Il verbo

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Il verbo


Il verbo è la parola che fornisce informazioni importanti riferite al protagonista o ai protagonisti della frase.



Verbo



E’ una parola variabile e può esprimere:
• Un’azione compiuta dal protagonista
Il pescecane (che cosa fa?) spalanca la bocca.

• Un’azione subita dal protagonista
Pinocchio (quale azione subisce?) è inghiottito in un sol boccone.

• Un modo di essere del protagonista
Padre e figlio (come sono?) sono felici.

• L’esistenza del protagonista
Nella pancia dell’animale (chi c’è? Chi si trova?) c’è (si trova) Geppetto.

• Una condizione del protagonista
Geppetto (come sta? Dove sta?) sta comodo.

La parte che cambia



Il verbo, come il nome, è formato da:
• una radice, che rimane invariata ed esprime il significato del verbo
• una desinenza, che si modifica e fornisce molte informazioni

Attraverso la desinenza del verbo si può individuare:
o il numero (se l’azione è compiuta da una sola persona o da più di una)
o il tempo in cui si svolge l’azione ( al presente, passato o futuro)


Le coniugazioni

I verbi della lingua italiana possono essere classificati in tre grandi gruppi.


Coniugazioni



Ogni voce verbale può essere portata alla sua forma base, che termina in –are, oppure -ere, oppure –ire.
Tutti i verbi che hanno la:
• forma base in -are fanno parte della prima coniugazione;
• forma base in -ere fanno parte della seconda coniugazione;
• forma base in -ire fanno parte della terza coniugazione.
Il verbo assume desinenze diverse a seconda della coniugazione a cui appartiene. L a differenza è data dalla vocale tematica: la a per la prima coniugazione; la e per la seconda coniugazione; la i per la terza coniugazione.
Es: mangiava, piangeva, dormiva …

Il verbo concorda nel numero con le persone, cioè con i protagonisti della frase in cui è inserito. Si adatta anche alle diverse persone.


Verbo-persone



Le parole io, tu, egli, noi, voi, essi, con cui si indicano i protagonisti della frase, si chiamano pronomi personali, sia che si riferiscano a persone, che ad animali o a cose.
I nomi di 1ª e di 2ª persona sono invariabili. I pronomi di 3ª persona cambiano a seconda del genere (maschile e femminile) e della categoria (persona, animale o cosa).

Pronomi-persone


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I tempi



I verbi esprimono azioni diverse, non solo nel significato, ma anche nel tempo in cui accadono. Ciò che permette al verbo di fornire informazioni circa il tempo di un’azione è, in buona parte dei casi, la desinenza.
Per distinguere il tempo di un verbo può essere utile porsi la domanda “quando avviene l’azione?

Se la risposta è “ora, in questo momentoFreccia_nera si riferisce a una situazione contemporanea: il tempo è presente

Se la risposta è, invece, “è già avvenutaFreccia_nera riguarda una situazione ormai trascorsa: il tempo è passato

Se la risposta è “deve ancora avvenireFreccia_nera si riferisce a una situazione che deve ancora accadere: il tempo è futuro



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I modi del verbo



Il verbo può indicare anche il punto di vista di chi parla o scrive, cioè il modo di vedere l’azione. Nella lingua italiana esistono due gruppi di modi: i modi finiti e i modi indefiniti.

I modi finiti



I modi finiti sono 4 e hanno le persone (1ª, 2ª, 3ª) e il numero (singolare e plurale) e sono:


Freccina IndicativoFreccia_neraè il modo della certezza, della realtà

Freccina CongiuntivoFreccia_nera è il modo della possibilità, dei dubbi, delle azioni incerte, del desiderio.

Freccina CondizionaleFreccia_nera è il modo dei desideri;indica azioni possibili solo a condizione che…

FreccinaImperativoFreccia_nera è il modo del comando


I modi indefiniti



I tre modi indefiniti indicano azioni indeterminate, ciòè che non hanno né la persona, né il numero e sono:

Freccina InfinitoFreccia_nera è il modo che indica l’azione, senza persona e numero (es: mangiare, leggere, dormire)

Freccina GerundioFreccia_nera è il modo in cui avvengono due azioni insieme (es: Mi sono fatto male cadendo)

FreccinaParticipioFreccia_nera è il modo che indica l’azione come se fosse la qualità del nome.




