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Edouard Manet Ritratto di Stéphane Mallarmé 1876 olio su tela, cm 27 x 36 Parigi, Musée d’Orsay
Il connubio umano e artistico con gli scrittori più progressisti della sua epoca fu caratteristico della vita di Manet. Amico prima di Baudelaire e poi di Zola, nel 1873 conobbe il giovane poeta Stéphane Mallarmé, il quale, come già avevano fatto i colleghi, impugnò prontamente la penna per difendere e celebrare colui che considerava “il solo uomo che abbia tentato di aprire alla pittura una via nuova”, come scrisse nell’ articolo “La giuria di pittura del 1874 e monsieur Manet”, pubblicato a meno di un anno dal loro incontro.
Tra i due nacque ben presto, sollecitata da Mallarmé, di dieci anni più giovane del pittore, un’intesa personale e professionale, tanto che Manet eseguì le illustrazioni per diverse opere e traduzioni del poeta.
Il ritratto che gli fece è, per la sua straordinaria naturalezza, uno dei risultati più alti e moderni dell’intero percorso manetiano e la piccola tela acquista una forza espressiva e un carisma straordinari.
Lo scrittore è colto in un momento quotidiano, nello studio che Manet aveva nei pressi della Gare Saint-Lazare riconoscibile dalla tappezzeria giapponese. Mallarmè è raffigurato con la mano in tasca, appoggiato ad un cuscino sistemato contro il muro; l’altra mano, con cui regge l’amatissimo sigaro, pare indicare un punto all’interno di una pagina, come se stesse tenendo il segno durante una conversazione o una pausa di riflessione.
Manet rinunciò in questo caso alle sue famigerate quanto estenuanti sedute di posa, circostanza che gli permise di raggiungere un effetto di grande immediatezza. La pennellata rapida e riassuntiva e la posizione sbilenca del poeta assorto trasmettono all’opera un’intensità comunicativa rara rispetto all’atmosfera generalmente fredda, prediletta dall’artista parigino. (M.@rt)
Edited by Milea - 18/9/2021, 18:04
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