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Michelangelo Merisi da Caravaggio
«Egregius in Urbe Pictor»
1571. Michelangelo Merisi nasce il 29 settembre a Milano da Fermo Merisi e dalla seconda moglie Lucia Aratori, come è provato dalla fortunata scoperta del certificato di nascita avvenuta nel 2007. Il padre era «maestro di casa et architetto» ( capocantiere addetto ai lavori di costruzione e di riparazione edile) di Francesco I Sforza, marchese di Caravaggio, cittadina agricola nella bassa bergamasca, a circa trenta chilometri da Milano, confinante con il territorio cremonese. Per i buoni rapporti intrattenuti con i Merisi, il marchese aveva fatto da testimone alle seconde nozze di Fermo. Michelangelo viene battezzato il 30 settembre nella parrocchia di Santo Stefano; è il primogenito di quattro fratelli di cui il secondo, Giovan Battista, nato nel 1672, diventerà sacerdote.
1576-1577. Milano è colpita da una terribile epidemia di peste: la famiglia Merisi si trasferisce a Caravaggio. Il 20 ottobre 1577, quando ormai il contagio è in completa remissione, muoiono di peste nello stesso giorno, Bernardino e Fermo Merisi, il nonno e il padre del pittore. La madre decide di rimanere a Caravaggio, per meglio difendere gli interessi ereditari dei figli.
1578. Viene redatto l’atto di tutela dei figli di Fermo Merisi, defunto. La madre assume la tutela sui quattro figli: Michelangelo, Giovanni Battista, Margherita e Caterina.
1583. Muore il marchese di Caravaggio. Il titolo e i possedimenti passano a Costanza Colonna: la nobildonna darà a più riprese appoggio e sostegno al pittore.
1584. Lucia Aratori compie scelte decisive per i figli maschi: Giovan Battista entra nel seminario di Cremona, mentre il tredicenne Michelangelo torna a Milano. Grazie a un contratto stretto dal principe Colonna, Caravaggio viene assunto come apprendista nella bottega del pittore bergamasco Simone Peterzano, stimato e rinomato pittore che si autodefiniva “ alunno di Tiziano”, uno dei principali interpreti della pittura sacra riformata a Milano nell’età di San Carlo Borromeo. Il contratto del 6 aprile 1584, fissa in quattro anni il periodo di apprendistato.
1588. Dopo un apprendistato di quattro anni ( nel corso del quale ha probabilmente compiuto insieme al maestro un viaggio di aggiornamento a Venezia, e conosciuto il maestro Tintoretto), Michelangelo Merisi lascia la bottega di Peterzano. Non abbiamo notizie (né opere) dell’adolescenza milanese, tra la fine dell’apprendistato e la decisione di partire per Roma. E’ comunque certo che Caravaggio abbia completato una formazione ricca e articolata sulla pittura veneta e lombarda del XVI secolo, da Leonardo a Tiziano, dai maestri bresciani ai cremonesi.
1589. Michelangelo torna a Caravaggio per vendere, con il consenso della madre, un appezzamento di terreno.
1590. Muore la madre Lucia Aratori.
1592. I fratelli Merisi si dividono l’eredità materna e paterna. Michelangelo rinuncia a ogni proprietà immobiliare o fondiaria in Lombardia per trasferirsi definitivamente a Roma. Nella Città Eterna aveva preso avvio un grandioso processo di rinnovamento urbano ed edilizio: molte maestranze provenivano dalla Lombardia e dal Canton Ticino, e Michelangelo era figlio di un carpentiere. Ma le prospettive di un rapido impiego nei cantieri artistici e decorativi si scontra con una realtà diversa. A Roma Caravaggio trova sistemazione in casa di monsignor Pandolfo Pucci (soprannominato «Monsignor Insalata» per il misero vitto) per il quale dipinge quadri devozionali. Trascorre poi otto mesi nella bottega del Cavalier d'Arpino «da cui fu applicato a dipingere fiori e frutta» (Bellori). Conosce altri pittori, stringe amicizia con il pittore siciliano Mario Minniti e con Prospero Orsi, detto Prosperino delle Grottesche.
