Corteo degli Indignati, guerriglia con i Black Bloc, Inferno nel centro di Roma:un black bloc distrugge la statua della Madonna

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Milea
view post Posted on 16/10/2011, 13:16 by: Milea     +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Chi sono i «Black Bloc» e il loro obiettivo:
rivolta come in Grecia


Le sigle che si nascondono dietro i cappucci di chi ha devastato Roma, la strategia di bloccare il «modello spagnolo» e le preoccupazioni dell'Antiterrorismo

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Ma chi sono davvero questi famosi Black Bloc? La domanda gira almeno da 10 anni, da quando sono comparsi quasi dal nulla per devastare Genova durante il G8 del 2001. Da allora, molte «imprese» da teppisti, pochi i nomi, le sigle riconosciute e gli arresti. Rimanendo dentro a una sorta di alone «mitico», seppure, negativo che passa dagli estremi del gruppo internazionale a quello degli infiltrati per far degenerare i cortei. A Roma ieri, sabato, sono tornati duramente in azione, mettendo a ferro e fuoco il centro della Capitale durante la manifestazione degli Indignati, e qualche faccia e sigla si è vista meglio
Intanto, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, dietro la loro azione c'era un piano. I «duri» volevano fermare una nuova manifestazione pacifica sul modello degli Indignados spagnoli (quella che voleva la stragrande maggioranza del corteo) e trasformarla in rivolta di piazza, sul modello greco, prevedendo fin dall'inizio scontri e violenze. Obiettivo: l'insurrezione.

Chi sono questi «duri»?-Si parla di alcune centinaia di persone, in parte romane, in parte arrivate da fuori. Vengono citati il centro sociale Acrobax, un movimento unito dal nome «San Precario», gruppi organizzati napoletani, anarchici e spezzoni del tifo livornese.
Di sicuro molti dei «Black Bloc», ovvero questa stessa gente solo vestita di nero e incappucciata, ieri si sono riuniti dietro il carro di San Precario. «Vogliamo conflitto, non protesta», urlavano fin dall'inizio, in mezzo al corteo, difficili da espellere e dentro al percorso autorizzato. Ci ha provato Piero Bernocchi, storico leader dei Cobas, portando a uno scontro interno al corteo, tra insulti e qualche pugno, che hanno permesso però agli altri di sfilare grazie al suo «cordone di sicurezza».

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«Piantiamo grane, non piantiamo tende»: questo è uno degli slogan, rimasto sui muri a simboleggiare il disprezzo per i compagni di manifestazione. Che molto di più di altre volte hanno preso non solo le distanze da loro, ma hanno cercando di prenderli fisicamente per consegnarli alla polizia, hanno applaudito l'intervento delle forze dell'ordine, oltre a un continuo scontro verbale e fisico. Le sigle da cui provenivano i «neri»? Repubblica riporta i torinesi di Askatasuna, i Carc di Rovereto, i padovani di Gramigna, i romani di Acrobax. E anche ultras di Roma, Cosenza Livorno e operai di Pomigliano. Quanti? Tra i 500 e i 1.500. Senza un'organizzazione precisa e individuabile, se non attraverso qualche chiaro annuncio via Internet su alcuni forum della galassia antagonista. Si ritrovano ai cortei e sanno già in partenza come ripetere le loro «imprese». Con il timore dell'Antiterrorismo che da questi gruppuscoli possano tornare spettri del passato, ispirati magari al modello brigatista. Sulla bacheca elettronica di Indymedia, furiosa per la «provocazione», prima del corteo era finito questo post: «Compagn tutt sapete già che il 15 Ottobre prox 2011 a Roma si terrà la manifestazione contro il sistema, e lo specifico è proprio questo: seppur si siano accodati a cose fatte Cgil e suoi lacché, l'iniziativa (europea) nasce con spirito sorprendentemente rivoluzionario. Pare che col crollo di tutto ciò che può crollare di organico al sistema capitalista anche i sassi inizino a muoversi.

L'occasione è unica. Sicuramente le forze di polizia ci attaccheranno, anche non dovesse esserci il minimo intento conflittuale (che comunque ci sarà e deve esserci da parte nostra). Dobbiamo tutti, rivoluzionari di ogni tendenza che saranno lì per rabbia e coscienza del baratro nel quale ci vogliono gettare definitivamente, combattere!!!!! Non come a Genova nel 2001! Non come il 14 dicembre 2010! Non dobbiamo fermarci! Portare con sé di "tutto" per prendere e tenere la piazza! (...) I compagni di ogni dove si stanno preparando per il 15: i compagni della Val Susa (onore a loro), gli operai, gli studenti, gli emarginati di sempre... ma non cadiamo nella retorica... Combattere!».
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12 replies since 15/10/2011, 22:53   986 views
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