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Tamara de Lempicka
Arums,étude - 1938 circa
(Calle, studio)
olio su tela, 41x33 cm
Collezione Alain e Michèle Blondel
Le calle compaiono nei dipinti della Lempicka fin dal 1930-31, e diventano protagoniste di nature morte in cui sono composte in armoniosi mazzi in virtuosistici vasi di vetro dove tutto si solidifica: i gambi sembrano affondare in gelatina e non in acqua fluida, le foglie si accartocciano rigide come fogli di carta, i fiori appaiono carnosi e come di gesso: piccole sculture bianche dai riflessi verdi, da cui emerge il pistillo giallo.
Tra i dipinti con calle dei primi anni Trenta, spiccano per raffinatezza esecutiva e compositiva il Portrait d’Arlette Boucard aux arums e Les arums del 1931.
Quest’ultimo dipinto riscosse un particolare successo di critica anche negli Stati Uniti, quando venne esposto nel 1933 a New York al Rockfeller Center, nell’ambito della mostra College Art Association’s 1933 International Exhibition. Questo studio, più tardo, ha il pregio nella sua sinteticità di suggerire qualche possibile fonte o quantomeno singolari coincidenze. La calla è diventata il fiore simbolo dell’arte della Lempicka, anche per le evidenti connotazioni erotiche e il rimando sessuale femminile.
L’artista non è stata la prima a valorizzare questo fiore e gli antecedenti più vicini alla sua opera sono tutti di mano femminile, ma nessuna delle opere precedenti possiede la rara assolutezza delle eleganti calle della Lempicka, che si stagliano su fondi grigi o di tonalità affini.
A Parigi, poi, un’altra donna, Henriette Theodora Marcovich, ovvero Dora Mar, fotografa tra il 1931 e il 1934, mazzi di calle di inconsueta vitalità, riproducendo le corolle in controluce, riprendendo le corolle in controluce, rivelandone la trasparenza, più che la solidità carnosa, che lascia intravedere il pistillo interno. Tutte opere femminili con le quali la Lempicka in qualche modo compete, imponendo le sue calle, divenute con lei un fiore simbolo. (M.@rt)
Edited by Milea - 1/8/2021, 19:19 |
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