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Il venditore ambulante,1494 circa
olio su 71×70,6 cm
Rotterdam, Museum Boijmans Van Beuningen
In passato si credeva che l’episodio raffigurasse la parabola del Figliol prodigo; non si era peraltro compresa la reale funzione della tavola, sportello esterno di un trittico scompaginato, le cui ali furono in seguito incollate e ridotte a una forma ottagonale e al cui interno si trovavano La nave dei folli e La morte di un avaro. La scena, che condivide numerosi elementi con quella dipinta sugli sportelli esterni del Trittico del carro di fieno di Madrid, ha dato adito alle interpretazioni più svariate: a parte il già citato richiamo alla parabola evangelica, gli studiosi vi hanno individuato di volta in volta un’allegoria del comportamento saturnino, un accidioso, un ambulante truffaldino, un peccatore pentito, un povero vagabondo, un pellegrino cristiano.
L’uomo, dall’aspetto malconcio e gottoso, si allontana da una catapecchia che ha tutto l’aspetto della taverna e della casa di piacere: lo confermano la coppia che amoreggia vistosamente sotto l’uscio e l’uomo che urina contro la parete.
Maiali, gazze e il cigno sull’insegna non fanno che aumentare i riferimenti simbolici al peccato che l’uomo è forse in atto di abbandonare: il suo percorso verso la salvezza è tuttavia irto di pericoli e di incertezze, a cominciare dai cani randagi che incontrerà lungo la via, dai quali l’unica arma di difesa è un bastone. Influenzato dal movimento della “Devotio moderna” Bosch indica una “via personale” alla salvezza, lontana dagli insegnamenti biblici, atemporali e poco personalizzabili. Interessante è anche la teoria che riconosce nel vagabondo un’illustrazione della visione negativa riservata ai poveri e alle classi subalterne in quell’epoca. (M@rt)
Edited by Milea - 29/7/2021, 21:36 |
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