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Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto Paesaggio lagunare, 1742 - 1744 olio su tela, 44,5x60 cm Firenze, Galleria degli Uffizi
Gli inizi degli anni quaranta rappresentano per Canaletto un momento particolare: incide trentacinque acqueforti di vedute prese dal vero e altre di fantasia da donare a Smith, in occasione della sospirata nomina a console. Al 1742 risalgono le cinque vedute romane commissionate dalla stesso Smith - dove viene offerta un’immagine fantastica della città eterna- ispirate, probabilmente ai disegni di Bellotto e, nello stesso periodo, riprende la produzione di capricci già indagata negli anni giovanili.
In questi dipinti Canaletto ritrae edifici reali e li inserisce, in un perfetto connubio, in paesaggi di pura fantasia. Talvolta, sono caratterizzati da un’intonazione mitologica, derivante dalla presenza di ruderi di architetture classiche; altre volte sono pervasi da un sentimento idilliaco restituito attraverso una soffusa atmosfera e cieli fiammeggianti.
In questa veduta si percepisce immediatamente il senso di trasporto in una dimensione atemporale: l’assenza totale di movimento è determinata dall’immobilità delle acque scure, dalla barca ancorata al molo e dalla figura sulla sinistra. La vegetazione è fissa, non un alito di vento soffia sul paesaggio e la pesanti nuvole sono ferme nel tempestoso cielo sopravanzato al sereno.
I colori dalle tinte fosche sono scelti con il preciso intento di acuire il tono generale della composizione, a eccezione della facciata dell’edificio in primo piano, capace di catturare l’unico raggio di sole filtrato attraverso la spessa coltre di nubi e di rifletterne la tenue luminosità nella zona circostante, bilanciando la parte opposta immersa nell’oscurità. (M.@rt)
Edited by Milea - 13/8/2021, 14:04
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