(Milea)


Edited by Milea - 21/7/2021, 15:57
 
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Il modo indicativo


E’ il modo delle azioni certe e reali, che accadono, sono accadute o accadranno. E’ il più ricco e vario; comprende otto tempi diversi: quattro tempi semplici ( presente, imperfetto, passato remoto, futuro semplice) e quattro tempi composti (passato prossimo, trapassato prossimo, passato remoto, futuro anteriore), che indicano azioni anteriori rispetto ai tempi semplici.



tempi



Mentre l’uso del tempo presente non crea difficoltà (perché è uno solo), tutto è più complesso a proposito dei tempi passati e dei tempi futuri. Per imparare a usare correttamente i tempi del modo indicativo è necessario fare una prima distinzione.


Tempi_semplici



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I tempi semplici dell’indicativo


Il tempo Presente



Il tempo presente indica un’azione, una situazione o un modo di essere che avvengono nel momento in cui si parla ( o si scrive).

Il tempo presente esprime anche:
• un fatto che si ripete regolarmente
Es: L’autobus arriva ogni giorno alle ottobre

• un fatto sempre vero
Es: Il grillo è un insetto

Ogni voce verbale cambia la desinenza in base alla persona a cui si riferisce.



Presente



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Il tempo imperfetto



Il tempo imperfetto indica una situazione passata, ma “imperfetta”, perché si è protratta nel tempo e non del tutto compiuta. Il tempo imperfetto indica anche un’azione che, in passato, si ripeteva abitualmente.



Imperfetto



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Il tempo passato remoto



Il tempo passato remoto indica una situazione che che è accaduta in un periodo molto lontano e che si è conclusa nel passato. E’ il tempo utilizzato solitamente per raccontare fiabe, leggende e racconti, ma anche per descrivere fatti avvenuti nella Storia.


Passato_Remoto



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Il tempo futuro semplice



Il tempo futuro semplice indica una situazione che deve ancora succedere. Può indicare situazioni che accadranno in un futuro vicino, sia quelle che accadranno in un futuro lontano.


Futuro






(Milea)


Edited by Milea - 21/7/2021, 16:02
 
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Essere e avere



Molti verbi della lingua italiana seguono le forme della coniugazione regolare. Davvero speciali sono, invece, i verbi essere e avere. Pur avendo la desinenza in -ere, infatti, non seguono le regole della 2ª coniugazione, ma fanno da sé, cioè hanno una coniugazione propria.

I tempi semplici di avere


Tempi_semplici_avere



Il verbo avere non esprime azioni, ma può significare:

possedere
Es: Tu hai (possiedi) gli occhi scuri.
Voi avrete (possedete) poca memoria.


sentire, provare una sensazione
Es: Io avevo ( provavo la sensazione di) sete.
Essi ebbero ( sentirono) molto freddo



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I tempi semplici di essere


Tempi_semplici_essere



Non usiamo il verbo essere per indicare delle azioni, ma per esprimere:

modi di essere
Es: Tu sei alta e magra.
Marta sarà felice di vederti.
I suoi libri sono nuovi


esistere
Es: Nell’aula c’era molto disordine.
In cucina c’è un delizioso profumino.


stare, trovarsi
Es: Io sono a scuola
La lavagna è nell’aula.


appartenere
Es: Questo diario è di Mattia.
Di chi sarà questo zaino?


I tempi semplici di avere e di essere fanno anche da ausiliari (aiutanti) agli altri verbi nella coniugazione dei tempi composti.

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Avere e l’ortografia




Le voci del verbo avere ho, hai, ha, hanno e le parole o, ai, a, anno presentano lo stesso suono ma si scrivono in modo diverso e hanno un significato diverso.

O Freccia_nera significa oppure

Ai Freccia_neraa chi? a che cosa? dove?

A Freccia_nera a chi? a che cosa? dove? come? in che modo? quando?

Anno Freccia_nera insieme di 365 giorni

Per riconoscere il verbo avere bisogna invece ricordare che può essere sostituito con : possedere, oppure provare una sensazione.


