|
|
|
Ritratto di Giulio II, 1511-1512
olio su tavola, 108x80 cm
Londra, National Gallery
Secondo una serie di testimonianze cinquecentesche (a partire da quella del Sanudo del 1513, proseguendo poi con l’anonimo autore del Codice Magliabechiano e naturalmente con i ricordi di Vasari), il dipinto veniva esposto in occasioni solenni nella chiesa romana di Santa Maria del Popolo e ,presumibilmente, era stato realizzato per conto dello stesso papa che per quell’ edificio aveva forse fatto eseguire da Raffaello la Madonna del Velo. Da tale collocazione il Ritratto venne sottratto nel 1591 dal cardinal Sfondrati che lo vendette al cardinale Scipione Borghese nel 1608. fra la fine del XVIII secolo e l’inizio del successivo l’opera giunse a Londra dove, nel 18124, venne acquistata dalla National Gallery, che tuttora lo conserva.
L’effigie del papa (della quale esiste una copia, attribuita a Raffaello e alla bottega, alla Galleria Palatina di Firenze) è riferibile al periodo precedente il dicembre 1511 quando il pontefice si fece radere la barba, quale voto in seguito agli esiti nefasti della campagna bellica che si concluse con il ritorno di Giulio nell’Urbe, nel giugno 1511.
A questa pesante situazione a cui il pontefice non parve rassegnarsi ( e che nel 1512 volse in modo più favorevole al Della Rovere) è da mettere in relazione non solo il cambiamento del programma iconografico dell’ultima parete della Stanza della Segnatura, ma l’intero progetto della Stanza di Eliodoro.
E proprio rispetto all’immagine del papa che Raffaello aveva più volte raffigurato nelle Stanze Vaticane, come pure rispetto ai ritratti realizzati per la borghesia fiorentina, quella eseguita per Santa Maria del Popolo persegue lo scopo di rendere compiutamente la psicologia del personaggio, tendendo ad annullare la distanza tra questi e il riguardante, e dando del pontefice un’immagine più intima e meno ufficiale. (M.@rt)
Edited by Milea - 28/8/2021, 09:22 |
| | |
