Ritratto di Emile Zola, Edouard Manet, 1868

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view post Posted on 9/3/2011, 14:19     +5   +1   -1
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Manet_Portrait_of_Emile_Zola-P

Edouard Manet
Ritratto di Emile Zola
1868
Olio su tela
146X114cm
Musèe d'Orsay - Parigi



Quando nel 1866, Zola aveva preso la penna per protestare contro l'esclusione del pittore al Salon, scrivendo nella sua rubrica "L'Evenement" che "il posto di Manet al Louvre è segnato, come quello di Courbet", aveva perso il lavoro.

In compenso, tra i due era subito nata una grande amicizia, cementata da una decisa comunione d'intenti, nel segno di un'aderenza al vero sobria e al contempo vigorosa.

L'anno successivo, lo scrittore aveva pubblicato uno "Studio biografico e critico" sull'artista, il quale, per ringraziare l'amico, ma anche per sottolineare la loro comune linea di lotta e per preparare un'opera che risultasse ben accetta al Salon, aveva deciso di ritrarlo.

Lo scrittore è colto di tre quarti, con un libro aperto in mano e uno sguardo pensieroso ma deciso; attorno a lui sono sparsi gli oggetti delle passioni comuni ai due uomini, che fanno del dipinto una dichiarazione d'intenti, se non un vero e proprio manifesto.

Tra i volumi accatastati sul tavolo fa bella mostra di sè lo scritto di Zola sullo stesso Manet, sovrastato da una riproduzione di "Olympia" che il pubblicista aveva difeso con veemenza. Dietro a essa si intravede un'incisione da un'opera di Velazquez, affiancata da una stampa giapponese.



Il volto barbuto di Zola risalta prepotentemente contro la giacca e lo sfondo nero, mentre lo spazio è chiuso a sinistra da un pavimento giapponese.

Manet adotta una stesura piatta, giustapponendo senza gerarchia le zone di diverso colore, suscitando nuovamente la disapprovazione della critica nei confronti della pittura "a macchie".

Nonostante l'aspetto compendiario della stesura, l'artista lavorava con grande accuratezza e lo scrittore raccontava di non poter abbandonare la posa nemmeno quando l'amico raffigurava un dettaglio secondario, perchè si rifiutava di inventare, dichiarando di non poter "far nulla senza la natura".

Il critico Thèophile Gautier, che pur continuava a contestarlo, riconobbe che il dipinto faceva di Manet il nuovo capofila del Realismo. ( Mar L8v )







Edited by Milea - 18/9/2021, 11:37
 
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