|
|
|
Edward Hopper Automat ( Tavola calda ) 1927 Olio su tela 71,4X91,4cm Des Moines Art Center - Dos Santos
Se dovessi descrivere questo dipinto con le parole che Hopper usa nel suo Record Book ( una sorta di libretto di annotazioni ), dovrei limitarmi a parlare dei colori degli oggetti: cappotto verde, tavolo di marmo bianco, radiatore giallo, finestra nera. Attorno a questi elementi, che in effetti esaltano al massimo grado i colori citati, Hopper costruisce una scena che, forse suo malgrado, produce nell'osservatore una forte sensazione di isolamento: una donna sola, assorta nel fissare la tazzina di caffè, al tavolo di un locale.
Gail Levin ha messo in evidenza il fatto che questo quadro sembra una trasposizione della parte centrale di Soir Bleu, specificamente del particolare che riproduce il clown seduto al tavolo. La studiosa ha inoltre riscontrato, come per possibili fonti iconografiche, due dipinti che Hopper sicuramente avrà avuto modo di vedere: "Giovane donna assopita" di Vermeer e "La prugna" di Manet.
Nel primo dipinto una donna seduta al tavolo ha di fronte una sedia vuota; nel secondo una donna dall'espressione assorta siede in un locale, davanti a un tavolo di marmo, con un bicchiere di liquore di prugna.
Così commenta Mark Strand: "In tavola calda una donna, vicina all'entrata e davanti alla vetrata, è seduta da sola a un tavolino tondo...La vetrata riflette soltanto le file gemelle di luci che si allontanano sul soffitto e niente altro all'interno della tavola calda...Il dipinto suggerisce diverse cose, ma la più ovvia ed eclatante è che se la vetrina riflette ciò che è vero, allora la scena ha luogo nel limbo e la donna seduta è un'illusione. E' un'idea che turba. E se la donna in questo contesto sta pensando a se stessa, è impossibile che sia felice. Ma certo non pensa: è il prodotto di un'altra volontà, è un'illusione, un'invenzione di Hopper". ( Mar L8v )
Edited by Milea - 27/8/2021, 13:46
|
| |