1593-94. Difficili anni di avvio dell’attività del giovane pittore, ormai soprannominato “Caravaggio”, che passa come garzone attraverso le botteghe di diversi pittori, fino a essere ammesso tra i lavoranti dell’affermato artista Giuseppe Cesari, chiamato il Cavalier d’Arpino. Impegnato nel dipingere dettagli di fiori e di frutti all’interno delle composizioni del maestro, Caravaggio comincia a realizzare le prime opere autonome a noi note: tele di dimensioni piccole o medie, destinate a un modesto collezionismo, con personaggi ed episodi della vita quotidiana. Risalgono a questi anni le prime, profonde amicizie ( come quella con il pittore siciliano Mario Minniti, e poco più tardi Tommaso “Mao” Salini) e le altrettante profonde rivalità negli ambienti artistici. Alla fine del 1594 il ventitreenne Caravaggio viene ricoverato all'Ospedale della Consolazione, non è chiaro se per un attacco di febbri malariche o per una ferita alla gamba
1595. Caravaggio entra nel giro del collezionismo aristocratico: viene ospitato dal coltissimo e influente cardinale Francesco Maria Del Monte nel sontuoso palazzo Madama. Grazie all’appoggio del cardinale, Caravaggio è in contatto con alcune grandi famiglie romane (Mattei, Costa, Aldobrandini, Doria). Le opere di questo periodo, fra cui anche “Il riposo durante la fuga in Egitto”, sempre destinate alle raccolte private, cominciano a mostrare una crescente complessità compositiva. Il cardinal Del Monte arriverà ad accumulare una collezione di seicento dipinti, confrontabile per importanza con quelli dei fratelli Benedetto e Vincenzo Giustiniani, a loro volta tra i primi estimatori di Caravaggio ( di cui giungeranno a possedere ben tredici dipinti).
1596-98. Sempre sotto la protezione del cardinal Del Monte, Caravaggio allarga la propria cultura ( aprendosi anche a interessi musicali) e alterna, alle scene di vita quotidiana, dipinti di soggetto religioso e mitologico: decora, con le figure Giove, Nettuno e Plutone, un soffitto della villa Boncompagni Ludovisi già Del Monte, unico lavoro murale dell’intera carriera. Intorno al 1597 Caravaggio conosce Fillide Melandroni, una cortigiana che posa per lui ripetutamente come modella. Il rapporto tra Caravaggio e Fillide si intreccia e si complica con varie vicende giudiziarie e anche il contatto tra la donna e Ranuccio Tomassoni, l’uomo che il pittore ucciderà nella tragica rissa del 1606. Il cardinal Del Monte fa dono di opere realizzate da Caravaggio a importanti personaggi: al granduca Ferdinando di Toscana invia il tondo con la testa di Medusa, al cardinale Federico Borromeo la Canestra di frutta. Caravaggio entra così nelle più prestigiose collezioni di Firenze e Milano.
1599. Svolta decisiva nella carriera del pittore. Caravaggio riceve la prima commissione pubblica: il 23 luglio, stipula il contratto per dipingere due tele per le pareti laterali della cappella del cardinale Mathieu Cointrel (italianizzato in “Contarelli”) nella Chiesa di San Luigi dei Francesi. La committenza, inizialmente rivolta al Cavalier d’Arpino, arriva a Caravaggio dopo un iter molto complicato, con diversi cambiamenti progettuali. Alla esecuzione delle scene laterali si aggiunge la commissione, per l’altare della Cappella di un «San Matteo che scrive il vangelo sotto dettatura dell'angelo». La prima versione del dipinto viene però rifiutata ( ritirata dal marchese Giustiniani, è scomparsa durante la devastazione di Berlino nel 1945) e Caravaggio realizza la tela definitiva nel 1602. Cadono in questo periodo celebri episodi di cronaca: Tommaso Campanella viene arrestato nel 1599, mentre Giordano Bruno viene messo al rogo come eretico il 17 febbraio 1600 sulla piazza di Campo dei Fiori a Roma. Crescono i guai giudiziari del pittore, che, già noto alla polizia per vari atti di intemperanza e schiamazzi, viene ora querelato da Girolamo Stampa da Montepulciano per aggressione.
