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Tentazioni di sant'Antonio, 1500-1525 circa
olio su tavola 70×51 cm
Madrid, Museo del Prado
Il santo costituiva evidentemente un forte richiamo per Bosch e per gli artisti della sua epoca, per la possibilità di rappresentare situazioni immaginifiche di cui fu vittima l’eremita. Com’è diversa, tuttavia, in questa tavola la materializzazione di quelle tentazioni rispetto all’analogo soggetto di Lisbona. Lì i demoni e i “grilli” hanno campo libero, traducendo in immagini l’ansia di inadeguatezza del santo dinanzi alla sfida suprema della fede. Quell’imperturbabilità prefigurata nell’ultimo pannello del trittico, dove Antonio resta impassibile ai richiami della carne e della gola, si fa più esplicita in questa tavola, per la profonda meditazione, quasi uno stato di rapimento mistico, in cui si trova il santo.
L’eremita, imbacuccato nel saio sul quale si legge un Tau, è in raccoglimento all’interno di un albero cavo ricoperto da una tettoia di paglia e accompagnato dal suo animale di riferimento, il maiale, non appare distratto dai demoni che lo circondano, accompagnati dalle tentazioni rappresentate in vari modi: coltelli sbeccati, scale, carri del diavolo, frammenti di armatura, piccoli demoni-grilli. Gli è di fronte un ruscello, da cui prendono vita numerose figure demoniache.
Sul piano intermedio si scorge la sua capanna, affiancata a una curiosa cappelletta ottagonale dai tetti a spicchio spioventi.
Intorno si verificano sporadiche visioni infernali, dalla testa con le unghie uncinate che emerge dal ruscello dalle bizzarre creature corazzate che tentano di distrarlo: la novità del dipinto è che esse sembrano come ridimensionate, depotenziate dall’estasi del santo.
Su tutto domina una delle più belle tavolozze della pittura di Bosch, giocata sui toni del giallo dei prati, degli ocra dei tronchi e dei verdi delle fronde, cui è da aggiungere l’azzurro opaco del ruscello, del cielo e del misterioso involucro che avviluppa la città di sfondo. (M.@rt)
Edited by Milea - 24/8/2021, 21:43 |
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