| Casa Milà ( la Pedrera), 1906
Antoni Gaudì
(Riudoms or Reus,1852 - Barcellona,1926)
Casa Milà, nota anche come “La Pedrera” è uno degli edifici più emblematici di Barcellona ed è, nello stesso tempo, l’opera top dell’architettura civile di Antoni Gaudì, dato che in seguito si dedicò esclusivamente alla Sagrada Familia. La casa venne commissionata dal commerciante barcellonese Roser Segimon y Pere Milà, il quale volle una nuova residenza in vista delle sue nozze. Fino al 1905, in questo angolo c'era un modesto edificio di tre piani con giardino. Milà era un giovane uomo d'affari e di successo che indulgeva nel lusso, amava le novità e la moda, un vero dandy della Barcellona Modernista. Fu uno dei primi a vantare una vettura privata a motore nei viali della città.
Quando venne edificata tra il 1906 e il 1912, ricevette il nome popolare di “la Pedrera” ( la cava di pietra) a causa dell’impressione provocata da una facciata in pietra di insolite dimensioni. Questo soprannome è comunque una specie di testimonianza delle prese in giro, delle incomprensioni e delle controversie che in quegli anni erano originate dalle opere di Gaudì.
La forma a rupe intende riprodurre il mitico Montsalvat (montagna imponente e famosa della Catalogna). Originariamente, Gaudí voleva convertire la Pedrera in un’ allegoria religiosa del Santo Rosario; un’immagine della Vergine di 4,5 m. di altezza, doveva coronare la cima della facciata, ma le tensioni sociali fecero sì che il proprietario respingesse il progetto.
La tragica Setmana (Tragic Week, una rivolta sociale suscitata nel 1909 dalla mobilitazione dei riservisti catalani, chiamati a combattere in Marocco, durante la quale furono attaccate e bruciate delle chiese) convinse Milà che una dimora residenziale con una vergine gigantesca sulla terrazza, avrebbe potuto diventare un prossimo obiettivo per la folle anti-clericali. Gaudì quindi, cancellò questa parte del progetto, ma nella sporgenza superiore, a forma di onda, pose una rosa scolpita e il primo verso dell'Ave Maria in latino (“Ave Maria gratia plena, Dominus tecum”).
Il motivo ricorrente delle decorazioni esterne e interne del palazzo è il mare. L'uso quasi esclusivo del cemento armato rende possibile la totale assenza di muri portanti all'interno, e consente il gioco di forme ondulate e circolari che caratterizzano lo stile di Gaudí. La facciata, rivestita in blocchi di calcare sbozzati per ottenere una finitura opaca, è concepita come una gigantesca scultura, un paesaggio geologico formato da grotte marine che fanno dell’insieme una pura esaltazione della linea curva. I caratteristici volumi e i sinuosi arabeschi ricordano una scogliera sul mare, segnate dalla suggestiva forma dei balconi in ferro battuto.
La parte inferiore della facciata è costruita con pietra del massiccio del Garraf e la parte superiore in pietra di Vilafranca del Penedès, a sud di Barcellona. Il vestibolo, di forma circolare, corrisponde a quella che era la rimessa e dà accesso all’antico garage sotterraneo, oggi trasformato in auditorio.
Alcuni sostengono che la disposizione interna della Pedrera è stata presa dagli studi di Gaudí di fortezze medievali; questa immagine è rafforzata dalle ciminiere sul tetto che sembrano sentinelle con i caschi, che il poeta Pere Gimferrer chiamò “ guerrieri del giardino”. L'interno, però, non è come una fortezza: i dipinti sul soffitto del foyer e le corti interne sono particolarmente interessanti.
Il piano terra è una ampio locale a forma di otto, con 270 archi parabolici che anni dopo hanno catturato l'immaginazione di Le Corbusier e che, a seconda dell'umore del visitatore, può essere visto come le costole di un animale o come un immenso albero di palma. Il recupero di questo spazio ha comportato la rimozione di 13 appartamenti costruiti nel 1953.
Al piano superiore del palazzo vi è la soffitta, che oggi ospita lo Spazio Gaudí; costruita in mattoni, in origine ospitava i bagni della casa. Quando fu restituita al suo stato originale, si è constatato che Gaudí aveva dato un ordine logico alla distribuzione delle piccole finestre sui diversi livelli in modo da permettere alla luce e una corrente costante di aria alla soffitta, che era stata progettata anche ad uso lavanderia ed essiccatoio.
Lo Spazio Gaudí oggi tenta di illustrare la personalità dell'architetto, attraverso una serie di disegni, modelli, fotografie e materiale audio-visivo che spiegano la sua vita, il suo contesto storico e culturale, ed i valori artistici e le innovazioni tecniche del suo lavoro. Dallo Spazio Gaudí, si accede alla terrazza sul tetto, che ha subito un radicale restauro. Sono stati mantenuti solo i camini originali di Gaudì, ora tornati al loro splendore insieme ai vani della scala, rivestita di frammenti di marmo e piastrelle trencadis di Valencia.
Il camino, coronato da frammenti di bottiglia di vetro, è stato restaurato con fondi di bottiglia di champagne a cavallo del 20 ° secolo (in base al "sentito dire" Gaudí progettato questo utilizzando i vuoti, la mattina dopo la festa di inaugurazione). Anche se il colore generale è il color crema, questa zona è più multicolore rispetto alla facciata bianco-grigio. Le sei uscite dalla tromba delle scale punteggiano questa terrazza.
Nel 1984 è stata dichiarata patrimonio mondiale dell'Umanità dall'Unesco. Attualmente è la sede della Fundación Caixa Catalunya, una istituzione che dal 1986 ha investito 48 milioni di euro nel suo restauro, che ha comportato la riparazione delle gravi mutilazioni che aveva subito l'edificio, il ripristino dell'aspetto originario della terrazza, della soffitta e del tetto, e il recupero dei colori della vernice originale delle corti interne, che avevano subito danni che vanno dalla distruzione durante la guerra civile agli effetti lenti ma sicuri dell’ inquinamento. I corridoi di collegamento e le scale interne sono state restaurate con il colore verde mela originale che Gaudí aveva dato loro.
Anche la moglie stessa di Milà, Rosario Segimon, non aveva mai condiviso la devozione del marito per Gaudí, ma acconsentì a vivere in uno spazio gaudiniano fino al 1926 quando, dopo la morte dell'architetto, decise di rinnovare il piano principale in stile Luigi XVI, che era molto più di suo gusto.
Curiosamente, nei primi anni 1980 l'aspetto della Casa Milà era in uno stato deplorevole. La facciata era di un colore marrone scuro, gli affreschi nel foyer erano gravemente deteriorati, il piano nobile era stato trasformato in una sala bingo, e le botteghe al piano terra non rispettavano le curve delle aperture originali. Dopo il restauro, l'edificio tetro ha recuperato tutto il suo splendore.
La casa è parzialmente visitabile; in uno degli appartamenti è stato allestito un museo con mobili d’epoca alcuni dei quali progettati dallo stesso Gaudì. Dopo la rimozione delle pareti divisorie, questo spazio è ora utilizzato per le grandi mostre organizzate dalla Fondazione Caixa Catalunya. (M.@rt)
Edited by Milea - 2/10/2021, 17:05
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