Jan van EycK, Biografia dell'artista

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view post Posted on 27/12/2010, 16:39     +1   +1   -1
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Jan van Eyck


Portrait_of_a_Man_in_a_Turban_van_Eyck-P

Portrait of a Man in a Turban
(Jan van Eyck) (Self Portrait?)
1433
olio su tavola
19 X15.5
National Gallery, Londra


Jan van Eyck, pittore fiammingo, fu un artista di fama internazionale e il suo stile, incentrato su una resa analitica della realtà, ebbe un larghissimo influsso. Fu anche il perfezionatore della tecnica della pittura ad olio, che gradualmente sostituì in Europa l'uso del colore a tempera.

FirmaVanEyck

Nonostante sia considerato il capostipite della pittura nei Paesi Bassi nel Quattrocento ed il maggior pittore nord europeo del suo tempo, le notizie certe, riguardanti la sua vita, sono ancora molto scarse, inclusi il luogo e la data di nascita esatti. Jan van Eyck nacque in una data compresa fra il 1390 e il 1400 quasi sicuramente a Maastricht che all'epoca faceva parte dei possedimenti del ducato di Borgogna e a introdurlo nel mondo della pittura dovrebbe essere stato il fratello maggiore, il misterioso Hubert, anche se parte della critica dubita persino della sua esistenza, visto che di lui esistono solo due riferimenti: il primo sul più volte smontato e rimontato polittico dell'Agnello Mistico e l'altro su una pietra tombale dalla distrutta abbazia di San Bavone a Gand. Nulla sappiamo sulla formazione dell'artista, nemmeno se essa si svolse in Francia o nella terra di origine.
Probabilmente la sua formazione fu nel campo della miniatura, dalla quale imparò l'amore per i dettagli minuti e per la tecnica raffinata.

Le prime informazioni che si hanno di Van Eyck risalgono al periodo che va dall'ottobre 1422 al settembre 1424, quando il pittore si trovava all'Aja alla corte di Jean de Bavièere Hainaut (Giovanni di Baviera), conte d'Olanda. Tutta la sua carriera restò legata ai poteri ufficiali delle Fiandre. L'anno successivo infatti divenne pittore di corte del duca di Borgogna Filippo il Buono, ruolo che ricoprì fino alla morte. Per conto di Filippo compì anche numerose missioni diplomatiche: si recò infatti a Lisbona nel (1428) per concordare le nozze del duca con Isabella di Portogallo, alla quale fece successivamente un ritratto. Tra il 1426 e il 1432 lavorò al suo capolavoro, il Polittico di Gand.
Dopo aver abitato per qualche tempo nella città francese di Lilla, nel 1432 si trasferì definitivamente a Bruges, dove trascorse il resto della sua vita e morì ancora in giovane età nel giugno 1441, come testimoniano gli incartamenti relativi al suo funerale custoditi nell'archivio della cattedrale di Saint-Donatien.

La sua arte ebbe una portata rivoluzionaria al pari di quella di Masaccio in Italia, la cui opera fu cronologicamente parallela e con alcuni punti di contatto esteriori. Sia per van Eyck che per Masaccio la pittura doveva superare le convenzioni del tardogotico in nome di una concezione "naturalistica" ricondotta alla rappresentazione più verosimile legata alla percezione visiva e all'indagine scientifica della realtà.

Tra le caratteristiche più evidenti dello stile di Jan van Eyck ci sono la qualità pittorica, sicuramente la più alta tra i pittori fiamminghi del secolo XV, la verosimiglianza, la perfezione formale, l'attenzione al dettaglio minuto ed alla resa delle superfici; lo studio della luce; lo spazio dove si collocano con sicurezza le figure; lo ieratismo e l'immobilità dei personaggi; i raffinati giochi intellettuali dati dai vari livelli di lettura delle opere.

I suoi primi passi si mossero nel mondo della miniatura, all'epoca dominata dalla tradizione tardogotica francese, nel solco della quale van Eyck impostò i suoi primi passi. Nei migliori fogli del libro miniato le figure sono già pienamente integrate in uno spazio realistico, con una luce che unifica la rappresentazione e delinea con grande precisione i dettagli minuti della stanza e delle occupazioni dei personaggi. È chiaro che van Eyck si poneva, come Masaccio, il problema della realtà: ma se l'italiano operava una sintesi che coglieva la sola essenza delle cose, preoccupandosi di collocarle in uno spazio prospetticamente unitario e razionale, il fiammingo procedeva invece analizzando con lucidità e attenzione i singoli oggetti come si presentano ai nostri sensi.


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Bibliografia delle opere trattate: Rizzoli/Skira, I classici dell'arte



Edited by Milea - 20/9/2021, 15:04
 
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