Prigionieri dell'oceano, Lifeboat 1944

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view post Posted on 6/11/2010, 20:53     +1   -1
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Già in partenza
il film non poteva essere
molto commerciale,
non fosse altro che per la scommessa tecnica
che lo caratterizzava.
Non ho mai fatto uscire
la macchina da presa
dalla scialuppa,
non ho mai ripreso il battello
dall'esterno e, in più,
non c'era una sola nota di musica;
era molto rigoroso.



Alfred Hitchcock



Edited by Milea - 7/11/2010, 17:18
 
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Prigionieri dell'oceano
( Lifeboat, 1944 )



di Alfred Hitchcock


Da una sceneggiatura di John Steinbeck



Tallulah Bankhead, William Bendix,
Walter Slezak, Mary Anderson,
John Hodiak, Henry Hull,
Heather Angel, Hume Cronyn, Canada Lee


Riprese - luglio-novembre 1944







La trama:

Dopo un bombardamento tedesco, una nave americana affonda lentamente nella nebbia in mezzo all'oceano. Intorno solo morte e silenzio. La telecamera si sofferma su oggetti che galleggiano sinistramente sull'acqua: pagine di giornale, vestiti, denaro, addirittura un mazzo di carte... fino a soffermarsi su una donna che si trova su una scialuppa di salvataggio e che non sembra neanche troppo preoccupata dell'accaduto...
La donna, come apprenderemo, è una giornalista e si chiama Connie (Tallulah Bankhead), tipa superba, all'apparenza spregiudicata e superficiale. Le uniche preoccupazioni che la scuotono, difatti, sono il venire bene in foto ed il maquillage non sciupato dall'acqua.
In breve la scialuppa vede aumentare il gruppo dei sopravvissuti: emergono dal mare un ballerino, una giovane donna, un ricco industriale, una donna con un neonato, John (John Hodiak) un playboy tatuato e sbruffone, un uomo di colore, un altro uomo chiamato Stanley e un misterioso tedesco...
Proprio su quest'ultimo si concentrano i sospetti dei sopravvissuti: costui non conosce una sola parola d'inglese e confessa che faceva parte della nave nemica, quella che li ha affondati.
Poiché è l'unico che sembra in grado di assumere il comando dell'imbarcazione e conoscere la rotta, dopo non poche discussioni, viene tenuto a bordo.
Questo assortito campionario di umanità in mezzo all'oceano deve quindi badare alla sopravvivenza e raggiungere la terraferma. Impresa non certo facile anche perché una improvvisa tempesta distrugge le poche provviste rimaste e la scorta d'acqua.
Inoltre pian piano il gruppo si assottiglia: la giovane madre vistosi morire il bambino che teneva con sé si suicida e a Gus, il ballerino, viene amputata una gamba andata in cancrena.
Ogni passeggero fa emergere il proprio dramma umano e le esistenze di queste persone, fino a poco prima sconosciute le une per le altre, si intrecciano in modo indelebile.
Ma il gruppo è allo stremo: la mancanza di approvvigionamenti e il clima di tensione e reciproco sospetto che serpeggia fanno saltare i nervi. Inoltre quello strano tedesco nasconde qualcosa...





 
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view post Posted on 7/11/2010, 17:12     +1   -1
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Il film:

All'epoca di "Prigionieri dell'oceano" Hitchcock era ancora sotto contratto con Selznick ma quest'ultimo, com'era avvenuto del resto già altre volte, preferì anche allora non impegnarsi direttamente nella realizzazione del film e quindi "cedere" Hitchcock a un'altra casa di produzione, la Twentieth Century Fox ( per la quale Hitch lavorò soltanto in quest'occasione ).

Per il regista le condizioni erano vantaggiose, soprattutto perchè fu lasciato assai libero nella scelta del soggetto, degli sceneggiatori e degli interpreti.

