L'ACROPOLI di Atene, Grecia, Attica

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view post Posted on 23/8/2011, 17:40     +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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L'ACROPOLI di Atene


Acropoli_Atene

Grecia, Attica



La sublime saggezza, in tempo di pace come in tempo di Guerra, era la caratteristica di Atena, dea eponima della più splendida e potente tra le città della Grecia. Secondo il mito, contese vittoriosa il possesso dell’Attica al fratello Poseidone e poi consegnò la regione all’antico re Cecrope, apparendogli in tutta la sua magnificenza sulla cima della colllina su cui sorse l’Acropoli. In quell’occasione gli offrì in dono un ulivo, che Atena contrapponeva al cavallo, efficace strumento di guerra che Poseidone aveva appena regalato allo stesso re.
E l’intelligenza del sovrano lo portò ad accettare con riconoscenza il simbolo, apparentemente modesto, del lavoro duro e onesto, del commercio dell’olio a esso collegato, e soprattutto, della pace e della giustizia, necessarie per la ricchezza e il progresso della città.

Sebbene si faccia risalire a questo leggendario evento la costruzione, nel VII secolo a.C., di templi dedicati ad Atena, Zeus, Artemide, Eracle e persino allo sconfitto Poseidone in quello che sarebbe diventato il cuore religioso della polis ateniese, sulla scoscesa altura rocciosa che oggi domina la caotica capitale della Grecia, quel luogo era in realtà abitato già nel Neolitico e lì i micenei avevano eretto una cittadella fortificata.
Il primo ad avviare una serie di lavori che avrebbero dato all’Acropoli un assetto monumentale fu, nel VI secolo a.C., il tiranno Pisistrato, lo stesso che istituì le Panatenee, feste e giochi che si sarebbero tenuti ogni quattro anni, nel mese di agosto, in onore della dea.


Partenone_agora



Cento anni più tardi, dopo il funesto intervallo dell’invasione di Atene da parte dei persiani, che avevano sfregiato l’Acropoli ponendovi i loro idoli, fu il sovrano Cimone ad affidare all’architetto Callicrate il progetto di un tempio sfarzoso, dedicato ad Atena Parthenos.
Ma è l’anno 449 a.C. a segnare la svolta dell’Acropoli, ovvero a trasformare quella collina nel più grandioso e suggestivo complesso architettonico del mondo classico, punto d’incontro ideale e monumentale delle concezioni filosofiche, dei valori etici e religiosi, della volontà politica e delle capacità tecniche della superba polis ateniese. Quella svolta ha due indiscussi protagonisti: Pericle, il grande statista personificazione della democrazia ateniese, e Fidia, suo amico fraterno, probabilmente il più grande scultore che la storia conosca.

Il Partenone, fronte occidentale. Gli originali delle tre statue del timpano ovest,
raffiguranti la disputa tra Atena e Poseidone, sono conservati al Museo dell’Acropoli.



Partenone



Il tempio callicrateo di Athena Parthenos, universalmente noto come Partenone, la cui costruzione aveva subito una battuta d’arresto, viene completato sotto la direzione dell’architetto Ictino. Questi fa evolvere il progetto originario in uno straordinario periptero ottastilo di ordine dorico, nel quale ogni misura, ogni proporzione, ogni forma altro non è che la trasposizione su pietra delle teorie aritmetiche, geometriche e filosofiche di Pitagora e Platone.

Costruito in stile ionico sul finire del V secolo a.C. dall’architetto Callicrate,
il piccolo tempio di Atena Nike è un edificio anfiprostilo,
vale a dire di forma rettangolare, con due portici colonnati sui lati brevi.



Acropoli2



A sorprendere, ancora oggi, sono gli innumerevoli accorgimenti prospettici e le finezze che creano straordinarie illusioni ottiche atte a ingentilire e armonizzare i vari elementi del monumento. Ma, al di là della perizia architettonica, è la decorazione del Partenone, opera di Fidia e della sua officina, che contava le migliori maestranze dell’epoca, a renderlo un monumento definito a ragione come “un esperimento di perfezione”. Purtroppo, la gigantesca statua di Atena, realizzata da Fidia in avorio e oro con la tecnica crisoelefantina, è andata distrutta, così come buona parte dei fregi che ornavano l’edificio non si possono più ammirare in situ, essendo custoditi al British Museum, a Londra, e in altri musei sparsi per l’Europa.

Tre giovani hydriaphoroi (portatori d’acqua) recano le loro hydriae sulla spalla sinistra in un dettaglio del fregio settentrionale del Partenone. Nel complesso questa sezione raffigura una processione sacrificale. I blocchi, lunghi in media 1,22 metri, sono conservati in parte al Museo dell’Acropoli e in parte al British Museum.

Bassorilievo



Tuttavia, una volta al cospetto del Partenone, l’immaginazione corre facile e lieve a ricollocare i capolavori sui frontoni del tempio, un tempo dipinti a colori vivaci, che rappresentavano la nascita di Atena dalla testa di Zeus e la contesa tra la dea e Poseidone per la supremazia sulla città.
Oppure quelli che decoravano le 92 metope (41 delle quali ancora al loro posto) con allegorie della lotta tra il Bene e il Male: dalla battaglia dei greci contro i troiani (immagine epica che evocava il conflitto ancora bruciante contro gli odiati persiani) agli scontri contro le amazzoni, i centauri e i giganti.

