Trasporto del Cristo morto (Pala Baglioni), Raffaello, 1507

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view post Posted on 26/3/2011, 19:40     +1   +1   -1
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Raffaello_Pala_baglioni

Trasporto del Cristo morto, 1507
olio su tavola di pioppo, 184x176 cm
Roma,Galleria Borghese



La commissione della pala fu originata da vicende sanguinose che funestarono Perugia all’inizio del Cinquecento e di cui furono protagonisti alcuni esponenti della famiglia Baglioni.
La realizzazione dell’opera, originariamente una “macchina” complessa ( la cimosa con L’eterno fra i cherubini si trova ora a Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria, la predella composta da tre scomparti a monocromo con le Virtù teologali e angioletti, è conservata a Roma nella Pinacoteca Vaticana) fu affidata a Raffaello da Atalanta Baglioni in memoria del figlio Grifonetto. Questi aveva preso parte a una congiura e il 13 luglio 1500 aveva assassinato nel sonno Guido Baglioni e suo figlio Astorre, il cui fratello, Giampaolo, sfuggito alla strage, riprese con rapidità il controllo del potere e fece uccidere Grifonetto e gli altri congiurati.
Sebbene Atalanta avesse in un primo momento maledetto il figlio traditore, saputolo in fin di vita accorse accanto a lui e, in seguito, promosse la realizzazione di questa tavola per la cappella di famiglia in San Francesco al Prato.

Il dipinto rimase nella sua collocazione originaria per 101 anni fino a quando, nel 1608, fu rubato e spedito a Roma: il furto era stato commissionato da papa Paolo V, per fare al nipote Scipione Borghese, un dono molto desiderato. Per placare le proteste della città di Perugia, commissionò due copie, la cui realizzazione fu affidata al Lanfranco e al Cavalier d’Arpino.in seguito l’opera venne trasferita in Francia dal 1809 al 1816, quando riguadagnò la sua sede attuale.

Il dipinto datato e firmato “RAPHAEL URBINAS MDVII” impegnò molto Raffaello, com’è testimoniato sia dal lungo studio riguardo al soggetto -attraverso un gran numero di disegni- sia dalla complessità dello schema compositivo: con il gruppo delle Vergine e dalle pie donne sulla destra in secondo piano mentre il Cristo è trasportato su di un lenzuolo dai personaggi in uno dei quali, il giovane portatore di profilo, si è voluto riconoscere proprio l’effigie di Grifonetto. (M.@rt)





Edited by Milea - 26/8/2021, 16:34
 
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view post Posted on 26/3/2011, 20:38     +1   -1
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L’opera, commissionata, secondo quanto riferisce Vasari, da Atalanta Baglioni, era quasi certamente destinata alla cappella funeraria che nel 1499 fu data in concessione a lei stessa, alla madre Angela e al figlio Grifonetto nella chiesa di San Francesco al Prato a Perugia, chiesa privilegiata dalle nobili famiglie perugine per le loro sepolture.
L’ancona originariamente collocata sull’altare era formata dalla grande tavola centrale quadrata, dalla cimasa in cui è raffigurato L'Eterno tra gli Angeli, di mano probabilmente di Alfani, da un fregio a quattro comparti impostato sulla parte superiore della cornice, e infine da una predella divisa in tre tavole rettangolari in cui sono raffigurate a monocromo le Virtù teologali, per un’altezza complessiva di circa cinque metri.


pala




L’Eterno tra gli Angeli
olio su tavola, 64,5 x 72 cm
Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria



eterno-e-angeli



Il dipinto, raffigurante Dio Padre benedicente a mezza figura, vestito di rosso, con lo sguardo basso rivolto verso sinistra e circondato da putti, è stato eseguito entro la prima metà del Cinquecento da Domenico Alfani, amico e collaboratore di Raffaello.



Dio-Padre-beneficente


Studio per Dio Padre Benedicente
Penna e inchiostro bruno su carta
leggermente acquerellata di bruno;
tracce di sanguigna al centro,
113x102 mm
Lille, Musée des Beaux-Arts


La posa è la medesima dell’Eterno benedicente.
Non è da escludere che Raffaello
avesse inizialmente progettato
una cimasa più ampia,
come indicherebbero le proporzioni
suggerite dalla quadrettatura
tratteggiata sul foglio.




Fregio raffigurante Putti e grifi
Tempera su tavola, 21x37;
21x55; 21x54,8; 21x36,5 cm
Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria



fregio



Nel fregio sono rappresentate quattro coppie di putti alati, seduti su teste di ariete, che offrono vasi con frutti a otto grifoni. Questi hanno una corona in capo e alludono o allo stemma di Perugia, o a Grifonetto Baglioni, figlio di Atalanta Baglioni. Originariamente continuo, venne segato in quattro segmenti in epoca ignota e alcune sono andate perdute.