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Essere e l’ortografia



Le parole è e e hanno un suono differente, ma anche una diversa funzione.


FreccinaE' corrisponde alla terza persona del tempo presente del verbo essere e vuole l’accento.
Es: Alice è (si trova) in cucina.
Il giornale è ( appartiene) di Bianca.



Freccina E, invece, unisce due parti di una frase, cioè è una congiunzione) e non vuole l’accento.
Es: Alice e Bianca studiano; Leo gioca e si diverte molto.


Bisogna inoltre fare particolare attenzione alla parolina fu (3ª persona singolare del tempo passato remoto) NON vuole l’apostrofo.

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C’è o ce



Per non confondere c’è con ce, bisogna pronunciare la frase a fare attenzione al suono:
“aperto” Freccia_nera si scriverà c’è;
“chiuso” Freccia_nerasi scriverà ce.


C’era o cera

La parola cera è un nome, quindi è sempre preceduta da un articolo o da un aggettivo. La forma c’era, invece, comprende il verbo essere e quindi non è preceduta né da un articolo, né da un nome.





(Milea)


Edited by Milea - 21/7/2021, 16:09
 
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I tempi composti dell’indicativo



La coniugazione del modo indicativo si completa con i tempi chiamati “composti”, cioè formati da due voci verbali.
Es: Ho preparato i bagagli e sono partito subito

In ognuno dei due casi il significato dell’azione è espresso dal secondo verbo (preparare, partire) mentre il primo verbo (ho, sono) ha la sola funzione di “aiutare” la coniugazione.
I verbi avere e essere, che svolgono la funzione di “aiutanti”, sono chiamati ausiliari. Essi compaiono nella formazione di tutti i tempi composti, ma non possono essere usati indistintamente. Infatti…
È corretto dire …
Io ho nuotato. trasp50 Io sono arrivato.
Ma non è corretto dire… Io sono nuotato. trasp50Io ho arrivato.

Ogni verbo quindi, ricorre al suo ausiliare.

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I tempi composti



Tra i tempi semplici e i tempi composti, esiste una relazione temporale. Spesso infatti, i tempi composti esprimono azioni avvenute prima di quelle espresse dai tempi semplici.

Il passato prossimo



Il tempo passato prossimo indica un’azione accaduta in un tempo passato, ma molto vicino ( prossimo) al presente.


Ausiliari



Osserva la relazione tra i due verbi usati in ogni frase:
Es: Dora è arrivata ( passato prossimo) da pochi minuti, invece Fabio arriva (presente) ora.
(prima è arrivata Dora, invece Fabio arriva adesso)

La coniugazione del tempo passato prossimo ripropone ill problema ortografico “h”. Per non sbagliare bisogna chiedersi se la parola che segue è un verbo. Se la risposta è , si deve osservare la desinenza.


Ato-uto



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Il trapassato prossimo


Il tempo trapassato prossimo esprime situazioni passate, spesso collegate ad altre che possono essere espresse al tempo imperfetto oppure al passato remoto.


Trapassato_Prossimo



Osserva la relazione tra i due verbi usati in ogni frase:
Es: Tu avevi incontrato ( trapassato prossimo) Luigi, mentre andava ( imperfetto) al parco.
( l’incontro con Luigi avviene intanto che egli compie l’azione di andare al parco)


Es: Io ero stanco (imperfetto), perché avevo nuotato ( trapassato prossimo) a lungo.
(prima la lunga nuotata, di conseguenza la stanchezza)


Es: Maria aveva percorso ( trapassato prossimo) tanta strada quando incontrò (passato remoto) Miriam.
(prima il lungo cammino di Maria, dopo l’incontro con Miriam)



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Il trapassato remoto


Il trapassato remoto esprime una situazione che è avvenuta e si è conclusa in un periodo molto lontano, prima di un’ altra azione passata, ma si usa più raramente.