1600. In luglio, le tele Contarelli sono completate. Il 19 novembre è imputato di aggressione.
1601-1602. Il 7 febbraio si riappacifica con Flavio Canonico, sergente delle guardie di Castel Sant'Angelo: decade la causa da lui intentata per un ferimento durante una rissa, alla quale aveva partecipato anche l'amico architetto, Onorio Longhi. Caravaggio riceve un nuovo incarico pubblico: le tele laterali con la conversione di san Paolo e san Pietro per la cappella del tesoriere papale Tiberio Cerasi in Santa Maria del Popolo. Anche in questo caso Caravaggio esegue una seconda versione dei dipinti perché i primi «non piacquero al Padrone, se li prese il Cardinale Sannesio» (Baglione). Caravaggio è considerato ormai un celebre pittore di grandi e nobili scene sacre, e non più uno specialista di tele profane di soggetto quotidiano: nel contratto per la Cappella Cersi viene definito «egregius in Urbe pictor». Alcuni pittori internazionali cominciano a ispirarsi al suo stile e realizzano copie di diverse opere.
1603. Giovanni Baglione querela per diffamazione Caravaggio, Onorio Longhi, Orazio Gentileschi e Filippo Trisegno, a causa delle gravi offese contenute in una poesia satirica anonima, che Baglione riteneva di mano di Caravaggio. L’artista viene arrestato 1'11 settembre: in mancanza di altri scritti dell’artista, i verbali dell’interrogatorio del 13 settembre, contengono le uniche esplicite affermazioni di stile e di concezione dell’arte e le sue opinioni sui suoi contemporanei, a noi note. Viene rilasciato in libertà condizionata, il 25 dello stesso mese, grazie all’intervento dell’ambasciatore del re di Francia.
1604. Continuano le disavventure legali di Caravaggio, che viene arrestato più volte con l’imputazione di porto d’armi abusivo e ingiurie. In aprile, si raccolgono testimonianze contro il Caravaggio per aver insultato un garzone d'osteria e per avergli gettato in faccia un piatto di carciofi. In ottobre Caravaggio è imprigionato per aver lanciato sassi e, in novembre, per aver insultato un ufficiale. D’altra parte la sua celebrità raggiunge forse l’apice con l’esecuzione della Madonna dei pellegrini per la chiesa di sant’Agostino e la Deposizione nella chiesa della Vallicella ( oggi nei Musei Vaticani). Risale a quest’anno la pubblicazione del trattato sulla pittura di Karel Van Mander, che contiene una pungente descrizione dell’aspetto, del carattere e dell’arte di Caravaggio.
1605. Il 28 maggio viene arrestato per possesso illegale di armi e il 20 luglio finisce nelle carceri di Tor di Nona per aver offeso una donna e sua figlia. Viene scarcerato grazie ad alcuni amici, tra i quali Prospero Orsi, che fanno da garanti. Il 29 luglio Caravaggio ferisce il notaio Mariano Pasqualone d’Accumulo in una disputa a causa di una certa Lena «donna di Michelangelo». Per qualche settimana lascia Roma per Genova, dove entra in contatto con la famiglia Doria. In totale, tra il 1603 3 il 1605 Caravaggio viene fermato, interrogato e trattenuto per ben cinque volte. Rientrato a Roma, si riappacifica con il notaio. Il 1 settembre, Donna Prudenzia Bruna, padrona della casa lasciata dal Caravaggio prima della fuga a Genova, lo denuncia per aver rotto l'imposta di una finestra a sassate. Il pittore si era così vendicato perché ella si era impadronita dei suoi mobili per ripagarsi di sei mesi d'affitto arretrato. Il 1 dicembre l'Arciconfraternita di Sant'Anna dei Palafrenieri (gli staffieri del papa) versa un primo acconto per una pala destinata al proprio altare in San Pietro. Contemporaneamente Caravaggio dipinge la Morte della Vergine per la Chiesa di Santa Maria della Scala in Trastevere, poi rifiutata dai committenti, e sta terminando la Madonna di Loreto per la cappella Cavalletti in Sant'Agostino.
