tributo ad Adriana Zarri per la quale aveva eseguito una grande pittura murale nella sua casa di Strambino (Ivrea) nel 1996. Fonte




Edited by Milea - 15/8/2014, 20:13
 
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