| Chi sono questi mostri? I segreti di Jheronimus Bosch
Jheronimus Bosch Dettaglio del Trittico delle Tentazioni di sant’Antonio Lisbona, Museu Nacional de Arte Antiga Forte della lunga tradizione nordica capace di gestire tecnicamente la preparazione di una grande lastra di legno, Bosch dipinge quadri grandi, affollatissimi di figure, animali e cose, mostriciattoli e diavoletti che popolano un universo dove davvero ci si perde in una singolare visione onirica e fantastica della realtà.
La trascrizione apparentemente folle che il genio olandese dà della vita è il concentrato di tutte le dicerie, le credenze, le profonde convinzioni morali e religiose della sua epoca. Ogni oggetto si carica di un significato allegorico. Bosch i suoi quadri come monito a ogni buon cristiano che deve temere il giudizio divino e controllare la passioni terrene. Uccelli, topi, pesci, insetti, scimmie: esseri fantastici che spesso fondono insieme sembianze animali, parti umane, edifici, strumenti vari. L’immaginario legato all’arte di Jheronimus Bosch è molto legato ai “mostri” che l’artista inserisce nelle sue composizioni. Elementi dal forte valore simbolico, spesso di difficoltosa comprensione per l’osservatore contemporaneo.
Nel corso del Medioevo si afferma un genere di manoscritti noti come ‘bestiari’, in cui sono descritti animali sia reali sia immaginari. Si tratta di testi corredati da dettagliate e fantasiose illustrazioni, diffusi soprattutto in Francia, in Inghilterra e nei Paesi Bassi tra il XIII e il XIV secolo. Per ognuna di queste bestie, spesso mostri deformi o creature mitologiche e folkloristiche, si offriva un’interpretazione in chiave simbolica e religiosa, accompagnata da riferimenti biblici. L’immaginazione di Bosch si radica in questa tradizione medievale e la rielabora facendo prendere vita a proverbi, omelie, racconti moraleggianti del tempo. Abbiamo raccolto una sorta di bestiario immaginario, un campionario di mostri che medievalisti, storici dell’arte e addirittura psicologi si sono cimentati ad interpretare, affascinati dalla misteriosa ricchezza della fantasia boschiana”.
Fig. 1 Jheronimus Bosch, c. 1500 Trittico delle Tentazioni di sant’Antonio, Museu Nacional de Arte Antiga, Lisboa Figura ricorrente di un uccello deforme e senz’ali che ingoia un’altra bestia intenta a dimenarsi.
Fig. 2 Jheronimus Bosch, c. 1500 Trittico delle Tentazioni di sant’Antonio, Museu Nacional de Arte Antiga, Lisboa Un ibrido con orecchie da cane e becco da uccello trasporta una misteriosa lettera e indossa pat-tini da ghiaccio.
Fig. 3 Jheronimus Bosch, c. 1500 Trittico delle Tentazioni di sant’Antonio, Museu Nacional de Arte Antiga, Lisboa Un topo raffigurato con minuzia naturalistica, ma usato come cavalcatura da un demone-albero.
Fig. 4 Jheronimus Bosch, c. 1500 Trittico delle Tentazioni di sant’Antonio, Museu Nacional de Arte Antiga, Lisboa Un gigantesco pesce è usato come una macchina da guerra, sormontato da un campanile e guidato da un soldato.
Fig. 5 Jheronimus Bosch, c. 1500 Giudizio finale, Musea Brugge, Groeningemuseum, Bruges Bosch compone le sue bestie anche con parti umane: una testa con coda di rettile e zampe feline.
Fig. 6 Jheronimus Bosch, c. 1500 Giudizio finale, Musea Brugge, Groeningemuseum, Bruges Alcune bestie mostrano dettagli ecclesiastici, come questa creatura con ali d’insetto vestita da monaco.
Fig. 7 Jheronimus Bosch, c. 1500 Giudizio finale, Musea Brugge, Groningemuseum, Bruges Coperto da un curioso elmo, il mostro si presenta come un agglomerato di una testa sostenuta da arti umani.
Fig. 8 Jheronimus Bosch, c. 1500 Giudizio finale, Musea Brugge, Groeningemuseum, Bruges Una sorta di roditore, cavalcato da un piccolo demone col naso a piffero, trasporta in due panieri suore e frati nudi.
Fig. 9 Jheronimus Bosch, c. 1510-15 Le tentazioni di sant’Antonio, Museo Nacional del Prado, Madrid In questo mostro si fondono elementi architettonici e parti di animali come una testa di uccello e arti di scimmia.
Fig. 10 Jheronimus Bosch, c. 1510-15 Le tentazioni di sant’Antonio, Museo Nacional del Prado, Madrid La bestia cammina su due zampe, ma la testa ricorda quella di una balena.
Fig. 11 Jheronimus Bosch, c. 1495-1505 Trittico dei santi eremiti, Gallerie dell’Accademia, Venezia In questo esserino si mescolano le fattezze di mammifero, di anfibio, di pesce e d’insetto.
Fig. 12 Jheronimus Bosch, c. 1495-1505 Trittico dei santi eremiti, Gallerie dell’Accademia, Venezia Un essere con gambe umane e coda a ruota come quella di un pavone, con fattezze d’uccello dal becco a spatola. Fonte
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