La CITTA' PROIBITA, Cina, Pechino

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view post Posted on 31/8/2011, 19:55     +1   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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La CITTA' PROIBITA


Pechino_Citta_Proibita

Cina, Pechino



Le autorità della Repubblica Popolare Cinese l’hanno ribattezzata Gu Gong; Museo del Palazzo, ma per tutti i cinesi il più maestoso complesso di monumenti di questo enorme Paese, che si estende nel centro di Pechino su un’area di 740.000 metri quadrati racchiudendo 9999 costruzioni, è sarà sempre, Zijin Cheng, la Città Proibita. La morte era la pena inflitta a chi osava oltrepassare senza autorizzazione le porte della suntuosa residenza che ha ospitato i 24 imperatori delle dinastie Ming e Qing, per i quali, di fatto, la città era una prigione dorata, visto che il loro rango di “figli del cielo” non prevedeva che ne uscissero per mescolarsi ai comuni mortali.

Secondo la tradizione cinese, le sommità di molti padiglioni sono decorate con motivi zoomorfi, chiamati wenshou. All’estremità del tetto del Padiglione della Suprema Armonia si trova una divinità che cavalca una fenice, seguita da altri animali mitologici.


Draghi1


Draghi



Come facessero, da quel mondo ovattato a governare un impero così vasto è una domanda che non trova immediate risposte. Probabilmente tutti i complicati cerimoniali, i lussi e anche i vizi nei quali trascorrevano le loro giornate erano un modo per distogliere l’attenzione dalle lotte di potere dell’esercito di persone, tra eunuchi, emissari, ambasciatori e ministri che governavano l’Impero di Mezzo. Nel 1407, all’alba del quinto anno di regno, Yong Le, terzo imperatore della dinastia Ming, iniziò la costruzione della Città Proibita.


Sui lati del Padiglione della Suprema Armonia, sono disposte le statue bronzee di una gru e di una tartaruga, simboli di longevità. Sul dorso della tartaruga si trova un coperchio che ricopre un incavo nel quale veniva bruciato l’incenso.


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Per portare a termine il più imponente complesso residenziale del mondo, furono necessari 14 anni e un milione di operai, dei quali 100.000 tra i migliori artigiani dell’impero. La pietra per le piattaforme dei padiglioni e per i bassorilievi venne estratta nella cava di Fangshan, alle porte di Pechino. Per trasportarla, lungo la strada vennero costruiti pozzi a una distanza di 50 metri uno dall’altro. Così, in inverno, vi si poteva prendere l’acqua e rovesciarla sulla strada che, ghiacciando, faceva scivolare i blocchi. Il pregiato legno di canfora per le colonne arrivò invece dalle province meridionali dello Yunnan e del Sichuan.


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Per cuocere le tegole in maiolica gialla, il colore imperiale, furono allestiti forni a poca distanza dal cantiere. La calce per ricoprire le mura perimetrali, molto lisce e spesse 8,6 metri alla base e 6,66 sulla cima, fu mescolata al colore rosso, a riso glutinoso e a chiare d’uovo in modo da rendere più solida la struttura, mentre per la pavimentazione dei padiglioni furono usati mattoni sui quali i passi risuonassero in modo piacevole. A parte le piattaforme e le tegole, il resto delle strutture era costruito in legno, tanto che numerosi incendi hanno devastato la Città Proibita e gran parte degli edifici che vi sorgono oggi risalgono al XVIII e al XIX secolo.

Nell’ampio cortile che si apre oltre la Wumen, accesso principale alla Città Proibita, scorre il fiume delle Acque Dorate, attraversato da cinque ponti che simboleggiano le virtù del confucianesimo.


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La Città Proibita è divisa in due parti, la prima adibita alle funzioni di governo, la seconda a residenza privata. Il complesso si sviluppa lungo un asse nord-sud; su di esso si trovano gli edifici imperiali, aperti a sud, che hanno nomi ricorrenti nel pensiero cinese di stampo confuciano. Sui lati, perfettamente simmetrici, sono disposti quelli di servizio, tra i quali gli alloggi per le concubine, i domestici e i circa 200.000 eunuchi. La Wumen, Porta Meridiana, è con i suoi 35,6 metri di altezza, il principale ingresso alla Città Proibita. E’ sormontata da cinque padiglioni e ha cinque arcate.


