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Campo di grano con mietitore, settembre 1889 olio su tela, 74x92 cm Amsterdam, Van Gogh Museum
“In quel mietitore, una figura vaga che sgobba come un mulo per finire il lavoro, vidi allora l’immagine della morte, nel senso che l’umanità è il grano che viene mietuto. Così se vuoi è il contrario del seminatore che ho già provato (a dipingere) un po’ di tempo fa. Ma in quella morte non si nasconde nulla di triste, avviene in pieno giorno, sotto un sole che immerge tutto in una luce d’oro.”
Ponderate e consapevoli, in questo caso addirittura profetiche, le parole di Vincent ci danno la giusta dimensione del suo lavoro, della sua personalità della sua sensibilità: queste sono indirizzate alla sorella Wilhelmina, che insieme alla madre è la destinataria dell’opera.
Il tema era già stato dipinto una prima volta in luglio ma poi accantonato al sopraggiungere di una crisi: Vincent riprende il lavoro in un secondo tempo, ma non ne è soddisfatto perciò ne fa una seconda versione. E’ un perfezionista nel senso che non vuole tradire la realtà e se incontra degli ostacoli si sente obbligato a superarli.
La sua arte non è mai stata banalmente naturalistica: “Poiché invece di cercare di rendere esattamente ciò che ho davanti agli occhi, io mi servo del colore nel modo più arbitrario per esprimermi fortemente”. (M.@rt)Edited by Milea - 8/8/2021, 18:53
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