I drammatici eventi della seconda guerra mondiale e il desiderio di esprimersi a favore delle forze democratiche unite contro il nazifascismo orientarono Hitch nella scelta di un soggetto di attualità.
A questo si univa poi l'aspirazione a realizzare un progetto che lo aveva già impegnato per qualche tempo; quello di filmare una storia nello spazio più ristretto possibile, concentrandosi maggiormente sui primi piani e sull'intensità drammatica piuttosto che sugli sviluppi narrativi.



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Dopo la felice collaborazione con Thornton Wilder nell'Ombra del dubbio", per la sceneggiatura del suo nuovo film Hitch desiderava ancora avvalersi di un grande autore.
Contattò inizialmente Hemingway, sottoponendogli una traccia della storia che aveva in mente, ma lo scrittore cortesemente declinò l'invito.

L'incarico fu allora affidato a John Steinbeck che però si limitò a dare una forma più compiuta al soggetto e a elaborare alcune scene.

"Allora" ricorda Hitchcock "ho fatto venire uno scrittore molto noto. Mackinlay Kantor, che ci ha lavorato per die settimane...non mi piaceva assolutamente quello che aveva fatto. Mi ha detto: 'Questo è quanto di meglio riesco a fare', allora gli ho detto: 'Molte grazie' e ho preso un altro scrittore, Jo Swerling, che aveva lavorato con Frank Capra".

A ogni modo, non ancora soddisfatto, Hitch sentì l'esigenza di intervenire ulteriormente di persona sulla sceneggiatura prima delle riprese. ( Mar L8v )


Edited by Milea - 7/11/2010, 17:17
 
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view post Posted on 8/11/2010, 20:58     +1   -1
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L'oceano in un catino:

Dopo "L'ombra del dubbio", un film girato in parte in esterni e nei luoghi stessi dove si svolgeva la vicenda, Hitch tornava, con "Prigionieri dell'oceano", a riprese effettuate interamente in studio ( per il cielo e il mare "veri" che appaiono nel film furono usati dei trasparenti ).

Non per questo la lavorazione risultò meno complicata, anzi; fu necessario costruire un grande serbatoio d'acqua all'interno del quale si trovava un'ampia piattaforma galleggiante, nonchè enormi ventilatori per simulare il vento e macchine per spruzzare l'acqua.

Le riprese durarono piuttosto a lungo e alla fine il film si rivelò come il più costoso e travagliato tra quelli realizzati da Hitchcock nei primi anni '40.

Su richiesta del regista, gli interpreti furono scelti fra attori non troppo noti ( divi di grande fama avrebbero "pesato troppo" sulla caratterizzazione dei personaggi che dovevano apparire come individui più o meno comuni ).
Parziale eccezione, Tallulah Bankhead, attrice di una certa notorietà...vivace e con un grande senso dell'umorismo, piacque subito ad Hitchcock che stabilì con lei un rapporto di simpatia e amicizia.



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"Prigionieri dell'oceano" suscitò reazioni discordanti; il pubblico non apprezzò molto la strana idea di Hitchcock di far svolgere tutta l'azione su una scialuppa di salvataggio, mentre parecchi critici americani si indignarono per il fatto che il tedesco veniva mostrato come il più capace del gruppo di naufraghi.

"Ora" spiega il regista, "nel 1940-'41 i francesi erano stati sconfitti e gli Alleati si trovavano in condizioni disastrose. Del resto, il tedesco era un comandante di sottomarini; c'erano dunque tutte le ragioni per pensare che fosse più qualificato degli altri per prendere il comando della scialuppa".

Se il film fosse stato distribuito prima del '44, anno in cui le sorti della guerra si erano capovolte a favore degli Alelati, forse l'accoglienza sarebbe stata diversa e il film sarebbe stato inteso come un appello all'unità di tutte le forze democratiche, così come Hitch l'aveva concepito.

