Leone affamato che azzanna un'antilope, Henri Rousseau detto "Il Doganiere", 1905

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 10/4/2011, 14:08     +2   +1   -1
Avatar

Group:
Moka
Posts:
47,188
Reputation:
+18,064

Status:




Rousseau-Hungry-LionP

Henri Rousseau
detto "Il Doganiere"
Leone affamato che azzanna un'antilope
1905
Olio su tela
201,5X301,5cm
Collezione privata



"Il leone affamato si getta sull'antilope, la divora; la pantera attende con ansietà il momento in cui anch'essa potrà avere la sua parte. Due uccelli carnivori hanno strappato un pezzo di carne del povero animale che versa una lacrima ! Sole che tramonta".

Questa era la didascalia esplicativa che, al Salon d'Automne del 1905, accompagnava la tela più grande dipinta fino a quel momento da Rousseau.

Le parole descrivevano tutto il racconto che l'artista aveva articolato, tralasciando solo l'immagine fantastica, grottesca e mostruosa, dell'ibrido animale, tra orso e uccello, mimetizato tra le foglie a sinistra.

Dopo "Sorpresa !" del 1891, quest'opera può essere considerata in tutti i suoi aspetti formali l'esito finale del genere delle giungle, di cui timide anticipazioni si erano avute nel trattamento dell'erba negli "Artiglieri".

In questo dipinto è raffigurata una scena cruenta, una lotta per la sopravvivenza, la dura legge della natura per cui il più forte prevale. Alla morte dell'animale mansueto fa eco il principio del sonno della natura: il giorno che va a morire, col rosso infuocato del sole, l'autunno delle foglie nell'albero a destra, preludio della fine della bella stagione.

L'aspetto più esaltante di questo dipinto, che non sfuggì ai commentatori del Salon, è la potenza decorativa.

Il critico Furetières scrisse: "Eccolo con la sua ingenuità, il suo modo di vedere che assomiglia ai maestri giapponesi, sta diventando un decoratore".

La stessa considerazione circa il valore ornamentale di memoria orientale emerse anche dalle parole di alcuni intimi di Monet, Thiébault-Sisson e Gustave Geffroy.

E Louix Vauxcelles, molto critico nei confronti di Matisse e dei suoi amici che definì fauves ( belve ), scrisse: "Rousseau ha la mentalità rigida dei mosaicisti bizantini, dei tappezzieri di Bayeux...il sole e l'uccello apparso tra le foglie, testimoniano una rara ingegnosità decorativa". ( Mar L8v )







Edited by Milea - 19/8/2021, 13:39
 
Web  Top
0 replies since 10/4/2011, 14:08   450 views
  Share