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Andy Warhol Myths ( Multiple ) 1981 Vernice di polimeri sintetici e inchiostro serigrafico su tela 254X254cm Collezione privata
La fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta sono per Warhol, in un certo senso, il momento della resa dei conti, in cui l'artista, capace ancora di rinnovare il proprio linguaggio ( si pensi, per fare solo un esempio, all'inquietante e quasi astratta serie delle "Shadows", nello spoiler ), comincia a storicizzare se stesso, tirando le fila del proprio lavoro e riprendendone alcuni motivi.
Nascono così le immense "Retrospectives", dei grandi quadri di formato orizzontale ( lunghi fino a undici metri ) in cui Warhol elenca, l'uno accanto all'altro in strisce verticali, alcuni motivi chiave della sua opera, da Marylin ai fiori, dai barattoli agli incidenti, dalla mucca alla sedia elettrica; o la serie dei "Reversals", in cui Marylin o la Gioconda, montate in composizioni enormi e altrettanto serializzate, sono recuperate in negativo, quasi a visualizzare la sedimantazione di cui sono state oggetto nel tempo.
A questo percorso à rebours appartiene anche la serie dei "Myths", grandi tele ( o, come in questo caso, multipli, ovvero scaccheire di tele più piccole ) quadrate che dispiegano in colonne verticali i ritratti di dieci personaggi, sempre gli stessi, accomunati dal fatto di essere considerati a pieno diritto dei miti della cultura di massa del Novecento: da Superman a Santa Klaus, da Howdy Doody a Mickey Mouse, da Uncle Sam a Dracula, a Andy Warhol.
A chiudere la serie è sempre l'artista, con la sua ombra lunga da "oracolo muto e abbastanza terrificante", per citare una frase di Tomkins. ( Mar L8v )
Edited by Milea - 26/11/2022, 20:10
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