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La morte di un avaro, dal 1494 circa
olio su tavola, 92,6x30,8 cm
Washington, National Gallery of Art, collezione Samuel H. Kress
Una delle scoperte più clamorose intorno a Bosch riguarda questa tavola stretta e lunga che, insieme alla Nave dei folli del Louvre e all’Allegoria della gola e della lussuria di New Haven, costituiva una delle due ante esterne, la sinistra, di un trittico poi smembrato, i cui sportelli esterni sono stati individuati nel Venditore ambulante di Rotterdam. Il complesso rappresentava una sferzata in chiave pittorica ai vizi più comuni dell’epoca. Secondo le più recenti indagini La morte di un avaro -così simile, ma così diversa dal tondo con la “Morte” contenuto nei Sette peccati capitali del Prado- potrebbe essere ribattezzata “La morte dell’usuraio”.
Il trapasso avviene in una stanza dall’alta volta carenata: sul letto di morte l’avaro ha ancora la possibilità di scegliere tra la salvezza ( è la via indicatagli dall’angelo, individuata dal raggio di luce proveniente dal crocifisso) e la dannazione eterna ( il demonio sbuca da sotto una tenda offrendogli un sacchetto di denaro, mentre la morte è pronta a colpirlo col suo dardo).
Numerosi piccoli demoni popolano la scena: uno è appollaiato sul baldacchino, uno solleva un documento, un altro scompare sotto il baule.
Ma chi è l’uomo in primo piano intento a maneggiare il denaro, mentre con l’altra mano sgrana il rosario? E’ evidente: lo stesso morente, raffigurato di qualche anno più giovane.
Proprio la presenza di sacchi di denaro, abiti e armi, ha permesso di identificare un usuraio, anzi uno strozzino irregolare, dal momento che deposita i suoi beni in casa piuttosto che in un monte dei pegni. (M.@rt)
Edited by Milea - 25/8/2021, 08:46 |
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