Trapassato_remoto



Osserva la relazione tra i due verbi usati in ogni frase:

Es: Prima che ebbe attraversato (trapassato remoto) la Cina, Marco Polo tornò (passato remoto) a Venezia.
(prima il viaggio di Marco Polo, dopo il suo ritorno a Venezia)


Es: L’aereo decollò (passato remoto) quando la torre di controllo ebbe dato (trapassato remoto) il segnale.
(prima il segnale della torre di controllo, dopo il decollo dell’aereo)


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Il futuro anteriore



Il tempo futuro anteriore esprime una situazione futura che avverrà prima di un altro fatto, anch’esso non ancora avvenuto. Si usa anche per esprimere dubbio o incertezza nel passato.


Futuro_anteriore



Osserva la relazione tra i due verbi usati in ogni frase:
Es: Non appena avrà preparato (futuro anteriore) la valigia, Angela partirà (futuro semplice) per le vacanze.
(prima la preparazione della valigia, dopo la partenza per le vacanze)


Es: Mario e Maria usciranno (futuro semplice) solo quando sarà ricomparso (futuro anteriore) il sole.
(prima la comparsa del sole, dopo l'uscita di Mario e Maria)






(Milea)


Edited by Milea - 21/7/2021, 16:17
 
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Il modo congiuntivo



Il congiuntivo indica azioni incerte, sperabili o consigliabili e introduce delle situazioni ipotetiche, possibili, dubbie, che si completano con verbi espressi al modo condizionale. Le voci verbali espresse al modo congiuntivo, spesso sono precedute dalla parole se e che.
Es: Se tu mi ascoltassi (modo congiuntivo) più spesso, commetteresti (modo condizionale).
Se fossi (modo congiuntivo) Leonardo, quante cose inventerei (modo condizionale).


I tempi del modo congiuntivo sono quattro: due semplici e due composti.

I tempi semplici del congiuntivo


Congiuntivo_TSemplici



Il congiuntivo non ha il tempo futuro: per esprimere situazioni che forse devono accadranno si ricorre, quindi al suo tempo presente.
Es: Penso che tra qualche giorno Clara venga a trovarmi.
Mario è convinto che domani io partecipi alla partita di calcetto.


Il modo congiuntivo è sempre meno utilizzato; viene sostituito dall’indicativo, ma il risultato non è lo stesso…
Con la frase “Dicono che le pesche siano mature”, si esprime un’azione dubbia.
Se dico “Dicono che le pesche sono mature”, si esprime invece una situazione certa, che non corrisponde però all’intenzione del messaggio.

Usare l’indicativo al posto del congiuntivo, nella lingua parlata, non è un errore grave, ma è bene utilizzare il congiuntivo poiché consente sfumature comunicative diverse e un linguaggio più ricco.

Perciò diremo:
Spero che la tua nonna stia meglio
Immaginetrasp30e non
Immaginetrasp30 Spero che la tua nonna sta meglio
Credevo che tu fossi partito
Immaginetrasp30 e nonImmaginetrasp30 Credevo che tu eri partito
Voglio che tutti i bambini del mondo siano felici
Immaginetrasp30 e nonImmaginetrasp30Voglio che tutti i bambini del mondo sono felici


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Le congiunzioni nonostante, affinchè, purchè, sebbene, a meno che, benché, vogliono il congiuntivo.

Es: Sono andato a cercare funghi nonostante piovesse.
Dobbiamo organizzare bene la gita, affinchè tutto vada per il meglio.
La mamma ti permetterà di tenere un gatto, purchè tu lo accudisca.
Non ti presto più la mia bicicletta, a meno che tu non mi prometta che sarai più attento.
Non sono riuscita a combinare molto, benché avessi tempo.


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Il congiuntivo dei verbi avere e essere
utilizzati per formare i tempi composti




Congiuntivo_Ausiliari


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I tempi composti del congiuntivo


La coniugazione del modo congiuntivo comprende anche due tempi composti, che esprimono situazioni passate.


Congiuntivo_TComposti







(Milea)


Edited by Milea - 21/7/2021, 16:24
 
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Il modo condizionale


Il modo condizionale è il “modo dei desideri” ed esprime situazioni che si potrebbero verificare, a condizione che se ne verifichino altre. Indica anche richieste cortesi.
Es: Vorrei un caffè, per favore.

Spesso si accompagna al modo congiuntivo.
Es: Partiremmo ( modo condizionale) subito, se potessimo (modo congiuntivo).
Se io fossi stata (modo congiuntivo) imperatrice, avrei governato (modo condizionale) con saggezza.