Dal punto di vista comemrciale "Prigionieri dell'oceano" si rivelò un vero insuccesso, il primo di vaste proporzioni dacchè Hitch aveva cominciato a lavorare in America.
Tuttavia il regista ottenne la nomination all'Oscar e nomination ebbero anche Steinbeck per il soggetto originale e Glen MacWilliams per la fotografia.
Per la sua interpretazione la Bankhead vinse invece il New York Film Critic Award. ( Mar L8v )
 
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view post Posted on 9/11/2010, 21:06     +1   -1
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Una scommessa vinta:


Giudicato da più parti verboso e didascalico ( troppi discorsi, personaggi un pò stereotipati ecc... ), "Prigionieri dell'oceano" mi pare, fatte le debite eccezioni, esser stato sottovalutato sia dal pubblico che dalla critica.

La scomemssa di girare tutto un film su di una scialuppa di salvataggio, e per di più con riprese effettuate in studio, è senz'altro riuscita; e se è vero che, come notano Chabrol e Rohmer, in linea di massima l'elemento marino è poco sottolineato, vi sono tuttavia scene potenti e suggestive anche da questo punto di vista: l'inabissarsi della nave all'inizio e la lenta panoramica sui relitti che galleggiano in superficie, mentre una nebbia pregna di morte e di sciagura avvolge ogni cosa; la burrasca, la sequenza finale, con la nave nemica che sfiora la scialuppa e quasi la travolge...



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Costruito su di un'unica situazione "Prigionieri dell'oceano" non annoia mai...nemmeno un attimo, anzi coinvolge profondamente lo spettatore nelle vicissitudini dei personaggi e nelle loro sofferenze fisiche, psicologiche e morali.

E' un film drammatico , a tratti crudo: la morte del bambino e il suicidio della sua mamma; l'amputazione della gamba di Gus, con il particolare della scarpa gettata da parte ( quella stessa scarpa con la quale il poveretto attingerà acqua da bere e con la quale Rittenhouse picchierà il tedesco durante il linciaggio ); il delirio di Gus e la sua scomparsa tra i flutti; il linciaggio.

Ma non mancano nememno deliziosi momenti di humour, soprattutto durante i battibecchi astiosi ( ma con forti risvolti erotici; quanto sensuale quell'improvviso bacio nella tempesta ! ) fra John e Connie.
Simpaticissimo fra tutti il personaggio di quest'ultima: imperturbabile giornalista d'assalto, impellicciata e ingioiellata, perde man mano, volente o nolente, tutti i suoi beni materiali ed è così ricondotta alla sua più umana e cordiale natura. ( Mar L8v ).
 
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view post Posted on 12/11/2010, 10:28     +1   -1
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L'Hitchcock migliore:

Ma quello che forse più affascina in "Prigionieri dell'oceano" è la capacità di Hitchcock di toccare temi complessi, profondo.

Vi è innanzitutto il messaggio politico sulla necessità, per coloro che condividono certi valori di fondo, di unire le forze contro i nazifascisti, nemici potenti e determinati.
Ma oltre a questo,: il problema etico di come comportarsi con il prigioniero, pur se odioso assassino; la riflessione sul valore assoluto o relativo della legge e la sua applicabilità in situazioni estreme.
E ancora: la violenza del dolore psichico, più grave di ogni sofferenza fisica ( la madre che perde il figlioletto, Gus che teme di perdere la fidanzata ); il bisogno che hanno gli uomini di stare vicini e la diffidente determinata dalle divisioni di classe, dall'orgoglio, dalle convenzioni sociali; il recupero dei valori di umanità e solidarietà grazie al progressivo abbandono dei falsi valori ( ricchezza, fama, potere ); la complessità indecifrabile della natura umana ( che cosa davvero passa per la mente di Willy ? ); il significato del "Male"; le potenzialità e i limiti dell'uomo.



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Nota giustamente Truffaut che, in "Prigionieri dell'oceano", si intrecciano molto bene, senza mai stridere l'uno con l'altro, due elementi: il conflitto psicologico, e la fiaba morale, senza che il film rinunci per questo ad essere un avvincente film di fiction.