Fede - Speranza - Carità
Tempera su tavola, 18 x 44 cm ognuna
Roma, Musei Vaticani



Raffaello_fede


Raffaello_speranza


Raffaello_carita



Insolita per una predella è la scelta delle tre Virtù teologali. Tradizionalmente, in questo luogo ci si aspetterebbero scene figurative riguardanti il tema centrale dell’altare. Le tavole della predella sono eseguite in grisaglia e imitano delle sculture; sono mantenute nei colori dell’avorio, il fondo mostra variazioni dal verde al marrone.
Ognuna delle figure delle virtù è inscritta in un tondo nell’ambito di una superficie quadrata. Essa tende ad arcuarsi e a divenire concava per dare spazio alle figure pseudoscolpite. Ai lati di ogni Virtù sono presenti degli angeli in finte nicchie, correlati in modo ricco di varianti alle figure principali.




Edited by Milea - 26/8/2021, 16:37
 
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view post Posted on 26/3/2011, 22:09     +1   -1
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Raffaello_pie_donne

Vive di contrasti, torsioni e movimenti, oltre che di colori cristallini, questo capolavoro di Raffaello: l’artista di Urbino racconta così la morte di Gesù, con infinita grazie e pathos.
La sua è un’espressione della cristianità tutta nuova: umana perché piena di commozione, ma insieme metafisica, nell’equilibrio assoluto tra le forme e nella perfezione cromatica.

La scena, perfettamente bilanciata, si compone di due parti, due gruppi di figure quasi speculari: una ruota intorno al Cristo morto, l’altro attorno alla Madonna. Nel vortice delle figure in movimento e delle espressioni scolpite sui volti, risalta in tutto il suo drammatico abbandono il corpo senza vita di Cristo.

Nella composizione della scena, Raffaello tenne conto dei rilievi classici romani, ma soprattutto si ispirò alla pittura di Michelangelo: lo studio del movimento si rifà alle scene di battaglia di Palazzo della Signoria a Firenze; la figura femminile che sorregge la Madonna è molto simile a quella di Michelangelo nel tondo Doni, e lo stesso Cristo ricorda la pietà di San Pietro.
Il giovane che tiene il peso del corpo di Cristo morto è il centro tematico della tavola di Raffaello.






Raffaello_Grifonetto



Secondo la tradizione rappresenterebbe Grifonetto Baglioni, protagonista e vittima della faida sanguinosa tra la sua famiglia e quella degli Oddi. Papa Giulio II impose la pace tra le due famiglie e quando passò per Perugia nel 1507, quest’opera che sanciva la fine delle ostilità, era probabilmente già conclusa.

Il gesto del presunto Grifonetto ha sempre affascinato tutti i grandi pittori dell’antichità: neoclassici e romantici, come Ingres e Gericault, copiarono questa posa così perfetta, ma così carica di inquietudine. Si può dire anzi che la deposizione di Raffaello è uno dei quadri che hanno lasciato un segno più profondo nella storia dell’arte. La perfezione compositiva che sembra congelare la tensione drammatica, in realtà finisce per enfatizzarla.





Raffaello_mani


Il gioco delle mani
tra la Maddalena e Gesù
è uno dei punti poeticamente
più alti e commoventi del quadro.
C’è delicatezza e un equilibrio
che contrastano
con il senso freddo di morte
che pervade il corpo di Gesù.






Raffaello_volto

Il personaggio che curiosamente
guarda verso lo spettatore
impersona Giuseppe d’Arimatea,
il ricco ebreo, membro del Sinedrio,
che ottenne da Pilato la consegna del corpo di Gesù.
Dopo averlo deposto dalla croce
insieme a Nicodemo,
lo portò nel sepolcro scavato nella roccia.
Con ogni probabilità
le sembianze di Giuseppe
ricalcano quelle di qualche membro
della famiglia dei committenti.




Raffaello_paesaggio


Il racconto di Raffaello va però oltre la complessa scena animata: in lontananza si vedono le tre croci. Appoggiata a quella centrale c’è ancora la scala utilizzata per deporre Cristo e, in basso a sinistra, si intravedono i gradini che portano al sepolcro dove Gesù verrà posto e da cui risogerà. In questo vertiginoso passaggio dalla vita alla morte e dalla morte alla vita eterna, c’è tutto il genio di Raffaello. (M@rt)

Raffaello_croci


“Trema la carne, vedesi lo spirito,
battono i sensi alle figure sue e vivacità viva vi si scorge;
per il che questo li diede,
oltre le lodi che aveva, più nome assai”.

(Giorgio Vasari)





Edited by Milea - 26/8/2021, 16:39
 
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