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San Giovanni Battista, 1610 olio su tela 159x124 cm Roma, Galleria Borghese
E’ l’estrema e più malinconica interpretazione di un personaggio ripetutamente indagato da Caravaggio: non meno di sei suoi dipinti hanno come protagonista Giovanni Battista, in diverse età e atteggiamenti, dalla prima adolescenza fino alla grande tela della decollazione dipinta a Malta. L’opera viene abitualmente identificata con una delle tele che Caravaggio aveva portato con sé partendo dalla città partenopea nella speranza di poter rientrare a Roma, e che erano rimaste sulla feluca ripartita dal porto di Palermo, sulle coste laziali, mentre il pittore era trattenuto a terra. Scipione Borghese, avendo avuto notizie troppo incerte sulla sorte dei suoi ultimi quadri, chiede spiegazioni a un suo corrispondente in terra napoletana, il vescovo di Caserta Deodato Gentile. Il resoconto di monsignor Gentile, oltre alle circostanze e al luogo del decesso del pittore, segnala che le tre tele di Caravaggio sono state restituite alla marchesa Costanza Colonna. Il vescovo ne cita i soggetti: una raffigurava una Maddalena, le altre due San Giovanni Battista.
Il quadro, per stile certamente riferibile agli ultimissimi tempi e da sempre esposto nella Galleria Borghese, sarebbe appunto uno di questi dipinti, conteso anche dai Cavalieri di Malta. Il tono generale della composizione resta sempre saldo e monumentale, ma nella posa e nell’espressione del santo si avverte una nota di mestizia. La luce fioca che scivola lungo il fisico magro del ragazzo dagli inequivocabili lineamenti mediterranei, la posa rilassata fino ad apparire stanco, il pesante mantello che pende verso il basso, il montone orientato verso l’interno del dipinto che pare perdersi nell’ombra, gli accenni appena visibili di scuro fogliame, la gamma limitata dei colori: tutti gli elementi del dipinto sono funzionali a rendere l’opera particolarmente triste, quasi un presagio dell’imminente tragedia.
Il montone sta brucando alcune foglie e gira le spalle all’osservatore.
L’espressione malinconica, distante del giovane Battista si intona al tono spento e meditabondo dell’intero dipinto: molto diverso era invece l’atteggiamento (corrucciato, volitivo, presente) di altre immagini di san Giovanni nel deserto, dipinte da Caravaggio negli anni precedenti.
Il denso colore rosso del mantello contrasta con la stesura filamentosa del panno bianco ( poco più di uno straccio) che cinge i fianchi del Battista.
Le mani si appoggiano mollemente alla canna, simbolo del Battista. L’incarnato del Battista fa pensare a una spossante malattia: se questo è davvero l’ultimo dipinto di Caravaggio, il cerchio iniziato col Bacchino malato si chiude nel segno del pallore, della sofferenza, della solitudine. (M.@rt)
Edited by Milea - 10/8/2021, 17:43
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