La Stanza di Eliodoro, Raffaello, 1511 - 1514

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view post Posted on 12/3/2011, 12:21     +1   -1
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Cacciata di Eliodoro dal tempio, 1511
Affresco, base 750 cm circa
Città del Vaticano, Stanza di Eliodoro



La situazione politica seguita alla sconfitta di papa Giulio II, che aveva visto perdere il possesso della città di Bologna, come pure il fermento all’interno delle gerarchie ecclesistiche (alcuni cardinali si erano riuniti a Pisa con il proposito di deporre il pontefice), imponevano di ribadire il potere spirituale e quello temporale della chiesa ed è in questo senso che vanno lette le scene che animano questa seconda Stanza, destinata a camera dell’udienza ma nota coma le Stanza di Eliodoro.

Così nell’episodio vetero-testamentario della Cacciata di Eliodoro dal tempio, all’interno di una potente e magnifica struttura architettonica, Eliodoro viene punito per aver profanato il tempio su ordine del re Seleuco, cercando di portar via una parte dei beni destinati alle vedove e agli orfani.

Esaudendo i voti del sacerdote che prega inginocchiato e occupa la parte centrale del fondo della scena, i messi divini, sulla destra in primo piano, si avventano contro Eliodoro, mentre sulla sinistra, a fianco delle vedove e degli orfani l’artista urbinate dipinse il papa Della Rovere che sulla sedia gestatoria condotta da alcuni personaggi, far cui è stato riconosciuto anche un autoritratto del pittore, assiste alla scena.
La rappresentazione di questo tema rimandava a un primo trionfo di Giulio II, quello sui cardinali scismatici, che avevano tramato per conto del re di Francia - come Eliodoro per conto di Seleuco- contro il papa. (M.@rt)






Edited by Milea - 28/8/2021, 09:26
 
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view post Posted on 12/3/2011, 12:42     +1   -1
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La Messa di Bolsena, 1512
Affresco, base 660 cm circa
Città del Vaticano, Stanza di Eliodoro



Nell’episodio della Messa di Bolsena - la cui esecuzione è datata, fra due finte tabelle, 152 - si celebra un altro avvenimento legato alle vicende del pontefice e dello Stato della Chiesa. Sempre utilizzando in modo magistrale lo spazio irregolare, che aveva condotto, a causa di una canna fumaria, ad aprire le finestra non al centro della parete, Raffaello inserì, all’interno di un’architettura dalle forme classiche e possenti, il miracolo di cui fu protagonista un sacerdote boemo che, incredulo riguardo alla presenza del Corpo di Cristo nell’ostia, vide sgorgare da essa il sangue del Signore.
Se dietro all’officiante si dispongono gli spettatori al miracolo, davanti ad esso, e in modo meno preminente, Raffaello rappresentò Giulio II con alcuni cardinali e le guardie svizzere.
Oltre a ribadire la sua devozione al Corpus Domini, il papa con la sua presenza intese rendere grazie per gli eventi che nei primi mesi del 1512 volgevano a favore della Chiesa e dei suoi alleati contro il nemico francese.
In questo, come del resto negli altri affreschi, è da notare la capacità di Raffaello di saper rispondere con soluzioni iconografiche adatte alle esigenze dell’anziano pontefice. (M.@rt)






Edited by Milea - 28/8/2021, 09:28
 
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view post Posted on 12/3/2011, 21:28     +1   -1
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La liberazione di Pietro dal carcere
Affresco, base 660 cm circa
Città del Vaticano, Stanza di Eliodoro



Nella Liberazione di Pietro dal carcere in modo ugualmente vivo, le sofferenze del primo papa - raffigurato in prigione - e la sua scarcerazione per intercessione divina, sono messe in relazione al trionfo finale della Chiesa anche e soprattutto in relazione con gli avvenimenti politici e militari che avevano funestato gli ultimi anni del pontificato di Giulio II.
Nella rappresentazione di tre momenti successivi della narrazione - nel centro l’apparizione dell’angelo a Pietro addormentato, a destra la sua liberazione e a sinistra la scoperta della sua liberazione da parte dei carcerieri - predomina quel rapporto luce-ombra che è un riferimento esplicito agli Atti degli Apostoli e alla Chiesa come apportatrice di luce.
E l’esecuzione della liberazione dal carcere terreno di Pietro eseguita da Raffaello, dovette all’incirca coincidere proprio con la morte di colui che era stato nello stesso affresco rappresentato come Pietro, Giulio II, che si spense a Roma fra il 20 e il 21 febbraio del 1513.
La morte del papa, a cui successe nel marzo 1513 Leone X de’ Medici, provocò, stando alle testimonianze delle fonti coeve, molto dolore in Raffaello. (M.@rt)






Edited by Milea - 28/8/2021, 09:29
 
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Incendio di Borgo
Affresco, base 670 cm circa
Città del Vaticano, Stanza di Eliodoro



La terza delle stanze, la cui realizzazione venne affidata a Raffaello, prende il nome dall’unico episodio affrescato dall’artista, mentre le altre tre scene che raffigurano: La Battaglia di Ostia, l’ Incoronazione di Carlo Magno e il Giuramento di Leone III, furono lasciate all’esecuzione della bottega e compiute entro il 1517.
Queste immagini, come del resto quella di autografia raffaellesca, fanno riferimento, attraverso episodi del passato, alla politica instaurata da Leone X durante il suo pontificato.
Con quest’opera si è soliti far coincidere l’inizio dello stile pittorico che contraddistinse gli ultimi anni di Raffaello, uno stile venato da un senso eroico della classicità.

L’avvenimento rappresentato è desunto dal Liber Pontificalis e mostra il miracolo grazie al quale, nell’anno 847 papa Leone IV - personificazione di Leone X - affacciandosi alla loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro, raffigurata nelle forme paleocristiane, estinse un incendio che era scoppiato nell’Urbe.
Nell’impostazione della scena il pittore si ispira alle prospettive delle scenografie teatrali utilizzando, in modo innovativo, più spunti prospettici.
Non meno importanti sono i vari riferimenti a edifici della classicità - quali il tempio di Saturno - e contemporaneamente al vocabolario bramantesco.
E riferimenti all’antico sono anche nelle figure: le pose di alcune di esse, desunte dalla statuaria classica, riescono a infondere nello spettatore il senso della tragedia in atto.
La scelta di questo episodio non fu - come del resto quello del tema degli altri realizzati dagli allievi - casuale.
Attraverso il miracolo di Leone IV il papa Medici intese fare un esplicito riferimento agli scopi che intendeva perseguire durante il suo pontificato: placare il fuoco della guerra che stava devastando la Cristianità. (M.@rt)






Edited by Milea - 28/8/2021, 09:31
 
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