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Tamara de Lempicka
Fruits dans une coupe I, 1949 circa
(Frutta in una coppa I)
olio su cartone intelato, 30,5x40,3 cm
Nantes , Musée des Beaux Arts
All’elenco delle esposizioni in cui fu sicuramente presentata questa natura morta, va aggiunta la mostra del 1957 a Roma, alla Galleria Sagittarius, essendo l’opera esplicitamente citata nella recensione pubblicata sul “Giornale d’Italia” del 25 maggio: l’autore scrive di apprezzare il lavoro della Lempicka, gli “olii, dipinti con tecnica raffinata e senso classico della forma e del colore”, e in particolar modo le “nature morte ( notevoli tra queste ultime la conca piena di frutta, su fondo nero…)”.
L’opera è un eccellente saggio della padronanza tecnica dell’artista, e anche un omaggio ai dipinti secenteschi con variegate nature morte.
L’artista sceglie di stagliare il soggetto del dipinto su un fondo nero e di collocare la frutta dentro una scodella (virtuosisticamente poggiata su un cristallo, per poterne dipingere anche il riflesso) di porcellana bianca, di cui l’artista rintraccia con meticolosa attenzione anche il bordo dorato: una soluzione simile la troviamo in opere di Fede Galizia, tra cui una fruttiera di ceramica con frutta del 1600-1605 circa, così come una composizione ugualmente ordinata compare in una Natura morta di pesche e uva del 1620 di Panfilo Nuvolone, conservata nella collezione Borromeo a Isola Bella.
Fede Galizia
Fruttiera di ceramica con frutta
1600-1605 circa
collezione privata
Il modo di comporre così la frutta, con brevi rametti che fuoriescono dal gruppo, può essere stato suggerito anche dalla Canestra di frutta di Caravaggio. Drammatico e comunque funzionale a far risaltare i ricercati colori della composizione, è il fondo scuro, da cui emerge come un trionfo la coppa bianca. (M.@rt)
Edited by Milea - 1/8/2021, 17:15 |
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