Il modo condizionale ha solo due tempi:
• uno semplice : il presente
• uno composto: il passato.

Il tempo presente


Il tempo presente indica un desiderio che si potrebbe avverare.
Es : Partirei se avessi un’auto a disposizione. ( partirei a condizione che…)


Condizionale_ausiliari_Passato1



Il tempo presente dei verbi ausiliari avere e essere, che concorrono alla formazione del tempo passato.


Condizionale_ausiliari_Presente




Penna80Penna80Penna80Penna80



Il tempo passato



Il tempo passato indica invece una possibilità che si sarebbe potuta realizzare tempo fa.
Es: Se avesse avuto più tempo, Sara sarebbe venuta a trovarti.



Condizionale_Passato



Il condizionale passato dei verbi avere e essere


Condizionale_ausiliari_Passato




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Attenzione


Bisogna porre particolare attenzione all’uso del modo congiuntivo e del modo condizionale nella stessa frase.

Non si dirà
Se sarei più attento, non sbaglierei.
Se sarebbe possibile, vorrei aspettare qui.
Se potrebbe avere una bicicletta, Marco la userebbe tutti i giorni

Ma si dirà
Se fossi attento, non sbaglierei più.
Se fosse possibile, vorrei aspettare qui.
Se potesse avere una bicicletta, Marco la userebbe tutti i giorni.






(Milea)


Edited by Milea - 21/7/2021, 16:31
 
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Il modo imperativo


Il modo imperativo esprime un comando, ma anche un suggerimento, un invito, un avvertimento, un’esortazione, un’istruzione. Ha solo il tempo presente, perché non si possono dare ordini per il passato.
Es: Apri la finestra immediatamente!
Riordina il box!
Taglia l’erba in giardino!


Per il futuro, invece, è più corretto esprimere delle intenzioni, perciò si ricorre ad altri modi del verbo. Questo modo non ha neppure la 1ª persona singolare (io) perché non ha senso dare ordini a se stessi.
Dell’imperativo si usano soprattutto la 2ª persona singolare e plurale. Per fare la forma negativa dell’imperativo di seconda persona singolare, si usa non+infinito.
Es: Non essere sempre così distratto.


Imperativo



La 3ª persona singolare (egli), la 1ª plurale (noi) e la 3ª plurale (essi) possiedono le stesse forme del modo congiuntivo presente. Anche se nell’analisi grammaticale si classificano come voci verbali del modo imperativo, sarebbe più corretto definirle congiuntivo esortativo.

La coniugazione del tempo presente di avere e essere.


Imperativo_esse_aver


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Per essere più cortesi



Il modo imperativo, proprio perché è il “modo del comando”, può far assumere alla frase un tono poco cortese. Per questo motivo, si tende a trasformare il comando in un invito aggiungendo espressioni gentili, come per favore, se possibile, se non disturbo, se non le spiace,…
Es: Tenga la destra, se non le spiace.
Restituite il pallone, per favore.
Se possibile, smettete di fare rumore.






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Edited by Milea - 21/7/2021, 16:34
 
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I modi indefiniti


I modi indicativo, congiuntivo, condizionale e imperativo, sono detti finiti, facendo riferimento al fatto che ogni voce verbale concorda con una persona ben precisa, di cui indica anche il numero (singolare o plurale).

I modi indefiniti ( infinito, participio, gerundio ), invece, devono il loro nome al fatto che si possono accompagnare indistintamente a tutte le persone e non esprimono un numero preciso, cioè le persone non sono indicate: sono, appunto, indefinite.
I modi indefiniti hanno due tempi: il presente e il passato.


Modi_Indefiniti




I modi indefiniti dei verbi avere e essere


Modi_Indefiniti_ausiliari




Tra i modi indefiniti, il participio passato è il più utilizzato. Infatti ricorre nella formazione di tutti i tempi composti di ogni modo.
Es: Antonio e Gloria hanno giocato tutto il giorno.

Il verbo hanno giocato è espresso al tempo passato prossimo del modo indicativo, formato da…
HannoFreccia_neraausiliare avere

giocatoFreccia_neraparticipio passato del verbo giocare.

