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Conversione di san Paolo, 1601 Olio su tavola 237x189 cm Roma, Collezione Odescalchi
Nonostante la vicenda della pala d’altare rifiutata e le riserve espresse dai critici accademici, il successo delle tele della cappella Contarelli fu immediato negli ambienti artistici di Roma, soprattutto presso i più colti esponenti di una èlite intellettuale ecclesiastica e aristocratica. Ancora assiduamente impegnato nei lavori per il completamento del ciclo di san Matteo, Caravaggio riceve la commissione per dipingere altre due tele laterali per una cappella gentilizia, raffiguranti la Conversione di san Paolo e il Martirio di san Pietro.
Il committente è il cardinale Tiberio Cerasi, tesoriere pontificio, titolare di una cappella privata nella grande e importante chiesa di Santa Maria del Popolo. Nel contratto stipulato il 24 settembre 1600, Caravaggio è definito egregius in urbe picter: si impegna a dipingere le scene su tavole di cipresso, grandi dieci palmi per otto e a consegnarle entro otto mesi per un compenso di quattrocento scudi. Significativamente, dal contratto è esclusa la pala dell’altare con l ‘Assunzione di Maria, affidata ad Annibale Carracci.
Anche in questo caso, la vicenda dell’esecuzione è complessa: dopo aver dipinto nei tempi e nei modi indicati, una prima versione, Caravaggio, non si sa se per una scelta personale o per un rifiuto da parte del committente, ha cambiato idea e ha modificato radicalmente l’impostazione e la tecnica. Nella collezione Odescalchi resta la prima versione della Conversione di san Paolo, dipinta su tavola come previsto dal contratto. Si tratta di una rappresentazione drammatica, dinamica, ambientata in aperta campagna, con diversi personaggi impegnati in una concatenata serie di azioni.
Domina la scena un grande cavallo bianco: san Paolo cade a terra coprendosi gli occhi con le mani, tra l’apparizione celeste di cristo e un attempato sottufficiale che punta la lancia. La luminosità meridiana, la concitazione gestuale, l’addensarsi delle figure nello spazio sono davvero sorprendenti se confrontate con il brusco cambiamento di idea che ha generato le due tele tuttora conservate in Santa Maria del Popolo.
Un anziano soldato barbuto cerca di intervenire, puntando la lancia verso Cristo che compare dall’alto.
Il cavallo ruota la testa e getta un nitrito. Aumentando l’animazione della concitata scena. Sorretto da un angelo, Cristo si sporge dall’angolo destro del dipinto e si rivolge direttamente verso san Paolo.
La mano di Cristo è protesa verso san Paolo, con un gesto di chiamata e insieme di aiuto e di sostegno.
San Paolo, accecato da un raggio di luce, cade da cavallo e si copre gli occhi con le mani: tra la barra e i baffi si intuisce il suo grido di angoscia.
Dallo sfondo più lontano filtrano le luci di un tramonto nuvoloso: è uno degli ultimi dipinti di Caravaggio in cui ancora compaia un paesaggio, e non immerso nel buio. (M.@rt)
Edited by Milea - 10/8/2021, 21:26
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