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Autoritratto con un amico, 1518 -1519
olio su tela, 99x83 cm
Parigi, Musée du Louvre
Nel primo Seicento un doppio ritratto era ricordato anonimo a Fontainebleau nel Cabinet des Peintures, mentre qualche anno più tardi venne menzionato nelle collezioni del re Luigi XIV a Versailles, e al termine del secolo attribuito, per la prima volta, a Raffaello.
Il confronto tra la figura in secondo piano e altri autoritratti di Raffaello, per esempio quello conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze, e l’altro all’estrema destra nella Scuola di Atene affrescata nella Stanza della Segnatura dei Palazzi Vaticani, non lascia dubbio circa l’identificazione con il pittore urbinate, mentre più difficoltoso è il riconoscimento dell’amico che, in un primo tempo, si era supposto fosse riconoscibile nel maestro d’armi dell’artista, come avevano fatto ritenere il gesto deciso e la spada raffigurata in primo piano.
Numerose sono le proposte di identificazione di tale seconda figura via via avanzate dagli studiosi: un collaboratore del maestro, come Giovanfrancesco Penni, Polidoro da Caravaggio o Giulio Romano, oppure un altro artista come il Peruzzi o il Pontormo, o ancora l’Aretino o Giovan Battista Branconio dell’Aquila, per il quale il Sanzio costruì un palazzo nel quartiere di Borgo.
Nessuna tuttavia risulta per ora convincente, né tale da rendere ragione del particolare taglio compositivo dell’immagine.
Per lo stesso motivo è impossibile ipotizzare il destinatario del dipinto, nel quale, come negli altri precedentemente eseguiti, è notevole l’effetto di immediatezza con cui l’artista coinvolge lo spettatore nel suo personale dialogo con l’amico che Raffaello sembra rassicurare con la sua serafica espressione del volto e con la mano appoggiata sulla sua spalla. (M.@rt)
Edited by Milea - 28/8/2021, 08:21 |
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