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Martirio di San Pietro, 1602 - 1603 olio su tela, 230x 175 cm Roma, Santa Maria del Popolo - Cappella Cerasi
Fino all’entrata in scena di Caravaggio, e in particolare all’esecuzione dei quadri sulle pareti delle cappelle Contarelli e Cerasi, gli episodi laterali erano di solito dipinti ad affresco, non su tela, e concepiti in modo indipendente, con un prevalente carattere decorativo o narrativo. Caravaggio propone invece coppie di dipinti su tela, concepite in stretta relazione l’una con l’altra: i rimandi fra i due quadri raffiguranti san Pietro e san Paolo sono tanto forti e stringenti da creare un dialogo serrato e di forte emozione, potenziandosi a vicenda.
Come per la prospiciente Conversione di san Paolo, anche in questo caso Caravaggio doveva confrontarsi con l’affresco dipinto da Michelangelo nella cappella Paolina, circa sessant’anni prima. Il pittore lombardo abolisce quasi del tutto gli elementi di paesaggio e di ambientazione: in una scena deserta e spoglia, su un terreno sassoso, usa la luce per concentrare lo sgurdo di chi osserva su poche figure, caricate di muta intensità.
La crocifissione a testa in giù di san Pietro avviene di sera, senza spettatori: Pietro con le mani e i piedi trafitti da lunghi chiodi, si solleva a fatica dal patibolo, cercando un impossibile aiuto. Il santo sembra guardandosi intorno smarrito, alla ricerca di un minimo di partecipazione, di presenze che diano un senso al suo martirio. E proprio l’assenza di astanti presenti, sottolinea l’importanza di spettatori “fuori“ dalla scena, vale a dire di chi osserva il dipinto e viene chiamato a partecipare attivamente, a “completare” la composizione.
Il senso di spoglia umanità espresso dal vecchio santo inchiodato alla croce, si estende anche ai suoi aguzzini: in modo del tutto sorprendente, Caravaggio non li rappresenta come carnefici che agiscono in modo brutale e crudele, ma piuttosto come uomini semplici, vestiti in abiti laceri, costretti a un lavoro duro, faticoso, umiliante e odioso. Il dettaglio del braccio nudo dell’uomo sulla sinistra, impegnato a sollevare la croce di Pietro, ne è la conferma.
L’artista sembra quasi mostrare pietà per la dura e sporca fatica di questi poveracci senza colpa: uno dei tre tira la corda che scende a solcare, quasi a ferirgli la schiena.
San Pietro non mostra un’espressione di dolore, nonostante i chiodi che gli trafiggono le mani e i piedi: sembra piuttosto stupito e amareggiato per la solitudine spoglia in cui si svolge il suo silenzioso martirio.
Caravaggio ha ormai cominciato a ridurre le sue scene all’essenziale, rinunciando ai dettagli naturalistici e decorativi delle prime opere: ma la sua capacità di rendere le sue superfici (come in questo caso, nel contatto tra panno, legno e carne), resta intatta.(M.@rt)
Edited by Milea - 10/8/2021, 21:33
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