| Joseph Roulin e la sua famiglia
Il tempo che Vincent Van Gogh trascorre ad Arles, in Francia, è fondamentale nella sua vita. Dopo anni di studi e di lotta, Vincent si trasferisce nel Sud nel tentativo di sviluppare ulteriormente la sua arte. Molte delle sue opere più famose sono state dipinte ad Arles. Eppure, nel periodo in cui fu più fecondo, Vincent era solo. Chiamato “fou-rou” (il rosso folle) da molti dei cittadini di Arles, Vincent era spesso visto con sospetto e con disprezzo. Un certo numero di lettere di Vincent al fratello, Theo, riflettono il suo isolamento e la sua solitudine, finchè stringe un vincolo di amicizia con un postino di nome Joseph Roulin: un’amicizia duratura e - a differenza degli altri - stabile, che riscalda il suo cuore, perché Roulin tiene in grande considerazione sia l’uomo, sia la sua opera.
Arrivando ad Arles alla fine di febbraio 1888, Van Gogh prende alloggio temporaneamente in Rue de la Cavalerie. Roulin vive nella stessa strada e forse si sono incrociati per strada. Il pittore è stato probabilmente colpito dall'aspetto di questo postino di quasi due metri di altezza: Joseph, 47 anni, un'imponente barba marrone, non poteva passare inosservato nella sua bella "divisa blu decorata in oro".
“Roulin, benché non sia abbastanza vecchio per essere mio padre, ha tuttavia verso di me una certa gravità silenziosa e tenerezze come un vecchio soldato per un giovane”( lettera al fratello Theo).
Portrait of the Postman Joseph Roulin, agosto 1888 olio su tela, 64,1x47,9 cm Detroit: Detroit Institute of Arts
Brav’uomo dunque, Joseph Roulin, impiegato delle poste che Vincent potrebbe aver incontrato anche in un bistrot. Dai Roulin, Van Gogh va qualche volta a mangiare una zuppa e così farà il ritratto di tutta la famiglia.
“… ho fatto i ritratti di un'intera famiglia, quella del postino del quale avevo già disegnato la testa - l'uomo, sua moglie, il bambino, il ragazzino, e il figlio di sedici anni, tutti dei personaggi e molto Francesi, sebbene il primo abbia l'aspetto di un Russo." (Lettera 560, dicembre 1888)
Indubbiamente, la gentilezza del sud, la vita "esemplare" della famiglia Roulin, sposati da 20 anni, più i “buoni figli” , potrebbe spiegare questa amicizia. La famiglia accoglie cordialmente Vincent e incoraggia il suo lavoro. Sempre in difficoltà nel trovare soggetti disposti a posare per i suoi ritratti, l’artista scopre che erano estremamente accomodanti e pazienti. In totale, Van Gogh dipinge o disegna 25 ritratti della famiglia Roulin. Poiché è legato a loro da profondo affetto, Vincent scorge tutto ciò che è nobile nelle loro fisionomie: vedrà un che di russo (pensa probabilmente a Tolstoj) nell’aspetto di Joseph e attribuirà ad Armand, il figlio maggiore del “postino”, un aspetto di giovane romantico.
Ritratto di Joseph Roulin, agosto 1888 (Portrait of the Postman Joseph Roulin) olio su tela, 81,2x65,3 cm Boston, Museum of Fine Arts
Nel ritratto di Roulin, le linee della pittura sono dirette verso la barba, come i campi di tensione di uno spettro magnetico. La fotografia di Roulin, presa pochi mesi prima della sua morte (1903), è una conferma straordinaria dell’impressione del pittore. L’uniforme azzurra è l’elemento tonale dominante del dipinto, ma la veste ufficiale di Roulin non può soffocarne l’anima: è l’uomo stesso che è azzurro come i suoi occhi, brillante quanto i bottoni d’oro. La barba è un paesaggio, un cespuglio rovesciato.
Roulin resta fedele a Vincent contro tutti; grazie al vecchio postino e alla sua famiglia - alla loro gentilezza verso l'eccentrico e tormentato pittore -Vincent è in grado di produrre alcune delle sue opere più amate. Nel 1889, in seguito ad una promozione, Joseph viene trasferito a Marsiglia ed è costretto a lasciare Arles e Van Gogh. Il suo addio alla famiglia addolora il cuore di Van Gogh, anch’egli rattristato di dover lasciare l’amico.
“Ieri… è stato emozionante vedere lui con i suoi figli, quest’ ultimo giorno, specialmente con la piccola che ha fatto ridere e saltare sulle ginocchia…Cantava per lei: la sua voce aveva un timbro strano, puro e commovente… Non era triste, al contrario, aveva messo la sua nuova uniforme che aveva ricevuto il giorno stesso ed era celebrato da tutti ”.
Vincent aveva riconosciuto immediatamente le sue qualità di padre onesto, di un uomo caritatevole e buono, un uomo che non aveva paura di aiutare “il povero pazzo” uscito dall'ospedale. Sarebbe stato un buon amico. (M@rt)
Edited by Milea - 9/8/2021, 11:06
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