Ed è appunto, in tali casi che ci si imbatte nell'Hitchcock migliore: quando si coniugano felicemente grande cinema, piacere del racconto e riflessione sull'uomo. ( Mar L8v )
 
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view post Posted on 12/11/2010, 21:00     +1   -1
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Il film completo in lingua originale:




























 
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Scandalo sul set:

Tallulah Bankhead era una donna un po' spregiudicata e un po' eccentrica e, fra l'altro talvolta preferiva non indossare biancheria intima: ora, sul sey di "Prigionieri dell'oceano", per raggiungere il serbatoio nella quale galleggiava la barca, gli attori dovevano arrampicarsi su una scala e capitava così che chi stava in basso si accorgesse del fatto...

Racconta uno degli interpreti, Hume Cronyn: "Un giorno una giornalista di 'Good Housekeeping' o di 'The Ladies Home Journal' visitò il set e si sentì offesa. Andò nell'ufficio di fronte e sollevò un putiferio a proposito della Bankhead. Il risultato fu un gran trambusto e il capo pubblicità della Fox dovette recarsi dal responsabile della produzione del film e intimare: 'Ora tutto ciò deve finire. O dite a Miss Bankhead di indossare qualcosa oppure chiudiamo il set ai visitatori. E chiudere il set è una bella seccatura, dato che significa meno pubblicità al film !".

Anche Hitch fu sensibilizzato al problema, ma il regista preferì prudentemente non immischiarsene. ( Mar L8v )


Edited by Milea - 14/11/2010, 12:43
 
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Un problemino sul set...brillantemente risolto !

L'"apparizione" di Hitchcock in "Prigionieri dell'oceano" è certo una delle più singolari e fantasiose.

Racconta Hitch a Truffaut: "Tra tutte...è quella che preferisco e devo confessarle che mi ci è voluto molto tempo e fatica per risolvere questo problema. Di solito la parte che recito è quella di un passante, ma come si fa a mettere un passante nell'oceano ! Avevo anche pensato di rappresentare un cadavere che galleggia nel mare non lontano dalla scialuppa di salvataggio ma avevo paura di annegare...e non potevo neanche interpretare uno dei nove superstiti, perchè queste parti dovevano essere affidate ad attrici e attori preparati".

Come fare dunque ?

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Minuto dell'apparizione25'. Prosegue Hitchcock: "Infine mi è venuta un'idea eccezionale. In quel periodo stavo seguendo una dieta molto severa, che procedeva con difficoltà enorme verso lo scopo che mi ero prefisso: perdere cinquanta chili passando da centocinquanta a cento. Così decisi di immortalare il mio dimagrimento e di avere nello stesso tempo una particina nel film posando per delle fotografie 'prima' e 'dopo' la cura dimagrante. Queste foto furono riprodotte in modo da illustrare una pubblicità sul giornale, che descriveva i pregi di una medicina immaginaria: 'Reduco'; gli spettatori potevano vedere sia l'annuncio che la mia persona, quando William Bendix apriva un vecchio giornale che avevano messo sulla barca. Questa apparizione fu un gran successo !".

Al punto che molti spettatori scrissero al regista per avere informazioni sul farmaco immaginario !

Hitchcock continuò a giocare sul "Reduco" anche in "Nodo alla gola" dove, al di fuori della vetrata della sala, appare un'insegna luminosa con questo nome. ( Mar L8v )


Edited by Milea - 14/11/2010, 12:44
 
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Malattie...professionali:

Benchè l'intero film fosse girato in uno studio cinematografico di "Prigionieri dell'Oceano" furono piuttosto avventurose e faticose, soprattutto per gli autori.
"Finivamo di continuo in acqua" ricorda Hume Cronyn; "eravamo coperti d'olio e quando si finiva una scena poteva passare anche un'ora prima che si ricominciasse. Scendevamo dalla piattaforma galleggiante, andavamo nei camerini e indossavamo abiti asciutti, poi tornavamo sul set".

Durante le scene in cui si simulavano tempeste e mare mosso, alcuni attori si ammalarono: "Ero livida per gli acquazzoni e i beccheggi continui", scrive Tallulah Bankhead nelle sue memorie. "Per il caldo, le luci, la nebbia artificiale, le immersioni seguite da rapide asciugature, mi beccai una polmonite entro i primi di novembre".
( Mar L8v )
 
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Due fotobuste italiane:


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