1606. Il 2 marzo la Madonna dei Pellegrini compare sull’altare della chiesa di Sant’Agostino. Il 16 aprile la Madonna dei Palafrenieri viene ritirata dalla chiesa di San Pietro: "levata d'ordine dei Signori Cardinali della fabbrica" di San Pietro (Baglione) per mancanza di decoro, essendo ritratti "vilmente la Vergine con Gesù fanciullo ignudo" (Bellori) e il 16 giugno viene acquistata dal cardinale Scipione Borghese. Nel frattempo viene rimossa anche la Morte della Vergine a causa della sconcertante veste iconografica. La sera del 28 maggio, nel corso di una rissa, quattro contro quattro, in Campo Marzio, per una disputa durante una partita di pallacorda, Caravaggio colpisce, con un colpo di spada alla coscia, Ranuccio Tomassoni, che muore dissanguato. A sua volta ferito alla testa, Caravaggio deve fuggire da Roma. Processato in contumacia per omicidio volontario, verrà riconosciuto colpevole e condannato a morte per decapitazione. Dopo essersi rifugiato nei feudi dei principi Colonna, di Zagarolo, Paliano e Palestrina, dipinge una Maddalena a mezza figura e La cena in Emmaus (ora alla Brera). Tra settembre e ottobre si trasferisce a Napoli. La sua fama come artista viene confermata dall’immediato successo. Il mercante Nicolò Radulović gli commissiona subito un’opera, forse la Madonna del Rosario. Il 6 ottobre riceve 200 ducati per un grande dipinto della Madonna ed il Bambino con quattro santi (opera mai eseguita, o perduta, o sostituita con una di altro soggetto)
1607. A Napoli Caravaggio ha numerosi e importanti incarichi ( fra cui la grande pala d’altare con Le sette opere di Misericordia per la fabbriceria del Pio Monte della Misericordia). Il 7 aprile il dipinto rifiutato la Morte della Vergine viene acquistato dal duca di Mantova. Ormai alla fine del soggiorno napoletano, il Caravaggio riceve da Tommaso de Franco (de Franchis) 100 ducati, a compimento dei 250 per un'opera identificabile con la Flagellazione. A Roma intanto si manovra per ottenere l'amnistia al Caravaggio. In estate decide di lasciare la città per trasferirsi a Malta, dove sbarca il 12 luglio, con l’intenzione di lavorare per i ricchi e nobili Cavalieri di Malta. Poco dopo l’arrivo viene chiamato nel tribunale maltese come testimone nel processo di bigamia intentato contro Mario Minniti, l’amico pittore siciliano. Intanto, papa Paolo V, accogliendo la mediazione di Enrico IV di Francia, toglie alla città di Venezia l’”interdetto” (scomunica collettiva, comminata l’anno prima): il pontefice dimostra una disponibilità al perdono che spinge i committenti aristocratici di Caravaggio, a cominciare da Costanza Colonna, a muoversi presso la corte papale per ottenere un provvedimento di grazia o quantomeno le derubricazione dell’omicidio da volontario a preterintenzionale. Il 25 settembre a Napoli sono in vendita la Madonna del Rosario e una Giuditta e Oloferne.
