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Lorenzo Lotto
Presentazione di Gesù al tempio, 1552 - 1556
olio su tela, 172x136,5 cm
Loreto, Delegazione Pontificia per il Santuario della Santa Casa
Gli studiosi concordano nel riconoscere la Presentazione di Gesù al tempio, come l’ultima opera autografa eseguita da Lorenzo Lotto, al tempo in cui viveva ritirato nel convento lauretano annesso al Santuario della Santa Casa. Da un passo delle Vite di Vasari si evince che la tela era parte di un ciclo destinato all’abside della basilica e dedicato agli episodi dell’infanzia e della giovinezza di Cristo. Della serie erano parte anche un’Adorazione dei Magi e un Battesimo di Cristo tuttora conservati a Loreto: diversamente dalla Presentazione al Tempio però, queste opere rivelano un massiccio intervento degli assistenti e risultano quindi di minore interesse.
In questa tela, che si pone convenzionalmente negli anni successivi al 1552, l’artista ormai settantenne adotta un approccio alla pittura assolutamente informale, tanto dal punto di vista della stesura che della composizione: la particolarità del dipinto è infatti evidente e non può essere semplicemente imputata al fatto che fu lasciato non finito.
L’episodio rappresentato è quello in cui sette settimane dopo la sua nascita la Madonna e san Giuseppe portano Gesù al tempio, presentandolo al sommo sacerdote. L’ambiente del tempio è suddiviso in due parti sovrapposte, con una sala vuota costruita prospetticamente che occupa la metà superiore della tela: l’organizzazione spaziale, con le figure piccole disposte a gruppetti, ricorda gli schemi utilizzati per alcune delle tarsie di Santa Maria Maggiore, di cui forse l’artista conservava ancora i disegni. Nella scena non vi è solennità: il gruppo con la Madonna e il Bambino è disposto lateralmente, a sinistra, mentre a destra si vedono Giuseppe con la tunica rosa e la profetessa Anna che riconobbe nel Bambino il Redentore annunciato dalle Scritture.
L’immagine è rarefatta: I colori sono smorzati, le figure abbozzate e quasi disarticolate; nei gesti della Vergine e del sacerdote si coglie però la partecipazione tipica della pittura lottesca, mentre nei piedi umani che sorreggono l’altare, l’estremo tocco di originalità inventiva. (M.@rt)
Edited by Milea - 23/9/2021, 09:39 |
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