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| L’opera, commissionata, secondo quanto riferisce Vasari, da Atalanta Baglioni, era quasi certamente destinata alla cappella funeraria che nel 1499 fu data in concessione a lei stessa, alla madre Angela e al figlio Grifonetto nella chiesa di San Francesco al Prato a Perugia, chiesa privilegiata dalle nobili famiglie perugine per le loro sepolture. L’ancona originariamente collocata sull’altare era formata dalla grande tavola centrale quadrata, dalla cimasa in cui è raffigurato L'Eterno tra gli Angeli, di mano probabilmente di Alfani, da un fregio a quattro comparti impostato sulla parte superiore della cornice, e infine da una predella divisa in tre tavole rettangolari in cui sono raffigurate a monocromo le Virtù teologali, per un’altezza complessiva di circa cinque metri.
L’Eterno tra gli Angeli olio su tavola, 64,5 x 72 cm Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria
Il dipinto, raffigurante Dio Padre benedicente a mezza figura, vestito di rosso, con lo sguardo basso rivolto verso sinistra e circondato da putti, è stato eseguito entro la prima metà del Cinquecento da Domenico Alfani, amico e collaboratore di Raffaello.
Studio per Dio Padre Benedicente Penna e inchiostro bruno su carta leggermente acquerellata di bruno; tracce di sanguigna al centro, 113x102 mm Lille, Musée des Beaux-Arts
La posa è la medesima dell’Eterno benedicente. Non è da escludere che Raffaello avesse inizialmente progettato una cimasa più ampia, come indicherebbero le proporzioni suggerite dalla quadrettatura tratteggiata sul foglio.
Fregio raffigurante Putti e grifi Tempera su tavola, 21x37; 21x55; 21x54,8; 21x36,5 cm Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria
Nel fregio sono rappresentate quattro coppie di putti alati, seduti su teste di ariete, che offrono vasi con frutti a otto grifoni. Questi hanno una corona in capo e alludono o allo stemma di Perugia, o a Grifonetto Baglioni, figlio di Atalanta Baglioni. Originariamente continuo, venne segato in quattro segmenti in epoca ignota e alcune sono andate perdute.
Fede - Speranza - Carità Tempera su tavola, 18 x 44 cm ognuna Roma, Musei Vaticani
Insolita per una predella è la scelta delle tre Virtù teologali. Tradizionalmente, in questo luogo ci si aspetterebbero scene figurative riguardanti il tema centrale dell’altare. Le tavole della predella sono eseguite in grisaglia e imitano delle sculture; sono mantenute nei colori dell’avorio, il fondo mostra variazioni dal verde al marrone. Ognuna delle figure delle virtù è inscritta in un tondo nell’ambito di una superficie quadrata. Essa tende ad arcuarsi e a divenire concava per dare spazio alle figure pseudoscolpite. Ai lati di ogni Virtù sono presenti degli angeli in finte nicchie, correlati in modo ricco di varianti alle figure principali.
Edited by Milea - 26/8/2021, 16:37
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