1608. A Malta, in un ambiente ristretto ma raffinato, Caravaggio ritrova membri di nobili famiglie sue committenti ed entra in contatto con Alof de Wignacourt, Gran Maestro dell’ordine dei Cavalieri di San Giovanni. Dipinge ritratti (due del Wignacourt) e opere sacre, fra cui la Decollazione del Battista, per la cattedrale di La Valletta. Trascorso l’anno di “noviziato” il 14 luglio viene nominato Cavaliere dell'Ordine di Malta dal Gran Maestro: per alcuni mesi vive una condizione di agio e di privilegio. Prima dell’autunno però, per cause non note ( molto probabilmente per uno screzio con un cavaliere di più alto grado), il pittore viene incarcerato ed espulso dall’ordine. Con l’aiuto dell’amico Minniti scappa dalla prigione, fugge in barca da Malta e ripara a Siracusa. Grazie all’appoggio di Minniti, si integra immediatamente nell’ambiente culturale siracusano e in brevissimo tempo realizza il Seppellimento di santa Lucia. Il dipinto viene ambientato in una famosa grotta a cui Caravaggio darà il nome di "Orecchio di Dionigi" come riferisce il Mirabella (1613). Il 1 dicembre Caravaggio è espulso dall'Ordine di Malta "tamquam membrum putridum et foetidum".
1609. Caravaggio è a Messina dove il 10 giugno consegna ai Padri Crociferi la Resurrezione di Lazzaro, ordinata, già dal dicembre. Commissionata dal Senato di Messina, dipinge l'Adorazione dei pastori. Per timore di qualche vendetta maltese, la fuga continua a Palermo, dove, per l'Oratorio di San Lorenzo, dipinge la Natività coi Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi(opera trafugata nel1969). In ottobre Caravaggio ritorna a Napoli: poco dopo il suo arrivo viene assalito e sfregiato in una rissa, nella locanda del Cerriglio. A Roma giunge la notizia che "fosse stato ammazzato il Caravaggio, pittore celebre". Ferito gravemente, durante la lunga convalescenza dipinge un drammatico autoritratto nel David con la testa di Golia della Galleria Borghese. Al termine del suo soggiorno in Italia il pittore Rubens, uno dei primi estimatori di Caravaggio, lascia Roma e torna ad Anversa. Il momento del “ caravaggismo”, la pittura ispirata al realismo di Merisi, assume una dimensione sempre più internazionale.
1610. L’11 maggio la presenza del pittore è documentata a Napoli da una lettera del procuratore del principe Marcantonio Doria il quale spiega al suo signore di Genova che la vernice sul Martirio di Sant'Orsola si era rovinata e che sarebbe stata restaurata dal pittore stesso. Dopo nove mesi trascorsi a Napoli, Caravaggio si imbarca in direzione di Roma, confidando in un salvacondotto. Attende la grazia, per la quale sta negoziando il cardinale Gonzaga. A Palo sul litorale laziale, non solo la grazia non giunge, ma per errore viene incarcerato per due giorni. La nave da trasporto, con gli averi e gli ultimi dipinti del pittore, salpa senza di lui. Caravaggio, secondo le testimonianze antiche, si sarebbe allora incamminato a piedi, nel caldo di luglio. Colpito da febbri malariche sulla spiaggia della Feniglia, presso Porto Empedocle, Caravaggio muore il 28 luglio. La notizia della morte giunge a Roma alcuni giorni dopo e diventa subito la romanzesca conclusione, la metafora stessa di una vita sciagurata. Nel frattempo gli era stata concessa la grazia come si apprende da un "Avviso" del 31 luglio:« È morto Michielangelo da Caravaggio pittore celebre a Port'Ercole mentre da Napoli veniva a Roma per la gratia da Sua Santità fatta li del bando capitale che haveva». (M.@rt)
«A li 18 luglio 1609 nel ospitale S. Maria Ausiliatrice morse Michelangelo Merisi da Caravaggio».
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Bibliografia delle opere trattate: Simboli e Segreti (Stefano Zuffi) Ed. Rizzoli
Edited by Milea - 10/8/2021, 13:02
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