I monumenti buddhisti di SANCHI, India, Stato di Madhya Pradesh

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view post Posted on 28/8/2011, 13:40     +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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I monumenti buddhisti di SANCHI


Sanchi

India, Stato di Madhya Pradesh



A vederla è una collinetta che s’innalza per un centinaio di metri sull’immensa pianura indiana. Eppure il luogo ha una solennità ascetica che fa dimenticare le sue modeste dimensioni. Sanchi racchiude i più antichi monumenti religiosi del subcontinente indiano, un insieme che testimonia senza soluzione di continuità il percorso storico, spirituale e iconografico del buddhismo dal III secolo a.C. al XIII secolo d.C., quando in India questa religione fu soppiantata dall’induismo. Non vi è evidenza che il principe Siddharta, in una delle tappe che scandirono il suo lungo cammino verso il nirvana, sia passato da Sanchi. Il merito della fondazione del santuario va ad Ashoka, il re della dinastia Maurya che governò su gran parte dell’India tra il 273 e il 236 a.C.
Il torana settentrionale è il più elaborato e meglio preservato dei quattro ingressi al Grande Stupa (detto anche Stupa I). essi furono aggiunti a completamento del monumento nel I secolo a.C.. al tempo della dinastia dei Satavahana.


Elefanti

Animali sacri secondo la cosmogonia buddhista,
gli elefanti protetti da parasoli elegantemente scolpiti nell’arenaria
costituiscono il culmine del torana occidentale del Grande Stupa.



India2



Convertitosi al buddhismo insieme alla moglie, nata a Vidisha, a poca distanza da Sanchi, ordinò la costruzione di vari stupa (monumenti in mattoni e malta di forma semisferica, simbolo della montagna sacra che collega la Terra al Cielo) per ospitarvi le reliquie del Buddha, dai denti ai capelli, alle ossa della spalla.
Il più maestoso degli stupa di Sanchi ha un diametro di 37 metri, un’altezza di quasi 17, è sormontato da un ombrello (chattra) che simboleggia i Tre Gioielli del buddhismo, il Buddha stesso, la Legge e la comunità dei monaci, o Sangha, ed è posto su una piattaforma dove ancora oggi viene praticato il rituale deambulatorio dei pellegrini. La balaustra in pietra che lo delimita è interrotta da quattro ingressi scolpiti in bassorilievo, detti torana. Vi sono rappresentati, con supremo gusto per il dettaglio, episodi della vita del Buddha nelle varie incarnazioni e cronache delle imprese di Ashoka per portare la fede in ogni angolo del regno.

Così come appare oggi il Grande Stupa risale al II secolo a.C. La struttura complessiva, tuttavia ingloba una parte più antica attribuita ad Ashoka, imperatore della dinastia Maurya che ebbe il merito di propagare il buddhismo in tutto il subcontinente.


India



Scolpita nell’arenaria in corrispondenza del torana occidentale, questa effigie del Buddha in meditazione è, come le altre tre che si possono ammirare nel Grande Stupa, un’aggiunta al monumento del 450 d.C., all’epoca della dinastia Gupta.


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Sormontata da un’aureola riccamente decorata a motivi floreali, questa statua del Buddha in meditazione si trova nel Vihara 45. All’interno di questo complesso monastico si ammirano anche statue delle divinità fluviali induiste, Ganga e Yamuna.


Buddha_0



Tra I bassorilievi più affascinanti, quello che mostra il Buddha impassibile alle tentazioni del malvagio demone Mara e quello della leggenda del principe Mahakapi Jataka, che salvò 80.000 scimmie stendendosi a mo’ di ponte attraverso il Gange e permettendo loro di fuggire dai nemici che lo assediavano. Ad accogliere i fedeli sulla piattaforma vi sono statue del Buddha in posa di meditazione: furono aggiunte nel I secolo a.C., all’epoca dei sovrani gupta, quando venne meno il tabù che vietava le immagini antropomorfe del divino. Tanto che nei bassorilievi di Ashoka il Buddha è reso come un albero del Bo (sotto il quale ricevette l’Illuminazione), una Ruota della Legge (che segna il momento dell’abbandono dei beni terreni) o appena una linea (traccia del suo cammino verso il Cielo).


Nel 1851, lo Stupa 3 restituì due preziose reliquie: due frammenti ossei con castoni di perle, cristalli, ametiste e lapislazzuli, appartenenti a due dei più noti discepoli del Buddha (British Museum, Londra)


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Gana

Questo gana ( nani panciuti associate a Shiva)
sorregge l’architrave dello Stupa 3






Accanto al torana rivolto a sud, Ashoka pose un obelisco in pietra che reca incisa, in pali (la più antica lingua dell’india) una sorta di guida ai luoghi di pellegrinaggio. Intorno al monumentale stupa ne sorgono dozzine di altri, più piccoli e in diverso stato di conservazione, così come resti di templi e monasteri appartenenti ai vari stadi di evoluzione del culto buddhista nella storia indiana.

Tra questi, è sorprendente il cosiddetto Tempio 18, del VII secolo: ha un inconfondibile aspetto greco, testimonianza dell’eredità culturale lasciata da Alessandro Magno durante il suo “passaggio in India”. A segnare, invece, l’inizio della compenetrazione tra l’ascetismo buddhista e il più plateale e scenografico insieme di culti induisti sono i monasteri 45 e 47, sul versante sud della collina.

Qui gli elaborati altorilievi, che mostrano il Buddha attorniato dalle divinità Ganga e Yamuna, da sensuali danzatrici e persino da scene erotiche, inaugurano una nuova era spirituale e artistica, che raggiungerà il suo massimo splendore nei templi del sito di Khajuraho.


Privo di torana, lo Stupa 2 si erge su una piattaforma artificiale, o medhi, ed è cinto da una balaustra decorata con medaglioni a bassorilievo. Fu eretto probabilmente nel II secolo a.C.


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L’elefante è uno degli animali raffigurati nei medaglioni scolpiti sulla balaustra dello Stupa 2. Intorno a essa, i pellegrini praticavano il pradakshinapatha, il rituale della deambulazione in senso antiorario.


Elephant



Il Vihara 45 è il monastero più maestoso e meglio conservato di Sanchi. Al centro è stato edificato il tempio, tra il IX e il X secolo d.C., quando ormai in India il brahmanesimo aveva cominciato a soppiantare la dottrina buddhista.


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Il Tempio 17 è uno splendido esempio di architettura dell’epoca gupta, nonché precursore dello stile classico induista sviluppatosi successivamente a Khajuraho e in Orissa. (M.@rt)


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Edited by Milea - 26/9/2021, 18:51
 
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