Scala



L’accesso da quella centrale era permesso soltanto all’imperatore, alla sua sposa il giorno delle nozze e, nel giorno del diploma, agli studenti che avevano superato gli esami alla scuola confuciana. Dal padiglione corrispondente l’imperatore calava le leggi portate dagli emissari al ministro dei Riti, che le ricopiava in tanti esemplari quante erano le province dell’impero.


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Varcata questa monumentale soglia, si entra in un ampio cortile ove scorre il fiume delle Acque Dorate, attraversato da cinque ponti, quante sono le virtù del confucianesimo. Dal Taihemen, la Porta della Suprema Armonia sorvegliata da due leoni di bronzo, si entra nel cortile, tanto vasto da poter contenere 100.000 persone, del Taihedian, Padiglione della Suprema Armonia. E’ l’edificio già imponente del complesso e, all’epoca delle dinastie Ming e Qinh, con i suoi 37,44 metri, era il più alto di Pechino. Simbolo della potenza imperiale, la sala principale, ornata da 72 colonne decorate a motivi di draghi e nuvole, era il luogo in cui si tenevano la cerimonie di Stato e dove il sovrano riceveva gli omaggi il giorno del suo compleanno.

Leoni









Due massicci leoni
in bronzo
siedono a guardia
della Porta dell’Armonia Celeste.


Ciascuno di essi
ha sotto una zampa,
una sfera decorata,
intesa a rappresentare
la potenza dell’imperatore
e l’unità delle terre.












Le sale laterali erano invece adibite alle udienze e fungevano da depositi per documenti. Una di esse, la Wenyuange, Padiglione della Fonte Letteraria, custodiva la Sikuquanshu, la più antica e vasta enciclopedia del mondo, in 36 volumi.


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Davanti al Taihedian si trovano due enormi vasi di bronzo, gli unici rimasti di quelli situati lungo il perimetro dell’edificio, sempre colmi d’acqua per far fronte a eventuali incendi. Per lo stesso scopo, per così dire, erano state poste all’interno statue in bronzo del peso di quattro tonnellate raffiguranti draghi con cinque artigli che avevano il compito di propiziare la pioggia.


Vasi



Il Baohedian, Padiglione della Conservazione dell’Armonia, è il secondo edificio per importanza del complesso. Costruito nel 1420 e rimaneggiato nel 1625 e nel 1765, è una struttura che all’eleganza dell’architettura unisce sorprendenti trovate di ingegneria idraulica.
Un complicato sistema di canali di scolo fa sì che, nei giorni di pioggia, dalle 1412 teste di drago in marmo poste sulle colonne perimetrali, escano altrettanti scenografici zampilli d’acqua. Questo padiglione veniva usato per i banchetti di corte.


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Da qui una stele di marmo posta in orizzontale, lunga 16,5 metri, larga tre, del peso di oltre 250 tonnellate, e decorata con nuvole e draghi che giocano con una perla (simbolo imperiale ricorrente in tutta la Città Proibita) si accede alla sezione residenziale.


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I primi edifici che si incontrano sono il Qianqinggong, Palazzo dell’Armonia Celeste, e il Kunninggong, Palazzo della Tranquillità Terrestre. Nel primo, eretto nel 1420, appartamento privato del sovrano in seguito adibito a salone dei ricevimenti, spiccano quattro enormi specchi, oggetti preziosissimi e rarissimi a quell’epoca.
Qianqinggong, il Palazzo dell’Armonia Celeste, fu eretto nel 1420 come appartamento privato dell’imperatore, per poi essere adibito a salone dei ricevimenti.


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Al centro del padiglione si trova il trono, circondato da raffinate decorazioni e grandi specchi. Durante la dinastia Qing era il luogo da cui l’imperatore dava udienza ai suoi consiglieri e prendeva le decisioni di governo.


