Palio di Siena 16 agosto 2011, Le contrade che corrono il Palio dell'Assunta e il Drappellone

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Milea
view post Posted on 16/8/2011, 18:09 by: Milea     +1   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Il Drappellone


Il drappellone, dedicato alla Madonna Assunta, è un omaggio al grande pittore trecentesco Duccio di Buoninsegna


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Secondo la tradizione il drappellone deve recare in alto l'immagine della Madonna alla quale è dedicato, ossia per 16 Agosto la Madonna Assunta in cielo. Deve recare inoltre la data della corsa, lo stemma della Balzana, eventualmente insieme agli altri due del Comune, gli stemmi degli antichi Terzieri della Città e quelli del Capo dell'Amministrazione Comunale in carica e delle 10 Contrade che corrono.
Il drappellone viene solennemente trasportato in Duomo prima della 3° prova e vi rimane fino a quando non sarà issato sul Carroccio, poco prima dell'inizio del Corteo Storico.
Quest'anno il Drappellone, è un omaggio al grande pittore trecentesco Duccio di Buoninsegna.

Era il 9 giugno 1311 quando la Maestà, dipinta da Duccio di Buoninsegna, con una processione solenne fu portata e collocata sull’altare maggiore del Duomo. Siena, settecento anni dopo, con il Palio che si correrà il 16 agosto, ricorda questo momento e il grande concittadino che la dipinse.
La pala rappresenta, infatti, il capolavoro di Duccio, così come rappresenterà un capolavoro la vincita di una delle Contrade che prenderanno parte alla Festa senese.
Un impegno particolare la sua realizzazione, per il giovane artista senese Francesco Carone: la particolarità è che questo palio non è dipinto, ma ricamato e domina il colore naturale della seta: un bianco avorio che ben si adatta a molteplici interpretazioni (non è la foto ad essere sbiadita!). Fede, purezza, sacralità.
Nessun confronto, chiaramente, tra stili e mani, separati da secoli di storia, ma, sicuramente, un punto di contatto: il desiderio e la volontà di innovare e sperimentare con percorsi creativi.

Il suo è un Palio che deve essere guardato e non solo visto.
Sul drappo Carone ha riproposto, attraverso l'abile ricamo di Letizia Frosini, la Madonna di Duccio. L'aureola è stata appositamente tessuta con ordito di seta e trama in crine di cavallo, dalla Fondazione Lisio per l'Arte della Seta di Firenze e, successivamente, impreziosita con perle.
Sul collo della Vergine una collana di barberi, dipinti, ciascuno, da alcuni contradaioli scelti dai Priori delle 17 Consorelle; al dito della mano un anello in argento, con incastonata una balzana - il simbolo della città di Siena - realizzata in ebano e osso. Infine è impreziosito da cristalli di Swarovski.

Questo palio parla di senesità, parla di storia, parla di arte, parla di passione, ma, soprattutto, racconta l'amore di una città per la sua Festa. I senesi, se interpellati, dicono che a loro basta un pezzo di stoffa bianco.
Contradaiolo del Leocorno e artista molto apprezzato, a soli 36 anni è già conosciuto a livello nazionale. Una promessa nel panorama dell’arte contemporanea, lui che non si definisce né pittore, né scultore, ma che riesce a creare emozioni giocando con la creatività. Sì perché le sue opere dopo aver “dato il la” ascoltano, in una melodia di risposte, le percezioni, le immaginazioni e i ricordi che riescono a scatenare in coloro che le guardano.

Questo è quello che accade a chi si trova davanti a questo Palio non dipinto, dove domina, incontrastato, il colore naturale della seta. Un bianco avorio che ben si adatta a molteplici interpretazioni. Fede, purezza, sacralità.
Il drappellone non solo riporta la stessa scritta della pala di Duccio, ma anche la frase, e questa volta in braille e con una vezzosa aggiunta, Madre Santa di Dio sii pace per Siena, sii per Duccio e Francesco la vita, che ti hanno fatta così.
Il crine di cavallo, usato al posto di pennellate di colore, per inserire l’elemento principe della Carriera rappresenta, indubbiamente, un’inventiva artistica, e la sua collocazione nell’aureola, per gli eredi della senesità di Duccio non necessita spiegazioni.

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Guardare il Palio di Carone è come assistere ad una lezione magistrale di estetica. Induce ad una conoscenza sensibile. Non serve il colore per cogliere il significato di un’opera d’arte né, tantomeno, il tratto di un pennello per caricare di simbologia una concettualità capace di intellettualizzare una serie di caratteri, che si trasformano in codici; alternativi sì, ma ugualmente, e forse più, in grado di narrare le origini di appartenenza.

Il drappo di seta, nonostante l’intervento dell’artista che con abilità ha giocato tra uno “spazio di origine” e uno di “vissuto”, rimane al tempo stesso immacolato e carico di significazioni.
Un simulacro del sé: Duccio, Siena, il Palio, e di un altro sé; quello di chi potrà conquistarlo vincendolo, e quello di tutti coloro che lo hanno desiderato. Non a caso, infatti, le Contrade dei barberi sono 17 e non solo le 10 che corrono, come da tradizione, che si possono vedere sul retro, completamente nero, della stoffa. E non a caso gli occhi della Madonna sono senza iride. Non è necessario vedere per sentire.
Il Drappellone di Carone è difficile da descrivere, perché, riportando Massimo Carboni: “mai la parola aderirà all’immagine, parlare non è vedere e scrivere non è mostrare”.

I senesi, se interpellati, tutti, all’unisono, dicono che a loro basta un pezzo di stoffa bianco. Bene. Francesco Carone ha risposto alla loro richiesta, ma con qualcosa in più. Ha aggiunto l’arte, quella con la A maiuscola.
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Edited by Milea - 15/8/2014, 23:43
 
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