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Giotto Storie di san Francesco Francesco dona il suo mantello a un cavaliere povero, 1295 – 1297/1299 affresco, 270 x230 cm Assisi, Basilica superiore di San Francesco
Le Storie di san Francesco, giunte sino a noi in condizioni relativamente buone, rappresentano una grande novità rispetto ad altri cicli del tardo Duecento, fiorentini e romani, per il respiro spaziale delle scene incastonate nei riquadri, simili a finti loggiati, e per il deciso naturalismo. Le colonnine tortili dipinte, che dividono gli episodi, riprendono antichi motivi della romanità e si ritrovano anche nella decorazione di Santa Cecilia in Trastevere di Pietro Cavallini, del 1293 circa. Ogni scena ha una sua soluzione spaziale, creata da sfondi montuosi o architettonici, da ambienti studiati in una prospettiva ai suoi albori, ma già chiara e razionale, non sempre omogenea. Il dono del mantello da parte di Francesco a un cavaliere povero, la prima storia a essere dipinta, si svolge in un paesaggio roccioso, popolato di alberelli e da case arroccate tra le mura merlate di Assisi. Il protagonista è il santo, la cui testa è posta proprio all’incrocio dei due gruppi montuosi.
L’iconografia è ispirata, come tutto il ciclo, dalla Leggenda maggiore di Bonaventura di Bagnoregio, che racconta: “Il beato Francesco si incontrò con un cavaliere generoso, ma povero e malvestito; avendo avuta compassione della povertà di costui, subito spogliatosi delle proprie vesti, lo rivestì” (Legenda maior I,2). Volti e gesti rispecchiano un nuovo linguaggio realistico, “volgare”, con nuove notazioni di costume come berretti, drappi, abiti. Nei volti di Francesco e del povero è stata notata la stessa tecnica pittorica usata dal Maestro di Isacco nelle scene precedenti. Si tratta di stabilire chi sia veramente questo maestro, se Giotto o un altro pittore. L’uso della tempera nella tunica del santo e nel cavallo ha causato la caduta del colore in alcune zone. (M@rt)
Edited by Milea - 29/8/2021, 11:32
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