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La funzione dei modi indefiniti



I modi indefiniti possono essere utilizzati con funzioni differenti all’interno della frase. Infatti, oltre al compito del verbo, molto spesso assolvono anche a quello di nome e aggettivo.


Il modo infinito



Il modo infinito è usato nella funzione di verbo in frasi in cui si appoggia ad altri verbi.
Es: Penso di venire da te al più presto
Non devi calpestare l’erba!.
Prova a suonare il campanello.


A volte il modo infinito si comporta come un vero e proprio nome e si accompagna anche all’articolo.
Es: Il dipingere mi dà grandi soddisfazioni.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.


In altri casi ancora, l’uso dell’ infinito in funzione di nome è diventato così abituale che è difficile pensare che si tratti di un verbo.
Es: Il tuo dovere
Il potere del re.
Nel mondo del sapere.


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Il modo participio



Il tempo presente del modo participio è usato nella funzione di verbo.
Es: E’ vietato l’accesso al ponte ai mezzi trasportanti (che trasportano) pesi superiori a una tonnellata.

Molto più spesso, il participio è utilizzato come :
Aggettivo
Es: Questo succo di frutta è davvero dissetante!( verbo dissetare)
Ho visto le stelle cadenti. (verbo cadere)
Questo libro è interessante. (verbo interessare)


Nome
Es: Pietro è un insegnante.
Quale concorrente gioca?


Nell’analisi grammaticale si preferisce classificare questi participi in base alla loro funzione, cioè come nomi o aggettivi.

Il tempo passato del modo participio è usato nella funzione di verbo in frasi che spesso esprimono causa e tempo.
Es: Affaticati ( poiché eravamo affaticati) dalla passeggiata, ci riposammo sull’erba.
Terminata ( dopo che fu terminata) la gara, Sandro si allontanò dalla pista.


Il participio passato, però, spesso è usato come aggettivo.
Es: C’è odore di torta bruciacchiata. (verbo bruciacchiare)
Tempo scaduto (verbo scadere)
Che aula pulita (verbo pulire)


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Il modo gerundio



A differenza degli altri modi indefiniti, il gerundio è usato sempre nella funzione di verbo per esprimere svariate situazioni.
Es: Marco mi accolse sorridendo. (in che modo?)
Io esercito la mente giocando a scacchi. (per mezzo di che cosa?)
Venni a casa tua, sapendo di trovarti. (per quale motivo?)
Mi sento molto stanco pur avendo riposato a lungo. ( nonostante che cosa?)





(Milea)


Edited by Milea - 21/7/2021, 16:37
 
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Verbi impersonali



I verbi impersonali indicano una situazione non riferibile a un protagonista. Essi hanno una sola voce verbale: la 3ª persona singolare. La maggior parte dei verbi impersonali indicano delle condizioni meteorologiche.
Es: Nevica, pioveva, albeggiava, diluviò, grandinerà, lampeggia, imbruniva, piovigginava, fa bello, fece brutto tempo,…

Molti altri verbi si comportano, a volte, come dei veri e propri verbi impersonali.
Es: Carlo (chi?) fa da guida al nostro gruppo.
Il protagonista della frase è Carlo

Oggi ( quando?) fa caldo.
In questo caso il verbo fare non esprime un’azione compiuta da un protagonista, ma è usato in forma impersonale.


La lingua cambia



I verbi impersonali prediligono l’ausiliare essere, anche se oggi spesso si utilizza anche l’ausiliare avere.
Quindi si scrive…
E’ nevicato per ore.
E’ grandinato all’improvviso.


Ma si accetta anche…
Ha nevicato per ore.
Ha grandinato all’improvviso.


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I verbi irregolari



Molti verbi della lingua italiana sono chiamati irregolari perché non seguono il modello della coniugazione a cui appartengono, ma variano nella radice oppure nella desinenza, oppure entrambe le parti.

