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Henri Rousseau
detto "Il Doganiere"
Le nozze in campagna
1904-1905
Olio su tela
163X114cm
Musèe de l'Orangerie - Parigi
Quest'opera è simile a uno scatto fotografico fatto all'interno di uno studio allestito con una idilliaca scenografia campestre, per registrare quella che Ardengo Soffici definì su "La Voce", nel settembre 1910, "la miseria infagottata del borghese suo simile e parente".
E' un avvenimento gioioso festeggiato tra le fila della classe operaia, quella che Rousseau conosceva bene perchè aveva ricevuto da quegli umili conforto umano e aiuto materiale: non poche volte i suoi vicini gli offrirono da mangiare, impietositi da quell'uomo che per strada andava strimpellando le corde del violino.
E' resa qui la poesia della gente semplice che compie sacrifici per regalare un giorno di felicità alla figlia che prende marito.
L'abito bianco, il cuore della composizione, attira gli sguardi commossi dei parenti; dolce e discreta è la stretta di mano degli sposi.
Il ramo di fiori d'arancio, tradizionale simbolo del matrimonio, è tenuto davanti dritto con la stessa accortezza d'una reliquia preziosa a testimoniare la sacralità del vincolo, la purezza del sentimento e la fortezza della fedeltà, cui rimanda il cane in primo piano.
Straordinaria anche in questo dipinto è l'economia dei colori vivacemente variata nei toni, in particolare dei verdi.
Il risultato è un grande ritratto di famiglia, dal sapore antico, un tramandarsi la vita dalle vecchie alle nuove generazioni.
La tela fu esposta al Salon des Indépendants del 1905 dove figurava come opera non in vendita, in quanto eseguita su commissione.
Non fu però, mai ritirata dal committente, forse per la scarsa fedeltà del quadro alla fotografia fornita al pittore.
La permanenza della tela nello studio di Rousseau ben oltre la data di esposizione è testimoniata da una fotografia del 1907 e da una lettera scritta a Soffici nel maggio 1910. ( Mar L8v )
Edited by Milea - 19/8/2021, 13:50 |
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