Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!
Status:
Lorenzo Lotto Annunciazione, 1534 circa olio su tela, 166x114 cm Recanati, Pinacoteca Civica Firmato “L. LOTUS ”
Le prime notizie storiche relative all’Annunciazione risalgono al 1601 e fanno pensare che l’opera fosse stata commissionata dalla confraternita dei mercanti di Recanati, per ornare l’altare del proprio oratorio. Il dipinto non è datato; un tempo lo si collocava attorno al 1527, mentre gli studi più recenti propendono per un’esecuzione in loco e una datazione di poco successiva alla Crocifissione di Monte San Giusto. L’ipotesi è confermata da considerazioni stilistiche: le due opere hanno in comune le figure esili dalle teste relativamente piccole, bloccate in gesti rigidi benché fortemente espressivi.
Risulta inoltre che la confraternita si trasferì in una nuova sede nel 1533, motivo per cui forse fu decisa la commissione della pala. Il dipinto è uno dei più noti di Lotto in virtù della freschezza e dell’apparente ingenuità con cui l’artista seppe raccontare l’episodio dell’Annunciazione. La scena è ambientata nella stanza da letto della Vergine: a sinistra si vedono un letto a baldacchino, una finestra e una mensola su sui sono disposti indumenti e oggetti d’uso. Benché il motivo del letto possa sembrare ispirato a un rilievo di Sansovino nel santuario mariano di Loreto, che certo Lotto ebbe modo di vedere, il gusto per la natura morta rimanda all’arte nordica.
Si può ipotizzare che l’artista avesse visto a Venezia un’Annunciazione di Dirk Bouts, che servì da modello anche a Tiziano per una tela destinata alla cattedrale di Treviso: da qui derivò forse lo spunto per la straordinaria composizione marchigiana, nella quale diversamente dalle tradizionali raffigurazioni dell’Annunciazione, l’ azione si svolge dallo sfondo verso il primo piano.
I gesti dei personaggi sottolineano la straordinarietà dell’evento: il Padre Eterno fa irruzione dalla loggia sul giardino, un angelo dalla posa instabile e dalla veste fantastica reca l’annuncio, mentre la Vergine abbandona il leggio e si svolge turbata verso l’osservatore e si volge tutta turbata verso l’osservatore. Il dettaglio del gatto che fugge spaventato (simbolo della sconfitta del male) unisce verismo e garbata ironia. (M.@rt)