O, ancora, il fregio ionico della cella, considerato il capolavoro di Fidia, su cui si dipana la lunghissima e solenne processione della cittadinanza ateniese durante le festività panatenaiche.
La stupefacente plasticità, la ricchezza dei dettagli fin nel più sottile drappeggio delle vesti o nella cura miniaturista di ogni gioiello, di ogni acconciatura, così come la potenza espressiva di ogni volto e ogni gesto, tali da rendere immediatamente leggibili persino le psicologie dei vari personaggi del corteo, dimostrano l’eccezionale sensibilità di Fidia verso la figura umana, sia in senso strettamente fisico che filosofico.



A Partenone quasi ultimato, nel 437 a.C., Pericle inaugura i lavori per dotare il tempio sull’Acropoli di un degno ingresso, che gli si armonizzasse per proporzioni, eleganza e solennità. Una sfida difficile, che un altro grande architetto, Mnesicle, accetta con entusiasmo. I lavori si concludono a tempo di record, in appena quattro anni. Il risultato sono gli splendidi Propilei, concepiti da Mnesicle con una prospettiva “ascendente” che ha risolto alla perfezione il problema del “contrasto” con il Partenone, distribuendo l’elegante struttura colonnata, scandita da ali porticate, lungo una ripida scalinata che enfatizza il senso di sacralità dell’Acropoli. Una decina d’anni più tardi è invece di nuovo Callicrate a realizzare, su uno sperone roccioso accanto ai Propilei, il raffinatissimo e originale tempietto dedicato a Atena Nike, decorato con allegorie della Vittoria da un ottimo allievo della scuola di Fidia purtroppo rimasto anonimo.


Acropoli4



L’ultimo edificio a sorgere sull’Acropoli è, ormai al volgere del secolo, l’Eretteo. Situato a nord del Partenone in prossimità dell’ulivo sacro che la tradizione riconosceva come il dono di Atena, il tempio non ha una paternità certa, ed è dedicato ai culti più arcaici, legati alle figure divine di Poseidone ed Efesto.


Acropoli1



Segno distintivo del monumento è la loggia, in cui le colonne portanti sono state sostituite da sei leggiadre figure femminili, le celeberrime Cariatidi probabilmente opera di Alcamene, anch’egli allievo di Fidia. Attualmente a sorreggere la loggia sono state poste copie delle statue. Ciò che restava dagli originali è stato messo al riparo dai danni dell’inquinamento atmosferico nel museo annesso al sito. Nonostante il declino di Atene, l’Acropoli ha conosciuto un lungo periodo in cui è stata oggetto di somma venerazione, e non soltanto per il suo significato puramente religioso. Anzi, per i romani questa era uno straordinario museo che racchiudeva l’essenza stessa della filosofia, della politica e dell’estetica greca. Ovvero un modello da seguire.

L’Eretteo, angolo sud-occidentale, con il portico delle Cariatidi. L’edificio era diviso in due parti, destinate al culto delle due principali divinità dell’Attica: Atena e Poseidone-Eretteo.

Acropoli5




Acropoli3







Il Portico delle Cariatidi,
sul lato meridionale dell’Eretteo,
fu costruito in stile ionico
intorno al 420 a.C.

Gli originali delle sei leggiadre Cariatidi,
probabilmente dovute ad Alcamene,
sono conservati
al Museo dell’Acropoli,
ad eccezione di uno
che si trova al British Museum.







In epoche successive il Partenone è stato trasformato in chiesa bizantina e poi in moschea, ma esso e gli altri edifici dell’Acropoli, pur con diverse destinazioni d’uso, hanno attraversato quasi indenni lo scorrere dei tempi più bui. La prima lancinante ferita al Partenone è stata inferta soltanto nel 1687. A quel tempo la collina era occupata dai turchi che avevano fatto dell’antico tempio di Atena Parthenos il loro deposito di munizioni durante l’assedio che subirono da parte dei veneziani, giunti dal mare. Questi ultimi vi lanciarono una bomba incendiaria, causando una tremenda esplosione che ne distrusse buona parte. Ma l’attacco più grave al monumento avvenne all’inizio del XIX secolo, e fu, almeno apparentemente, pacifico.

Fu per amore del bello, o forse soltanto per cupidigia, che Lord Elgin, ambasciatore di Sua Maestà britannica a Costantinopoli, rimosse i capolavori di Fidia per imbarcarli su una nave diretta in patria.

La cavea del teatro di Dionisio Eleutereo (V secolo a.C. ) poggia sulle pendici meridionali dell’Acropoli; questo teatro, il più famoso del mondo greco, prendeva il nome dalle Grandi Dionisie, competizioni drammaturgiche in onore del dio protettore della musica.


Anfiteatro_Atene



Nell’angolo sud-occidentale dell’Acropoli, il teatro di Erode Attico si apre verso meridione, sulla città moderna. L’edificio, ancor oggi usato per importanti rappresentazioni teatrali, fu donato alla città nel II secolo d.C. dal famoso mecenate, letterato e sofista Erode Attico, che fu console per Antonino Pio e tenne ad Atene lezioni di retorica.


Acropoli6



L’Hephaisteion, o tempio di Efesto, è anche noto come Theseion, poiché vi sarebbero state sepolte le spoglie mortali dell’eroe Teseo, ritrovate nel V secolo a.C. sull’isola di Skiros, dall’uomo politico e generale Cimone sull’isola di Skiros, dove combatteva contro i persiani. Il tempio è famoso soprattutto per il suo stato di conservazione, unico edificio ad aver conservato il tetto originario.


Acropoli8




Acropoli7





Visto dall’interno,
questo propileo costituiva l’ingresso occidentale
dell’Agorà romana.
Di quest’ultima restano tracce relativamente modeste,
ma si trattava di un complesso notevole:
un quadrilatero di porticati,
con botteghe su tre lati,
delimitava una superficie di quasi 10.000 metri quadrati
(M.@rt)







Edited by Milea - 26/9/2021, 18:03
 
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