Modificano la radice.
Andare Freccia_neraio vado (ma non “io ando”)
Dovere Freccia_nera noi dobbiamo (ma non (noi doviamo”)
Uscire Freccia_nera tu esci (ma non “tu usci”)


In altri, invece, modificano la desinenza.
Stare Freccia_nera io stetti (ma non “io stai”)
Cadere Freccia_neraessi caddero (ma non “essi cadettero”)
Venire Freccia_nera io venni (ma non “io venii”)

In altri casi ancora, i verbi irregolari modificano sia la radice che la desinenza.
Accendere Freccia_nera io accesi (ma non “io accenderei”)
CuocereFreccia_nera essi cossero (ma non “essi cuocerono”)
Scrivere Freccia_nera io scrissi (ma non “io scrivei”)

I verbi irregolari sono numerosi e risulta difficile memorizzarli tutti. Nella maggior parte dei casi si imparano con l’uso; nel dubbio, vale sempre la regola del dizionario: consultarlo servirà a evitare di commettere errori.

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Non tutto cambia


I verbi irregolari modificano la coniugazione solamente in alcuni modi, in alcuni tempi o in alcune persone.
Per esempio nascere è un verbo che non segue la regola:
• Nel tempo passato del modo participio: nato
• In alcune persone del tempo passato remoto (modo indicativo):

io nacqui
tu nascesti
egli nacque
noi nascemmo
voi nasceste
essi nacquero





(Milea)


Edited by Milea - 21/7/2021, 16:40
 
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La forma dei verbi


Utilizziamo i verbi in tre forme diverse a seconda delle situazioni che si debbono esprimere.


Forma_Attiva

Paolo lava i piattiFreccia_neraPaolo compie l’azione di lavare i piatti.



Forma_Pastiva

Il pavimento è lavato da Maria Freccia_nera il pavimento subisce l’azione di essere lavato da Maria.




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I verbi coniugati nella forma passive sono sempre formati da:

ausiliare essere + participio passato del verbo



I tempi semplici sono formati da due voci verbali
Es: Gli aquilotti sono accuditi dalla mamma.

I tempi composti sono formati da tre voci verbali
Es: Gli aquilotti sono stati nutriti dal papà.


La forma passiva del verbo concorda sempre col protagonista della frase:
nel genere
Es: Le bambine sono state premiate
I bambini sono stati sconfitti



nel numero
Es. Io sono stato chiamato
Voi siete stati chiamati



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Forma_Riflessiva


Alex si lava freccianera Alex compie l’azione di lavare se stesso




La coniugazione dei verbi riflessivi è caratterizzata dalla presenza delle parole mi, ti, si, ci, vi, chiamate particelle pronominali. A volte le particelle pronominali si trovano dopo il verbo.

Es: Lavati!
Asciughiamoci
Pettinatevi!



I tempi composti dei verbi riflessivi vogliono sempre l’ausiliare essere.
Es: Il pastore si è coperto per il grande freddo.
Le mucche si erano abbeverate alla fonte
L’asino si era specchiato nel ruscello.



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Riconoscere la forma riflessiva



Per riconoscere la forma riflessiva del verbo, spesso si fa riferimento alla particella pronominale posta davanti al verbo, ma questo “trucchetto” non funzione sempre. Nelle frasi seguenti, per esempio, la particella pronominale mi è usata con funzioni diverse.
Tu mi curi Freccia_nera Tu compi l’azione di curare me: forma attiva.

Io mi curo Freccia_nera Io compio l’azione di curare me stesso: forma riflessiva.

Quindi se si hanno dei dubbi, bisogna porsi la domanda: il protagonista della frase compie l’azione su se stesso? Solo se la risposta è affermativa, il verbo è utilizzato in forma riflessiva.






(Milea)


Edited by Milea - 21/7/2021, 16:45
 
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view post Posted on 13/11/2011, 18:28     +1   +1   -1
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Transitivo o intransitivo?


Per comprendere che cos’è il genere del verbo è necessario considerarlo nel contesto di una frase, che analizzeremo logicamente per stabilire una relazione esistente tra il protagonista e il resto degli elementi che la compongono.

La forma transitiva

Es: La giraffa bruca i germogli



In analisi logica:

La giraffa è la protagonista e compie l’azione: è il soggetto protagonista della frase

Bruca esprime l’azione: è verbo transitivo

I germogli; l’azione passa, cioè transita dalla protagonista a questo elemento della frase: è l’oggetto su cui cade l’azione.

