Cartagine, Tunisia, distretto di Tunisi

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view post Posted on 28/6/2012, 17:18     +1   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Cartagine


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Tunisia, distretto di Tunisi




Tra il 218 e il 217 a.C. Annibale, giovane generale cartaginese, attraversa le Alpi alla guida di un esercito composto da 38.000 soldati, 8.000 cavalieri e una quarantina di elefanti.
Il suo piano è di portare l’attacco al cuore del nemico, fino a conquistare Roma e ottenere il dominio del Mediterraneo.

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Le prime battaglie, sul Trebbia, sul lago Trasimeno, a Canne, sembrano dargli ragione, ma una volta arrivato alle porte di Roma temporeggia, il suo esercito è stanco e il nemico riesce a riorganizzarsi, fino a riportare lo scontro in Africa.

Nel 204, dopo quindici anni di guerra ininterrotta, Scipione l’Africano infligge ai cartaginesi la sconfitta più dura, a Zama, e la città è costretta alla resa.

Di Cartagine, la storia ricorda soprattutto questo episodio quando le truppe arrivarono a sfidare l’egemonia romana nelle tre guerre puniche, ma la storia della città risale ad almeno sei secoli prima, ufficialmente all’814 a. C.
La leggenda vuole che sia stata fondata da Didone, fuggita da Tiro dopo che Pigmalione, suo fratello, le aveva ucciso il marito per salire al trono. In realtà, si trattò probabilmente di un gruppo di esuli che, dopo aver tentato invano di prendere il potere nella città fenicia, costruirono un nuovo insediamento sulle coste dell’attuale Tunisia. Della Cartagine punica, distrutta prima dai romani e poi definitivamente dagli arabi intorno al 700 d. C., non restano che poche rovine.

Le più interessanti si trovano sulla collina di Birsa, dove sorgeva l’acropoli, all’epoca circondata da una cinta di mura. Vi sono state trovate alcune sepolture, ma nessuno degli edifici pubblici e delle abitazioni è sopravvissuto alle conquiste.

Poche tracce indicano il santuario di Tophet, il luogo destinato alle sepolture sacrificali, nei cui pressi sorgeva un tempio dedicato agli dèi fenici Tanit e Baal, per i quali venivano immolati i figli dei nobili cartaginesi. Individuato nel 1921, ha permesso di portare alla luce numerose stele che sono servite a ricostruire almeno in parte i costumi dell’epoca.

Uno stagno in riva al mare, poco più a nord, è quel che resta dei due grandi porti, quello mercantile e quello militare, che avevano fatto la grandezza di Cartagine.


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Delle Terme di Antonino oggi resta soltanto il basamento, dove erano disposto i magazzini e i forni in cui si scaldava l’acqua, le sale termali si trovavano al piano rialzato, sorretto da gigantesche colonne. Una di queste, è stata ricostruita negli ultimi anni: è alta 15 metri e sormontata da un capitello corinzio.


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Le colonne monolitiche di sostegno delle sale delle terme di Antonino, del diametro di quasi 2 metri, dovevano pesare 70 tonnellate. Uno dei capitelli, rinvenuto di recente, è alto un metro per un peso di 4 tonnellate.


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Qualcosa di più è rimasto, invece, a ricordare l’epoca romana; come le vestigia delle imponenti terme di Antonino, costruite tra il 146 e il 162 d.C. oggi è visibile soltanto il basamento, dove sorgevano le stanze degli inservienti e i forni in cui si scaldava l’acqua (poi inviata alle sale termali, situate al piano superiore), sorretto da colonne che dovevano avere un diametro di 2 metri e un peso di 70 tonnellate.


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In anni recenti ne è stata ricostruita una colonna, che raggiunge un’altezza di 15 metri, mentre la volta del frigidarium, in fase di ristrutturazione, dovrebbe superare i 20 metri.
Poco distante si trova la basilica di Domus el Karita, il cui nome è probabilmente una storpiatura del latino “Domus Charitatis”, dove Sant’Agostino predicò tra il 399 e il 413.


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Celebrato come uno dei più maestosi del mondo romano, l’anfiteatro di Cartagine era famoso fino ai confini dell’impero per i combattimenti di belve e gladiatori, prima di divenire luogo di martirio per migliaia di cristiani. Ammirato fino al Medioevo per l’eleganza delle sue arcate, fu via via spogliato dai predatori di pietre e oggi non ne restano che poche rovine, visibili nel verde dei pini. A nord-est dell’anfiteatro si trova una serie di gigantesche cisterne che costituivano la principale fonte idrica della città in epoca romana.


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Il teatro di Adriano accoglie ancora oggi, fra luglio e agosto,
un festival internazionale di musica, canto e danza



Scarsi sono i resti del teatro fatto costruire da Adriano, come pure dei templi e delle abitazioni di quell’antica potenza del Mediterraneo. A ricordare la grandezza di Cartagine rimangono piuttosto le collezioni conservate nel Museo Nazionale, che occupa i locali del Seminario dei Padri Bianchi accanto alla cattedrale di San Luigi, costruita dai francesi nel 1890.
Qui si trovano vasi, sculture, iscrizioni e ceramiche scoperti durante gli scavi, ultime testimonianze della Cartagine punica, romana e araba: vestigia di un impero scomparso.


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La casa della Voliera ( appellativo che deriva da un mosaico raffigurante numerosi uccelli) conserva uno splendido peristilio. La terrazza della Casa della Voliera è ricoperta da una vasta pavimentazione, proveniente da un’altra residenza, che alterna pannelli quadrati a mosaico, raffiguranti cavalli e cavalieri, ad altri di marmo. Dei 98 elementi originari, se ne sono conservati 62.


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Questo mosaico raffigurante un cavaliere sullo sfondo di un suntuoso palazzo con vegetazione tropicale è stato rinvenuto sulla collina di Borj-Jedid, sui versanti di quest’altura vengono ancora oggi portato alla luce resti appartenenti a diversi periodi, tra i quali alcune sepolture di epoca punica.


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In stile arabeggiante, il Museo di Cartagine ( qui sullo sfondo di alcuni reperti di epoca romana), ospita collezioni appartenenti a tre grandi periodi: fenicio-punico, afro-romano e arabo.


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Di particolare interesse per ammirare la struttura delle abitazioni, è il Parco delle Ville Romane, che si estende fino al mare. Qui gli scavi hanno individuato un gran numero di dimore patrizie, i cui mosaici sono conservati al Museo del Bardo, a Tunisi. (M.@rt)


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Edited by Milea - 26/9/2021, 22:27
 
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