La magia e i ritmi del Brasile, Gli schiavi e i colonizzatori spagnoli e portoghesi

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view post Posted on 16/7/2011, 11:16     +1   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Gli schiavi e i colonizzatori spagnoli e portoghesi

Magia_Ritmi_Brasile



La colonizzazione del Sud America inizio nel 1500 e il nome Brasile (letteralmente “colore della brace e del legno di mogano”, quindi rosso) deriva appunto dal legno dell’albero di mogano, di cui erano ricche quelle terre e che inizia a essere esportato verso la madrepatria. Non trovando quei territori particolarmente ricchi, il Brasile venne trascurato per un po’ di tempo e si colonizzarono altre terre, anche perché altrove era più facile coltivare la canna da zucchero, molto richiesta in Europa.
I nobili portoghesi si spostarono nel nord-est per coltivare la canna da zucchero e combatterono a lungo con gli Olandesi e gli Spagnoli, che avevano colonizzato le Antille e facevano concorrenza all’industria brasiliana della canna da zucchero.
All’inizio del Settecento l’economia Brasiliana, con la scoperta di oro e diamanti, si trasformò e la vita degli schiavi peggiorò; vivevano in media trent’anni e, lavorando nelle miniere, si ammalavano di silicosi e malattie polmonari.
La legge che definitivamente sancì l’emancipazione degli schiavi è del 1889 e scaturì dal rifiuto dell’esercito di inseguire i fuggitivi.


Le-Razze



I Portoghesi e gli Spagnoli non impedirono così ferocemente come gli inglesi, le tradizioni e le usanze africane ( i riti magici) degli schiavi e anzi le loro razze si mescolarono.
- Mulatti ( bianchi/neri)
- Mamelucchi ( bianchi/indios)
- Cafuzo (neri/indios)
- Negri bianchi (pelle bianca, tratti somatici africani)


samba

“Chi non ama il samba
non è una buona persona,
è marcio nella testa o malato nei piedi”



Il samba è molto di più di un genere musicale: è una cultura di tradizione orale, nella quale si conserva la memoria dei diseredati del “paradiso” tropicale, un ritmo generato da uno dei più straordinari incroci etnici che si siano verificati nella storia del mondo moderno.
Indios, africani, portoghesi, hanno mescolato le loro nostalgie, ma hanno anche prodotto una speciale sensibilità ritmica capace di stabilire una fortissima empatia collettiva.

L’origine del samba si perde nel passaggio tra il secolo scorso e quello attuale, proprio come è accaduto per il jazz. E esattamente come il jazz ci sono diverse teorie che spiegano il significato della parola, probabilmente derivata da un termine africano che voleva dire “invito alla danza”. Col termine “samba si designava una danza collettiva mista nella quale il solista chiamava un sostituto all’interno del circolo con un colpo di anca (umbigada). Ma c’è chi ha creato sull’origine del mondo del nome un racconto mitologico. La leggenda ambientata a Bahia, di un padre di famiglia che vuole affrancare i suoi discendenti alla schiavitù, e che viene tradito dal figlio che poi si pente, e a cui durante la cerimonia di riammissione nel clan viene chiesto di donare un’offerta, “Sam!...Ba!…”, paga e ricevi (il perdono).



Le stesse origini di questa musica si perdono in un analogo intreccio culturale derivato dall’emancipazione degli schiavi neri e dal loro “contatto” con la cultura europea. E le similitudine col jazz, non finiscono qui; anche per Rio de Janeiro, come per New Orleans, c’è di mezzo una piazza, che simbolicamente viene presa come il luogo ideale dove il genere ha preso forma.
Per New Orleans si parla di Congo Square, per Rio de Janeiro abbiamo Praça Onze.
Anche questa era una sorta di piccola Africa riprodotta nel nuovo continente e c’erano anche molti neri provenienti da Bahia, la città dove meglio si era preservata l’autenticità ritmica del retaggio africano.


Fu proprio una donna baiana, la leggendaria Tia Ciata, in una casa onorata dal culto degli dei del candamblè, a propiziare la formalizzazione “d’autore” della musica che molto probabilmente si suonava già nelle strade.


In quella casa fu scritta Pelo telefone, la prima canzone incisa su disco,nel 1917, alla quale, non senza accesi dibattiti, sia stata data l’attribuzione di samba.



Accanto a Praça Onze c’era il quartiere Estacio, ritenuto la vera culla della musica brasiliana. Lì vissero molti degli interpreti e degli autori che hanno sviluppato il samba e lì fu fondata la prima “scuola di samba”. Naturalmente bisogna considerare la decisiva importanza del carnevale; per cinque giorni, dal venerdì al martedì grasso, tutto il paese vive una sorta di esplosiva e liberatoria follia collettiva. Ma il carnevale non è solo una festa; molti brasiliani lavorano tutto l’anno per prepararsi all’evento e fra i molti aspetti positivi, c’è la regola che impone alle “scuole” che sfilano di presentare nuove musiche, il che comporta ovviamente una stimolazione continua alla produzione di nuovi pezzi. Su queste musiche si sono spesso esercitati i migliori compositori del Brasile. A partire dagli anni Venti, quando il samba comincia a dominare i festeggiamenti del carnevale, fino a oggi, c’è stato uno sviluppo crescente. Per avere un’idea più poetica, ma anche più profonda e realistica di quello che è il samba e il carnevale rappresentavano per il popolo brasiliano, c’è voluto molti anni dopo, il film Orfeo Negro di Marcel Camus.



Ancora oggi, attraverso il lavoro svolto negli anni, il samba mantiene elementi di continuità con le origini: è allo stesso tempo la musica del popolo e l musica dei più raffinati autori brasiliani. Un grande universo musicale che non smette di vivere, entusiasmare, scorrere nel corpo della cultura brasiliana come una vena piena di linfa rigogliosa e vitale. (M@rt)




Edited by Milea - 23/7/2021, 16:17
 
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