Come si può notare, il verbo permette il transito (passaggio) dell’azione dal soggetto all’oggetto, su cui la stessa azione si compie. In questa frase il verbo è perciò transitivo.

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La forma intransitiva

Es: La giraffa riposa sotto il baobab



In analisi logica:

La giraffa è la protagonista dell’ azione; è il soggetto protagonista della frase.

Riposa esprime l’azione; è verbo intransitivo.

Sotto il baobab esprime il luogo in cui avviene l’azione, ma non è “oggetto” dell’azione: è un complemento della frase.

In questo caso, il soggetto compie un’azione (riposa) che si riferisce soltanto a se stesso. L’azione “non transita” su alcun oggetto: in questa frase il verbo è intransitivo.

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Riconoscere il genere del verbo



1. Innanzitutto è necessario riconoscere il verbo e il protagonista delle frase

Valentina (soggetto protagonista) suona (verbo) la chitarra.


2. Rileggere gli elementi base della frase, quindi porsi la domanda chi? che cosa?
Valentina suona Freccia_nera che cosa?

3. Se la frase suggerisce una risposta, il verbo è transitivo.

Valentina ( soggetto protagonista) suona ( verbo transitivo) Freccia_nerala chitarra ( è l’oggetto su cui cade l’azione)

In caso contrario il verbo è intransitivo.

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Altro segno di riconoscimento del verbo intransitivo è la diversa domanda che il verbo stesso suggerisce.
I suoi amici (soggetto protagonista) applaudono ( verbo intransitivo) come? (e non che cosa) con entusiasmo ( è un completamento della frase).





(Milea)


Edited by Milea - 21/7/2021, 16:48
 
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view post Posted on 13/11/2011, 18:47     +1   +1   -1
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(Milea)


Edited by Milea - 21/7/2021, 16:25
 
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I verbi predicativi


Le voci verbali sono sufficienti ad esprimere un senso compiuto; esse infatti predicano, affermano l’azione del soggetto (es: Il pastore pascolava) o un’esistenza (es: Non c’era un’ anima viva)
Tali verbi sono definiti verbi predicativi.


I verbi copulativi


Se diciamo, invece,
La notte era…
La notte sembrava…

Senza aggiungere altro, la frase rimane sospesa e priva di senso. In questi casi la voce del verbo essere e la voce del verbo sembrare non bastano da sole ad esprimere un senso compiuto, ma devono essere completate da una parte nominale.
Infatti, completando le frasi…
La notte era luminosa
La notte sembrava luminosa
…otteniamo un senso compiuto.

Tali verbi che servono di unione, di copula tra il soggetto e una sua qualità o altra determinazione sono chiamati verbi copulativi.

Più precisamente:

copulaFreccia_nera è la voce del verbo essere
copulativiFreccia_nera sono altri verbi aventi la stessa funzione del verbo “essere” (es: sembrare, diventare, ecc…)

La parte nominale si chiama nome del predicato ( dopo il verbo essere, es.: La notte era luminosa) e completamento predicativo ( dopo un verbo copulativo, es.: La notte sembrava luminosa).


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I verbi servili



Debbono lavorare molto.
Quel ragazzo può fare di più.
Vuole avere uno stipendio più alto.

Le voci verbali poste in rilievo servono ai verbi di modo finito ( lavorare, fare, avere) per esprimere in maniera compiuta l’azione, aggiungendo l’idea del dovere, della possibilità o della volontà. Tali verbi sono definiti verbi servili.

Nei tempi composti l’ausiliare che di regola accompagna il verbo servile è quello richiesto dal verbo che segue al modo infinito.
Es: Non sono potuto andare

Il verbo andare infatti richiede l’ausiliare essere nei tempi composti (nell’uso corrente si usa tuttavia anche l’ausiliare avere
Freccia_neraNon ho potuto andare).

Se tuttavia gli stessi verbi ( dovere, potere, volere) sono usati da soli, in tal caso non hanno la funzione di verbi servili, ma quella di normali verbi predicativi.
Es: Vi debbono molta riconoscenza.
Può tutto.
Voglio una casa migliore.





(Milea)


Edited by Milea - 21/7/2021, 16:52
 
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