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Qui, nel 1722 e nel 1785, l’imperatore offrì il Banchetto dei Mille Anziani, alla quale vennero invitati i maggiori di 60 anni di tutte le province dell’impero.

La scala di accesso al trono nel Palazzo dell’Armonia Celeste è decorata con splendide balaustre in legno intagliato e i bruciatori per l’incenso che doveva profumare la stanza dell’imperatore.


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Nel Kunninggong, unico esempio di architettura manciù della Città Proibita, era costume che l’imperatore trascorresse la prima notte di nozze. La camera nuziale ha le pareti dipinte di rosso e decorate con l’ideogramma della doppia felicità; sono ancora al loro posto i Kang, letti in muratura che presentano un sistema di riscaldamento. Accanto, vi è la camera dove, ogni giorno, venivano celebrati sacrifici agli dei.


Kunninggong


Room_Bed



Proseguendo, si arriva al Yuhuayuan, il giardino imperiale, un’area di 12.000 metri quadrati ricca di angoli suggestivi e di delicate costruzioni dedicate agli ozi della famiglia imperiale. Di fronte al padiglione principale si trova un pino che pare abbia 400 anni, simbolo dell’armonia tra l’imperatore e l’imperatrice.
Accanto a una delle porte d’accesso al Giardino Imperiale, fu costruita anche Duixiushan, la Collina della raccolta della Bellezza, una piccola montagna artificiale dalla quale si può godere la vista su tutto il complesso.


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Oltre a una ventina di diversi edifici, il Giardino Imperiale è impreziosito da numerose sculture bronzee di grande armonia, raffiguranti animali esotici, come il leone e l’elefante di questa immagine, o creature fantastiche.


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Il Padiglione della Pioggia e dei Fiori, nel Giardino Imperiale, o Yuhuayuan, costruito nel 1417 durante la dinastia Ming. Il Giardino privato della famiglia imperiale copre un’area di 12.000 metri quadrati.


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Tra gli altri edifici della sezione privata spicca per il suo alto significato storico lo Yangxingdian, Palazzo del Nutrimento dello Spirito, dove si trovavano gli appartamenti privati dell’imperatore. Costruito durante la dinastia Qing Yongzheng, ha un posto di rilievo nella storia della Città Proibita, poiché è qui che gli eredi dell’Impero si ritiravano per apprendere i doveri del regno.
Fu qui che, il 12 febbraio 1012, dopo il colpo di stato capeggiato da Sun Yat Sen, l’imperatore Pu Yi firmò l’abdicazione, ottenendo tuttavia il permesso di vivere nella Città Proibita fino al 1924.


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A poca distanza da qui, gli Xiliugong, i sei Palazzi Occidentali, che ospitavano le concubine, conservano ancora intatti il mobilio e le suppellettili della tarda epoca Qing. Nell’adiacente Ningshougong, Padiglione della Tranquilla Longevità, eretto nel 1689 come una replica in scala ridotta della Città Proibita, è ospitata una collezione di 100.000. mentre il Leshoutang, Padiglione della Longevità Gioiosa, conserva una scultura in giada del peso di una tonnellata e una straordinaria stuoia lunga 2,16 metri e larga 1,39 intessuta con strisce sottilissime d’avorio. Tra gli altri tesori in esposizione vi sono gioielli e mobili Ming, reliquiari tibetani e dipinti su seta. Molti degli oggetti appartenuti agli imperatori sono stati trafugati dall’esercito di Sun Yat Sen e ora costituiscono il nucleo centrale del ricco Museo Nazionale di Taipei, a Taiwan. A rimpiazzarli, dopo la rivoluzione maoista, i nuovi amministratori della Città Proibita hanno raccolto oggetti di pregio da ogni parte della Cina. E, sopra l’ingresso principale del complesso, hanno posto una gigantografia di Mao Zedong, che sorride al popolo, rivolto a piazza Tiananmen, luogo simbolo dell’attuale potere cinese. (M.@rt)







Edited by Milea - 26/9/2021, 19:21
 
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