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Essere e avere
Molti verbi della lingua italiana seguono le forme della coniugazione regolare. Davvero speciali sono, invece, i verbi essere e avere. Pur avendo la desinenza in -ere, infatti, non seguono le regole della 2ª coniugazione, ma fanno da sé, cioè hanno una coniugazione propria.
I tempi semplici di avere
Il verbo avere non esprime azioni, ma può significare:
• possedere Es: Tu hai (possiedi) gli occhi scuri. Voi avrete (possedete) poca memoria.
• sentire, provare una sensazione Es: Io avevo ( provavo la sensazione di) sete. Essi ebbero ( sentirono) molto freddo
I tempi semplici di essere
Non usiamo il verbo essere per indicare delle azioni, ma per esprimere:
• modi di essere Es: Tu sei alta e magra. Marta sarà felice di vederti. I suoi libri sono nuovi
• esistere Es: Nell’aula c’era molto disordine. In cucina c’è un delizioso profumino.
• stare, trovarsi Es: Io sono a scuola La lavagna è nell’aula.
• appartenere Es: Questo diario è di Mattia. Di chi sarà questo zaino?
I tempi semplici di avere e di essere fanno anche da ausiliari (aiutanti) agli altri verbi nella coniugazione dei tempi composti.
Avere e l’ortografia
Le voci del verbo avere ho, hai, ha, hanno e le parole o, ai, a, anno presentano lo stesso suono ma si scrivono in modo diverso e hanno un significato diverso.
O significa oppure
Ai a chi? a che cosa? dove?
A a chi? a che cosa? dove? come? in che modo? quando?
Anno insieme di 365 giorni
Per riconoscere il verbo avere bisogna invece ricordare che può essere sostituito con : possedere, oppure provare una sensazione.
Essere e l’ortografia
Le parole è e e hanno un suono differente, ma anche una diversa funzione.
E' corrisponde alla terza persona del tempo presente del verbo essere e vuole l’accento. Es: Alice è (si trova) in cucina. Il giornale è ( appartiene) di Bianca.
E, invece, unisce due parti di una frase, cioè è una congiunzione) e non vuole l’accento. Es: Alice e Bianca studiano; Leo gioca e si diverte molto.
Bisogna inoltre fare particolare attenzione alla parolina fu (3ª persona singolare del tempo passato remoto) NON vuole l’apostrofo.
C’è o ce
Per non confondere c’è con ce, bisogna pronunciare la frase a fare attenzione al suono: “aperto” si scriverà c’è; “chiuso” si scriverà ce.
C’era o cera
La parola cera è un nome, quindi è sempre preceduta da un articolo o da un aggettivo. La forma c’era, invece, comprende il verbo essere e quindi non è preceduta né da un articolo, né da un nome.
(Milea)Edited by Milea - 21/7/2021, 16:09
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