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Francisco José de Goya y Lucientes
Majas al balcone, 1805-1812 circa
olio su tela, 195x125,5 cm
New York, The Metropolitan Museum of Art
Si tratta della seconda versione di un identico tema già praticato in una tela (conservata in una collezione privata in Svizzera) datata nello stesso giro di anni.
Le variazioni tra le due opere non solo ci sono, ma sono anche considerevoli. La tela svizzera è un poco più piccola e sfrutta una luce più bassa e diffusa, e quindi ha un sapore vagamente più misterico; per delicatezza cromatica e sensibilità psicologica, inoltre, è analogamente un capolavoro di riuscita analisi espressiva, giocata com’è sulle ombre scure, sulle due presenze misteriose e inquietanti sullo sfondo, contraltare della rassicurante bellezza delle due ragazze appoggiate in primo piano.
In questa versione statunitense, la bellezza si fa ben più evidente, più dichiarata, anche per il valore formale dei corpi, che meglio emergono dall’oscurità.
I riflessi tenuti a controllatissimi sulla ringhiera scura, la lucentezza degli abiti dalle bordature dorate, il leggero rossore sulle gote delle majas rimangono in contrasto con l’impenetrabilità formale e cromatica delle figure retrostanti.
Non è possibile non vedere il tributo, l’omaggio che il grande pittore realista francese Édouard Manet offre a Goya, nella sua tela Il balcone (1868-1869, Parigi, Musée d'Orsay).
Edouard Manet
Il balcone, 1868-1869
olio su tela, 169X125cm
Musèe d'Orsay - Parigi
Le donne tornano a essere due fanciulle “senza peccato”, in questo caso della buona borghesia parigina (stato sociale cui lo stesso Manet appartiene), ma nella rapida benché descrittiva stesura del bianco nei tessuti di cotone degli abiti si ritrova lo stesso piacere per una luce plastica, armoniosa, piena di vita. (M.@rt)
Edited by Milea - 25/9/2021, 10:37 |
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